BUSH I test del 2004 per l'America imperiale di Maurizio Molinari

BUSH I test del 2004 per l'America imperiale IL CONSERVATORISMO COMPASSIONEVOLE DEL PRESIDE . .. . : BRECCIA NEL CUORE DEGLI AMERICANI BUSH I test del 2004 per l'America imperiale analisi Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK RIUSCITI a sconfiggere le forze del Male, i piccoh Frodo e Sam sono aggrappati a una roccia assediata daha lava ardente e quando, ormai esausti, stanno per cedere, arriva dal cielo Gandalf, simbolo delle forze del Bene, a cavallo di un'aquila gigante dalla testa distintamente bianca ovvero una Bald Eagle, il tradizionale emblema patriottico degli Stati Uniti. La scena che conclude la battagha decisiva del «Ritorno del Re» - ultimo episodio deha trilogia del «Signore degh Anelli» - riassume i simboh deha rivoluzione neoconservatrice che tiene banco neh' America di George W. Bush impegnata neha guerra al terrorismo. Hollywood vota democratico ma le opinioni pohtiche passano in secondo piano quando si tratta di interpretare gh umori del pubblico. Dietro il solido 63 per cento di popolarità del presidente c'è qualcosa che va oltre il sostegno aha guerra contro Osama bin Laden e Saddam Hussein. In Bush gli americani vedono sempre più l'interprete deha nuova missione deh'America nel mondo: mettere in fuga i dittatori esportando la democrazia in quegli stessi luoghi da dove provenivano i diciannove kamikaze deh 11 settembre. In marzo sugli schermi arriverà «Hidalgo», la storia di un cowboy-postino del West che nel 1890 accetta la scommessa di sfidare con il suo instancabile cavallo pezzato i più resistenti dromedari dei ricchi sceicchi d'Arabia in una corsa di 5000 chilometri fra i deserti del Medio Oriente. Alla fine la vittoria del cowboy andrà ben oltre la gara, dimostrando che i valori del West valgono anche altrove. E' questo ciò che pensano i neoconservatoli come Bih Kristol, Norman Podhoretz, David Frum, Robert Kaplan e Paul Wolfowitz, secondo i quali ciò che comprese Alexis de Tocqueville nel 1835 è vero oggi più che mai: la forza dell'America è neh'idea, radicata nella Costituzione, che il diritto aha libertà appartiene naturalmente a ogni abitante del Pianeta. Nella formulazione deh' evangelico Bush suona così: «La libertà è un dono di Dio non ah'America ma al mondo intero». Promuovere la libertà, esportare la democrazia, è la ricetta con cui l'amministrazione ritiene di poter sradicare il terrori¬ smo «che ha dirottato la fede islamica». Trattandosi di «una guerra almeno trentennale», come dice l'ex capo deha Cia James Woolsey, e di una campo di battaglia globale, dal Como d'Africa ahe Filippine, emerge naturalmente l'idea dell'impero. «Ma non un impero come fu quello deha Gran Bretagna spiega Herbert London, presidente dell'Hudson Institute - perché gli inglesi invadevano per restare e creavano Stati artificiali per dominare, mentre noi andiamo ad abbattere odiate dittature e poi ce ne andiamo, lasciamo ai singoli popoli di trovare la loro strada verso la democrazia e non vogliamo modificare alcun confine». Se il 2001 è stato l'anno in cui l'America ha resistito all'aggressione, il 2002 queUo tu cuitia reagito e il 2003 quello deha campagna (irachena) che ha dimostrato che i dittatori posso essere abbattuti da una coalizione di democrazie, il 2004 inizia nel segno del pensatoio suha «pax americana» : quali strumenti per affrontare i tempi lunghi deha guerra al terrorismo? Il politologo Max Boot suggerisce al Dipartimento di Stato un «ufficio coloniale» come agenzia civile per gesthe ricostruzioni e dopoguerra. L'esperto militare Tom Donnehy immagina per il Pentagono tm «esercito imperiale» con contingenti di truppe speciah dispiegate in maniera permanente su più scenari, affiancate da truppe locali come sono oggi l'esercito afghano o la nuova pohzia di Baghdad. Da Washington a Londra rimbalza l'idea di formare nell'area internazionale una «comunità