E' il contratto rultima carta degli anti-Trap di Roberto Beccantini

E' il contratto rultima carta degli anti-Trap IL PUNTO E' il contratto rultima carta degli anti-Trap Roberto Beccantini IL contratto di Giovanni Trapattoni, in scadenza a fine stagione, come i mandati di Franco Carraro e Adriano Galliani, rappresenta un problema soltanto per coloro, e non sono pochi, che ritengono il tecnico inadeguato alla missione che lo attende: gli Europei in Portogallo. Già all'indomani del fiasco mondiale, le responsabilità, in un primo tempo attribuite alla miopia degli arbitri e dei loro assistenti, furono via via dirottate verso le stravaganze e le ampolle del et. Da un eccesso all'altro. A gentile richiesta, l'opera di demolizione ricominciò dopo il ko di Cardiff, ottobre 2002, quando il capitale-promozione si era ridotto a cadaverici spiccioli. L'impennata della Nazionale spiazzò persino gli amici: figuriamoci gli avversari. Il Trap ha il dovere di correggere gli strafalcioni che, soprattutto sul piano della gestione collettiva, ne avevano condizionato l'avventura asiatica, ma anche il diritto di giocarsi in santa pace, rispettoso e rispettato, le sue carte. Il futuro, per una volta, non interessa. 0 meglio: libero lui di organizzarselo come meglio crede, al Bayem o dove gli pare; hbero Carraro, presidente a termine, di negargli un rinnovo che il successore potrebbe non gradire. Ci aspettano cinque mesi di voci, di pressioni, di turbolenze. A parole, non c'è allenatore, da Fabio Capello a Marcello Lippi, che non si chiami fuori. Nei fatti, si vedrà. Le bacchettate televisive ((Bonolis causa» di Luciano Moggi sono state così grossolane da giustificare un supplemento di analisi: il vero bersaglio era la ((paura» di Lippi, caso mai si lasciasse tentare, caso mai la società intendesse ridiscuteme il rapporto, non certo l'incontinenza verbale (?) del Trap. Un torneo delicato e prestigioso come l'Europeo legittima la precedenza assoluta. Da un lato, la debolezza delle istituzioni e lo sfascio del sistema rendono più complicato il lavoro del selezionatore; dall'altro, per paradossale che vi sembri, ne rafforzano la diversità. Naturalmente, sé le cose andranno male, la colpa sarà sua, tutta sua, soltanto sua. È ima sentenza già scritta. Ai signori giocatori, potete scommetterci, non saranno rifiutati alibi e salvacondotti: Gigi Riva teme che un et in bilico possa offrirne sin troppi, e troppo presto, addirittura prima di scendere in campo. Sarebbe il colmo. In ossequio alla par condicio, Totti potrà godere della scorta del fisioterapista personale, privilegio negatogli in Giappone e Corea. Evviva. Nel mirino di molti, sopportato e tirato per la giacca, Trapattoni dispone di un vantaggio non trascurabile: il fascino della posta in palio. La corona di luglio fa gola ai cacciatori di premi, Totti in testa. L'importante è che, per quieto vivere, non ricada negli errori geopolitici del 2002: l'appoggio preventivo della grande stampa è un boomerang, non una fionda. Fondamentale si profila l'atteggiamento di Carraro. Trap conosce le regole del gioco. Non le ha mai tradite. Che cambi o gli cambino indirizzo, darà tutto se stesso. Coloro che gli remano contro, all'interno e all'esterno della Figo, si rassegnino. 0, meglio ancora, rassegnino loro le dimissioni.

Luoghi citati: Cardiff, Corea, Giappone, Portogallo