SHARM Al breakfast capuccino e paura

SHARM Al breakfast capuccino e paura PARALIZZATA LA «FABBRICA DEL DIVERTIMENTO» SHARM Al breakfast capuccino e paura testimonianza Cario Rossella SHARMELSHEIKH (Egitto) LE luci di Sharm el Sheikh.' Una via lattea al neon, una striscia stretta che costeggia il mare del Sinai. Davanti, i lumini dell'isola di Tiran, fari che segnalano l'osservatorio americano. Quando l'aereo decolla di notte è questo lo spettacolo. Sharm el Sheikh è come un lampo fra il buio del deserto e il blu cupo dell'acqua. E' quel che hanno visto i passeggeri del Boeing prima di cadere. Erano partiti poco dopo le 2,40 del mattino (ora di Greenwich) dall'aeroporto della città. Il charter si è alzato. E' passato sopra il golf club, il compound della villa di Hosni Mubarak, l'esclusivo -Hotel Four Seasons. Poi l'imprevedibile. Un motore fuori uso, l'abbassarsi improvviso, la discesa implacabile. Lo hanno sentito rombare sopra il Domina, la piccola Repubblica italiana di Sharm. Ha sfiorato lo Sheraton. Si è inabissato davanti alla sinistra villa fortificata del fratello di Osama bin Laden. Erano le 2,48 della mattina. Discoteche ancora aperte. Canzoni di Lucio Battisti e coretti nei club frequentati dagli italiani. Gin and tonic in quantità al bar dell'Hayatt e, del Movenpìkh. Innamorati seduti sulla spiaggia. Nottambuli appena rientrati. Guardie aeroportuali. Vigilantes di Mubarak. Fra questa gente, i pochi testimoni del disastro. C'è chi ha visto l'aereo alzarsi e precipitare (una guardia dell'aeroporto), chi l'ha guardato cadere dal cielo con le lucine sempre più prossime al mare. Chi l'ha sentito sfiorare, con un rombo atroce, i tetti degli hotels (è passato anche sul mio ma dormivo troppo e non me ne sono accorto). I pochi residenti svegli si sono precipitati in riva al mare. Buio, solo buio. Qualche barca è partita. I militari della Mari- na, anche quella italiana, che ha una base a Sharm, si sono messi in azione. Niente. All'alba si è capito che non c'erano superstiti, tutte le notizìe che finora vi ho dato le ho raccolte dalle 7 del mattino in poi, dopo che ho acceso la tv e ao visto il Tg5. A Sharm arrivano i canali italiani. Dovevo andare nel deserto, ma sono rimasto a casa. Al breakfast neUe sale dell'albergo tutti i residenti (in gran parte italiani) sapevano già la notizia. Facce cupe. Bambini silenziosi. Niente musica di sottofondo. A Sharm quasi tutti arrivano coi charter. E i giorni fra il 2 e il 6 gennaio sono quelli delle partenze. In spiaggia era tutto un preoccuparsi, un confidarsi, un guardare nel cielo il via vai dei charter. Prima domanda: «E' stato terrorismo?». «No!», è la risposta decisa che qui danno tutti. «Si è trattato di un incidente tecnico», dice la radio. Intanto il mare si riempie di barche militari. Nel cielo volano gli elicotteri. Tutti vanno alla ricerca di qualche superstite, ma non ce ne sono. Alle II, l'ora del bagno, mi accorgo che in acqua non c'è nessuno. Nemmeno i russi. Gli animatori sono fermi. Le lezioni di ginnastica aerobica sospese. Le ragazze hanno una t-shirt sopra il biki- ni. Nessuna di loro è in topless. Dagli altoparlanti non escono note. Sharm el Sheikh, il divertimentificio a buon mercato, è silenziosa. L'unico rumore è quello degli aerei. Ed è un rumore sinistro. A mezzogiorno, al golf club il presidente Hoshni Mubarak smette di giocare. Parla con gli amici e i collaboratori. Commenta il disastro. «Un incidente tecnico, così pare», è il messaggio che esce dal palazzo. Alle 13, all'ora dell'aperitivo, non si parla d'altro che dell'L. ridente. Ci sono passeggeri italiani che dovrebbero partire con un volo della stessa compagnia di quello caduto. E non ne hanno alcuna intenzione. Nelle hall degli alberghi si accumulano centinaia di valigie. I turisti, abbronzati e sudati, vorrebbero fuggire subito da Sharm el Sheikh. Non salire sui charter. «Beato tu che voli con una compagnia italiana», dice un tale di Venezia ad una ragazza. «Beati voi dell'Alpitour», esclama un altro, «che andate e venite con aerei garantiti». Una signora di Mestre, quando arriva all'aeroporto e scopre che il charter è russo, ha una crisi di pianto. Ma tutti partono. Quasi scappano. Nella hall davanti alle linee di imbarco tutti sono al telefonino. Con Milano, Ravenna, Forlì, Roma, Cerignola, Prosinone, Cuneo, Olgiate Comasco, Valdobbiadene, e i mille e mille borghi d'Italia da dove arrivano i cacciatori di sole e di mare, i nemici del freddo che cercano la loro Rimini invernale sulle rive del Mar Rosso. Sulla spiaggia la gente prende il sole e guarda in alto. Gli aerei gli passano sopra la testa. Molti salutano con la mano. Un ragazzino grida buon viaggio, con gli occhi rivolti verso il cielo. I giardinieri egiziani tagliano la pelouse e potano le invadenti boungaville. Come sempre a Sharm el Sheikh. In spiaggia ci si interroga sulla possibilità di un atto di terrorismo Alle 11, l'ora del bagno in acqua, non c'è nessuno Gli animatori sono fermi e le lezioni di aerobica sospese. Le ragazze si coprono Qualcuno ha visto l'aereo alzarsi e cadere e qualcun altro l'ha sentito sfiorare con un rombo atroce i tetti degli hotel. I pochi turisti ancora svegli sono corsi in riva al mare. All'alba si è capito che non c'erano supersistiti e al mattino tutte le facce erano cupe e i bimbi silenziosi Turisti sulla spiaggia osservano il recupero dei resti dell'aereo itó Un aereo militare egiziano sorvola la zona alla ricerca dei frammenti del velivolo precipitato

Persone citate: Buio, Hosni Mubarak, Lucio Battisti, Mubarak, Osama Bin Laden