di democrazie» per spingere l'Onu a prendere la guida deh'eliminazione delle ultime dittature, che secondo Mark Palmer - ex collaboratore di Ronald Reagan sono diventati 44 dopo la cattura di Saddam Hussein. A riassumere questo pensatoio è stato il biglietto d'auguri di fine anno scritto dal vicepresidente Dick Cheney ad amici, alleati e parenti con stampata una frase pronunciata tìLa 'Benjanùn "Franklin durante i lavori della convenzione suha Costituzione: «Potrebbe mai nascere un impero senza il Suo aiuto?». Il richiamo al ruolo di Dio e aha fede nasce anch'esso daha Costituzione e l'idea di Bush di fame un pilastro del programma politico del «conservatorismo compassionevole» consente ah' amministrazione di avere sohde radici negh Stati del Sud e del Midwest dove i protestanti evangehci - di differenti denominazioni e opinioni - sono un blocco valutato in circa settanta mihoni di elettori. La fede è una costante nel lessico deha politica americana, Bush però le ha dato un rilievo senza precedenti, puntando sulle «azioni», ovvero su singole decisioni di pubblici ufficiah. Come nel caso del fratello Jeb - govematore deha Florida - che ha pensato di reclutare i detenuti per attività rehgiose, sperando che così si redimano. O del tenentecolonneho Brett Oxman, cappehano cristiano deh'Us Army a Baghdad, che ha voluto accendere in una maestosa sala deh'ex palazzo del Raiss lungo il Tigri una chanukkià - il candelabro a nove braccia - in occasione deha festa ebraica dehe luci che ricorda la riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme da parta dei maccotoeV. B. non ai traM.ava tìi una chanukkià qualunque: a disegnarla è stato un ebreo iracheno, costretto aha fuga dai pogrom del 1951. Guerra al terrorismo, costruzione di un nuovo ordine intemazionale senza dittatori, esportazione delle libertà e «compassione» neha vita pubblica sono i temi con cui la rivoluzione neoconservatrice ha segnato l'America nel 2003 e si propone di reinsediare Bush alla Casa Bianca nel 2004. Daha sua il presidente ha ciò che più conta per gh americani: i risultati. Gli ultimi trenta giorni ne hanno fomiti in quantità e in rapida progressione: crescita economica ah'8,2 nel terzo trimestre, indice Dow Jones oltre quota 10 mila, blitz di Bush a Baghdad per mangiare con le truppe il tacchino nel Giomo del Ringraziamento, cattura di Saddam Hussein e rinuncia unilaterale ahe armi di distruzione di massa da parte della Libia del colonneho Muammar Gheddafi. Per la Fox tv e centinaia di stazioni radio locali il presidente è oramai «Super-Bush», aiutato dahe difficoltà dei rivali democratici nel decidere come sfidarlo nel novembre del 2004: l'ex govematore del Vermont Howard Dean, candidato favorito alla nomination, in pochi gior-ni. fe passato ^an: OTiaxù.ax.\one tìó. Bush («nella vita personale è importante la fede») al rigetto della guerra al terrorismo al punto da affermare che Osama bin Laden potrà essere considerato colpevole degh attacchi dell'I 1 settembre contro Washington e New York solo dopo la celebrazione di un regolare processo su ciò che avvenne. Chiaramente, ai democratici manca un' idea da opporre aha rivoluzione dei«neocons». Dietro il 63 per cento della popolarità di Bush c'è qualcosa che va oltre il sostegno alla guerra a Bin Laden ea Saddam. In lui la gente vede sempre più l'interprete della nuova missione Usa nel mondo Per i neoconservatori come Bill Kristol Norman Podhoretz e Paul Wolfowitz la forza del Paese come disse Tocqueville sta nell'idea che il diritto alla libertà appartiene a tutti Come spiega Herbert London, direttore di un think-tank conservatore: «Noi a differenza degli inglesi imperiali, non restiamo negli Stati occupati, lasciamo ai popoli il loro futuro» Natale nella base americana di Tikrit, nel Nord dell'Iraq: i soldati ascoltano la Messa prima di fare colazione Il presidente Bush con II cagnolino Barney arriva in Texas per il Capodanno