Samt il basket Usa vissuto in diretta
Samt il basket Usa vissuto in diretta IL FUTURO INGEGNER OLIVERO HA SFRUTTATO L'OCCASIONE OFFERTAGLI DA UNA BORSA DI STUDIO Samt il basket Usa vissuto in diretta All'Università del Maine ha affinato le sue qualità di cestista personaggio Domenico Latagiiata LA parlantina non gli manca, n sangue freddo nemmeno. Samuele Olivero, detto «Sam», ha conosciuto il basket tardi e se ne è innamorato. Nell'ultimo turno di serie B2, con l'Iscot che nei secondi finali contro Omegna annaspava alla ricerca del canestro, si è anche scoperto match-winner: è stato infatti suo il canestro che ha regalato ai gialloblù la settima vittoria stagionale, una delle più insperate visto che arrivava al cospetto di una delle squadre mi gliori del girone e per di più dovendo fare a meno dell'infortunato Salis, principale bocca da fuoco torinese. «Molte cose succedono per coincidenza - dice lui, classe 1982, pivot di 201 cm -. Mi sono trovato nel posto giusto e non mi sono tirato indietro». Il suo inno potrebbe essere il «Sono un ragazzo fortunato» di jovanottiana memoria. A 21 armi, si dichiara «contentissimo» di tutto quello che ha, di chi e cosa gli sta intomo. Cuneese di nascita, è arrivato a Torino la scorsa estate come un «figlioccio» dell'allenatore Guido Tassone, che lo aveva conosciuto durante un camp estivo di un paio di anni fa e quindi segnalato al coach statunitense Rick Simonds. Il passo per ottenere una borsa di studio presso l'università di St. Josephs, nel Maine, è stato breve. «Un sogno, semplicemente racconta lui -. Sono andato là anche e soprattutto per studiare, ma visto che il corso di pre-ingegneria era poca roba rispetto a quanto sperimentato al Politecnico di Torino, mi sono dedicato al basket e alla vita del campus». La scintilla di passione verso la palla a spicchi era scoccata intorno ai 16-17 anni, «quando frequentavo la 4a superiore e giocavo a Possano. Prima, mi ero in pratica limitato a fare qualche tiro a scuola. Quell'anno, invece, ho capito che il basket mi era entrato dentro e la stagione successiva, con coach Fiorito in panchina, festeggiavo con Cuneo la promozione in C1 )). Intoppi, nessuno. E l'avventura negli States come ciliegina sulla torta: «Come tanti, avevo in testa il mito del basket Usa e della vita nel campus. E' stata un'esperienza che mi ha arricchito in tutti i sensi e mi ha fatto capire tante cose. Una per tutte: in certi Stati, la coesistenza tra bianchi e neri non è facile né scontata. Certe abitudini e certi modi di pensare sono difficili da amalgamarsi se mancano buona volontà e cultura. Per quanto mi riguarda, ho avuto la fortuna di conoscere da vicino due realtà quasi opposte: il fratello del mio compagno di stanza, nero, ha sposato una ragazza irlandese e si può ben immaginare quanto siano diversi ancor oggi i loro mondi, specie in uno Stato chiuso come il Maine». E il basket? «Molto semplicemente: un'esperienza indimenticabile». Poi, Torino e le incognite di un campionato da vivere in apnea alla ricerca di iftia salvezza da molti data per impossibile: «Invece siamo a metà classifica e resistiamo. L'obiettivo è uno solo: salvarci e sperare che qualcuno si accorga che vale la pena investire nel basket. Abbiamo tanti tifosi; a Torino la B2 sta stretta». Oggi, a Collegno (ore 17,30, PalaTaroni), arriva il Passano, lui pine a quota 14 e già battuto all'andata. L'obbiettivo è naturalmente cercare il bis. Samuele Olivero, detto Sam, ha 21 anni
Persone citate: Domenico Latagiiata, Guido Tassone, Salis, Samuele Olivero
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