Supersenior, così raffinato, così ignorato si conclude con il grande varietà d'addio
Supersenior, così raffinato, così ignorato si conclude con il grande varietà d'addio LO SPETTACOLO FINALE STASERA SU RAITRE: I PROVINI ERANO AFFOLLATISSIMI Supersenior, così raffinato, così ignorato si conclude con il grande varietà d'addio Fulvia Caprera ROMA È stato il flop più inspiegabile dell'autunno tv e adesso, con l'ultimo appuntamento in onda stasera su Raitre alle 20,10, dimostra .ancora una volta le sue qualità. Un'occasione persa, insomma, per i telespettatori, ma non certo per i protagonisti, dodici anziani di tutte le parti d'Italia che, dopo aver vissuto insieme per quindici settimane, hanno realizzato il loro obiettivo: mettere in scena uno spettacolo e rappresentarlo in un vero teatro. Non un testo preconfezionato dove gli attori dilettanti avrebbero potuto solo mettere in mostra la loro inadeguatezza, ma un varietà scritto dai «super senior» dalla prima all'ultima parola, canzoni comprese. Frutto di accese discussioni e confronti appassionati, «Dalla vita in su» è andato in scena al Teatro Brancaccio di Roma con la regia di Fabio Lionello, figlio di Oreste. Il racconto si snoda intorno alla storia d'Italia, dal dopoguenra ad ora, attraverso l'ottica privilegiata dei protagonisti, andando, come si dice, dal particolare all'universale e raggiungendo lo scopo di un affresco completo e coinvolgente. Accompagnati da Fabio Menditto al mandolino, Aldo Marzolini alla chitarra ritmica, Carlo Paletti alla chitarra solista e Faibio lezzi al contrabbasso, i «senior» parlano di ricostruzione e dopoguerra, di industrializzazione e pnmi scioperi, di avvento della tv e di immigrazione, di femminismo e cam- biamenti della coppia, a partire dall'approvazione della legge sul divorzio. Dentro lo show pulsa la vita vera, niente nostalgie da anziani e niente toni accademici di chi vuole spiegare come sono andate davvero le cose. I punti di vista sono stati, durante le settimane di preparazione, spesso diametralmente opposti e non sono mancati contrasti insanabili come quello tra Antonella La Feria decisa a ricordare la vicenda del padre ucciso dai partigiani alla fine della guerra e Lilia¬ na Pellegrino che è stata staffetta partigiana sulle montagne piemontesi. Tra le mura del palazzo di Castel San Pietro, che ha ospitato il gruppo, alle porte di Roma, sono successe queste e tantissime altre cose: litigi, porte sbattute, sostituzioni, gite a Volterra, a Napoli, visite illustri come quelle di Luca Zingaretti, Vincenzo Salemme, Serena Autieri. Peccato che quasi nessuno ne abbia saputo niente: colpa della collocazione oraria o colpa del fatto che nei confronti degli anziani il telespettatore, anche quello coetaneo, prova un certo, invincibile senso di rifiuto?- Loro, i protagonisti, se ne sono comunque infischiati, sono andati avanti per la loro strada finché hanno potuto (il primo a cedere è stato Attilio Zammarchi, agricoltore e gallerista sessantacinquenne, seguito a ruota da Antonella LaFerla, settantenne, residente a Siracusa), hanno lavorato alacremente allo spettacolo e alla fine sono tornati a casa con un'esperienza in più. Un traguardo che aveva attirato l'interesse di molti visto, che alla redazione di «Super Senior», nella fase delle selezioni, erano arrivate 13 mila telefonate di candidati e la squadra definitiva era stata messa in piedi dopo 7 mila incontri con aspiranti di tutt'Italia. Calato il sipario sul programma, il «narratore» Pietro Sermonti toma a recitare nella nuova serie del «Medico in famiglia», mentre i due «vigilantes» Angelo Guglielmi e Bruno Veglino mediteranno di certo nuove sfide televisive. Pietro Sermonti
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