Crack Parmalat, si cercano 250 milioni a Malta

Crack Parmalat, si cercano 250 milioni a Malta ROGATORIA INTERNAZIONALE PER SCOPRIRE I MOVIMENTI DI DENARO DA UN CONTO CIFRATO ALLE ISOLE CAYMAN Crack Parmalat, si cercano 250 milioni a Malta Tonna e Del Soldato ai giudici: «Eseguivamo solo gli ordini di Tanzi» MILANO Dopo le ammissioni di Tanzi circa la distrazione dalle casse della Parmalat di 500 milioni di euro a favore del comparto turistico di famiglia, gli inquirenti sembrano aver individuato un'altra fonte di denaro nascosta tra le pieghe della ragnatela finanziaria off-shore di Collecchio: 250 milioni di euro scoperti seguendo i movimenti bancari del gruppo Parmalat. È nell'ambito di questa ricerca che sarebbe emerso un passaggio che nel 2001 avrebbe portato l'ingente quantità di denaro dal Brasile a Malta. I soldi sarebbero partiti da una società finanziaria brasiliana di Parmalat che emise un bond da 500 milioni di euro. La metà di questi, 250 milioni, furono utilizzati per pagare i debiti delle attività brasiliane del gruppo. L'altra metà invece avrebbe preso una strada più tortuosa. Prima su un conto cifrato delle Grand Cayman del Banco Santander. Poi in Olanda, quindi verso Malta, dove si sono perse le tracce. E ora gli inquirenti parmensi hanno disposto una rogatoria per avere la movimentazione del conto cifrato caraibico. La vicenda sarebbe emersa dagli interrogatori dell'ex direttore finanziario Fausto Tonna e di un responsabile Parmalat in Brasile. Analoghe rogatorie sono state disposte nei giorni scorsi su conti in Nord America (Delaware) in Venezuela e Ecuador. Intanto ieri tra Parma e Milano si sono svolti gli interrogatori «di garanzia» dei manager arrestati nella retata di San Silvestro con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, pi questo hanno dovuto rispondere davanti al gip milanese (che li sentiva per rogatoria su richiesta di Parma) l'avvocato Gianpaolo Zini, ex consulente legale di Parmalat accusato di aver costituito alcune società off shore, e Lorepzo Penca, ex presidente della società di revisione Grant Thomton accusato di aver dato vita alla «discarica» Bonlat. I due dovrebbero essere trasferiti oggi o domani nel carcere di Parma. Secondo il legale di Penca, l'avvocato Salvatore Stivala, «dall'interrogatorio è emerso chiaramente che i falsi non sono stati commessi né da Penca né da Bianchi (l'altro partner della società di revisione) e dunque non sussistono in via assoluta le esigenze cautelari».'Per questo alla fine del confronto, il legale ha chiesto la revoca della misura. Invece l'avvocato di Zini, Massimo Dinoia, ha definito il proprio assistito «molto provato da una situazione che non si aspettava», e ha rivelato che il fondatore del fondo Epicurum e di altre società delle Cayman ha risposto all'interrogatorio «non con molta calma ma con molta determinazione». A Parma il gip Pietro Rogato ha sentito gli ex direttori finanziari Parmalat Fausto Torma e Luciano Del Soldato. Secondo l'avvocato Oreste Dominioni, difensore di entrambi, i due avrebbero ribadito al gip quanto già affermato nel corso delle precedenti deposizioni sia ai pm di Milano che agli inquirenti parmensi Silvia Cavallari e Antonella loffredi. In pratica sottolineando, dopo aver ammesso le proprie responsabilità in ordine alle alchimie finanziarie inventate per coprire i buchi di Parmalat, che era il presidente Calisto Tanzi ad ordinare le operazioni e a tenere saldamente nelle mani il gruppo. A loro toccava soltanto eseguire per raggiungere «gli obiettivi prefissati». Alla Burla, il carcere parmense, si sono conclusi anche gli interrogatori dei due contabili: Gianfranco Bocchi e Claudio Pessina. All'uscita dal carcere, gli avvocati Salvatore Pino, Piero Magri, Oreste Giambelli ed Enrico Milanesi hanno ribadito la disponibilità dei loro clienti a collaborare con le procure di Parma e Milano e confermato quanto detto durante gli interrogatori che hanno portato al fermo cautelativo. Ma i legali si sono lamentati sulla legittimità della custodia cautelare in carcere, mancando, secondo loro, i presupposti di pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Gli stessi legali, con una nota hanno poi dichiarato di contare «sul fatto che il gip riesca a fare chiarezza e a rimettere in libertà i loro assistiti. Sul fronte milanese dell'inchiesta da registrare che la Guardia di Finanza ieri mattina ha eseguito una perquisizione negli uffici della società di revisione Deloitte e Touche, sequestrando diversa documentazione definita «interessante». Secondo la società si tratterebbe però di carte che la stessa si era riservata di fare avere agli investigatori, quando le Fiamme Gialle entrarono negli uffici della Grant Thomton, Fonti vicine al gruppo fanno sapere che il gigante del latte Parmalat si prepara ad assumere uno studio legale di New York specializzato in bancarotte per difendersi dai creditori. Lo studio prescelto è la Weil Gotshal and Manges, che ha rappresentato anche la Enron, la Worldcom e Republic Steel, La decisione, che dovrebbe essere formalizzata la prossima settimana, lascia intravedere le preoccupazioni dela Parmalat che i creditori in Nordamerica possano intraprendere azioni legali e portare il gruppo alla richiesta della procedura «Chapter 11». [p.col.] Perquisita anche laDeloitte&Touche Uno studio legale che ha tutelato la Enron difenderà il gruppo dai creditori Interrogati a Milano l'avvocato e consulente Gianpaolo Zini e il revisore dei conti Lorenzo Panca