Anche i «botti» sentono la crisi di Angelo Conti
Anche i «botti» sentono la crisi Anche i «botti» sentono la crisi Guerra al mercato nero grazie ai blitz sulle bancarelle Angelo Conti I carabinieri confermano la sensazione che hanno avuto tanti: «Quest'almo c'erano in giro meno botti che in passato». Merito, probabilmente, dei maggiori controlli attuati sulle importazioni di materiale pirotecnico dai paesi dell'Estremo Qriente. Un paio di ingenti sequestri, messi a segno fra ottobre e novembre, hanno un po' assottigliato il flusso verso l'Italia di petardi, r^udi, fontane e fuochi. Un'altra operazione dei carabinieri di Torino ha individuato, qualche settimana fa, un'organizzazione maghrebina che stava cercando di accaparrarsi un'importante fetta di mercato acquistando i botti con i proven1 ti eh un giro di droga. E, proprio l'altro ieri, è anche arrivato il sequestro di un'altra tonnellata di botti, la metà dei quali recuperati sopra (e sotto) una bancarella del mercato rionale di Santa Rita, in corso Sebastopoli. Piuttosto esiguo, invece, il giro d'affari degli ambulanti che hanno cercato di operare nella tradizionale Porta Palazzo. Certo, qualcuno è riuscito comunque a piazzare parte della propria mercanzia, ma i controlli di carabinieri, polizia, vigili urbani e guardia di finanza hanno portato molti conunercianti a ritrovarsi con notevoli «invenduti», fra l'altro difficilmente riciclabili l'anno prossimo per via del deperimento a cui vanno soggetti i botti, sensibilissimi all'umidità. L'ultima operazione è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Radiomobile che hanno passato al setaccio, fra il 30 ed il 31 dicembre, tutti i mercati rionali della città. «Abbiamo cercato soprattutto di farci vedere - spiegavano ieri in via Valfrè - utilizzando la nostra presenza come deterrente. Ma ciononostante ci siamo accorti che alcuni ambulanti continuavano a vendere imperterriti bengala e fontane d'Oriente». La situazione più pericolosa è stata accertata, appunto, in corso Sebastopoli, intomo al banco condotto da Santo Cardella, 33 anni, corso Toscana 181. L'uomo, che deteneva una generica licenza di commercio ambulante, è caduto dalle nuvole quando i militari gli hanno richiesto anche la documentazione prefettizia che autorizza ' il trasporto e la vendita di materiale esplodente. «Non sono al corrente che occorra anche questa certificazione», ha spiegato. Ed ha continuato a fare orecchie da mercante anche quando i carabinieri gli hanno fatto notare quanto fosse pericolosa la sua attività, con oltre 400 chilogrammi di botti sistemati sopra e sotto ima bancarella posta al centro di uno dei più frequentati mercati della città. I carabinieri, dopo avere «messo in sicurezza» la bancarella, hanno fatto intervenire gli artificieri che, dopo aver catalogato i botti (alcuni piuttosto pericolosi), hanno provveduto a trasportarli in caserma, fra le proteste del commerciante che si lamentava per l'ingente perdita economica che avrebbe dovuto sostenere. Analoghi sequestri, ma di minor entità, sono stati compiuti su bancarelle improvvisate anche in altri mercati: tutti i botti (complessivamente una tonnellata) verranno fatti esplodere nei prossimi giorni in una cava dismessa alle Basse di Stura.
Persone citate: Santo Cardella
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