Variazioni e ostacoli del sadico Von Trier di Alessandra Levantesi

Variazioni e ostacoli del sadico Von Trier PRIME CINEMA Variazioni e ostacoli del sadico Von Trier Alessandra Levantesi FIRMATO e interpretato da Lars Von Trier e Jorgen Leth, «Le cinque variazioni» potrebbe essere definito un film su un film o un saggio sul cinema secondo l'ottica divergente dei due protagonisti. Oppure una pellicola che non dovrebbero perdere sia coloro che amano appassionatamente l'opera trita-anima di Von Trier, sia coloro che la detestano: infatti i fan del maestro danese si confermeranno nel!' idea di una personalità artistica intensa e viscerale; mentre gb antipatizzanti si rafforzeranno nella convinzione di trovarsi di fronte a uno di quei casi in cui genio e foiba pericolosamente si confondono. Tutto parte da «The Human Perfect», un brillante corto di 12 minuti sulle dinamiche del comportamento umano che Leth, documentarista di fama intemazionale, professore alla Royal Film School di Copenhagen e dal '91 console onorario a Haiti, aveva girato nel lontano 1967. Nel 2000 Von Trier (classe 1956) propone al collega veterano (classe 1937) di rifare il filmato in cinque variazioni, divertendosi a imporgli una serie di ostaceli (le «five obstructions» del titolo inglese). Con altrettanto divertimento, Leth accetta la sfida interpretando liberamente i costrittivi comandamenti di Lars, che finge (o non finge?) di seccarsi di tanta indipendenza di spirito. Ma pian piano emerge che i due, pur non avendo la stessa concezione del mestiere e della vita, condividono alcune cose: una depressiva matrice culturale nordica, il senso dell' umorismo, un'idea del cinema come sperimentazione continua e soprattutto la convinzione che le regole funzionano da stimolo e non da restrizione. In poche parole, le regole sono necessarie. Bisogna vedere con quanto compiaciuto sadismo il pestifero Lars pretende da Jorgen che giri alla velocità di 12 fotogrammi al secondo; o che reciti egb stesso, sedendosi a una tavola imbandita nel miserabile quartiere a luci rosse di Bombay; oppure che utibzzi la tecnica, invisa a entrambi, del cartone animato. Massimo della cattiveria, la terza variazione è realizzata in completa libertà; mentre la regia della quinta se la assume Von Trier, per rivelare (un po' pleonasticamente) che «The Five Obstructions» è anche, e soprattutto, ima specie di bizzarra seduta di psicoanalisi e un ironico autoritratto bifronte. Una immagine di «Cinque variazioni» il film che il regista danese Lars Von Trier ha imposto e realizzato conJorgenLeth LE CINQUE VARIAZIONI di Lars Von Trier e Jorgen Leth Con Lars von Trier e Jorgen Leth Danimarca 2003 Commedia TORINO, cinema Centrale; MILANO Eliseo; ROMA, Alcazar

Luoghi citati: Danimarca, Haiti, Roma, Torino