Il supereuro a 1,25 dollari preoccupa la Bce

Il supereuro a 1,25 dollari preoccupa la Bce DA INIZIO D'ANNO LA MONETA UNICA HA GUADAGNATO IL 190Zo SUL DOLLARO E L'EXPORT DEI «DODICI» NE SOFFRE Il supereuro a 1,25 dollari preoccupa la Bce Timori per la ripresa della Uè. Bene le Borse, trainate da Wall Street Vanni Cornerò Più che una volata è stata una raffica di record che hanno schiacciato il dollaro, sino a spingerlo oltre quella soglia degli 1,25 che rappresentava la linea di tenuta più prossima del biglietto verde. Così l'èuro ha messo a segno, prima della fine dell'anno, il colpo che d'altra parte tutti si attendevano: il nuovo massimo storico è stato fissato a 1,251 dollari, livello da cui la moneta unica ha poi ripiegato, per attestarsi a 1,2499 al momento della rilevazione indicativa della Bce e quindi continuare ad oscillare attorno alla ormai sfondata barriera degli 1,25. Situazione che non è cambiata nemmeno dopo la notizia di un fallito attentato al presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet. Secondo gli analisti ad affondare il dollaro sono state principalmente le preoccupazioni per il disavanzo commerciale ed il deficit degli Stati Uniti, rese più acute dai deludenti dati sui volumi delle vendite nel periodo natalizio. E, stando ai pronostici le cose continueranno così, tanto che gli operatori dei cambi vedono possibile un euro a 1,35 dollari in tempi abbastanza brevi. A meno che la Bce non decida di intervenire per «raffreddare» l'euro cambiando politica monetaria, nel timore che la crescita della moneta unica possa pesare sulla ripresa dell'economia europea. In effetti le performance dell'euro dipendono principalmente dall'estrema debolezza del dollaro, visto che non ci sono significative variazioni di fiducia nell'economia europea, come dimostra il fatto che la moneta unica è rimasta praticamente invariata rispetto allo yen, al franco svizzero e alla sterlina. Resta fermo il punto che quelli toccati attualmente sono livelli impensabili fino a non molto tempo fa e che l'euro, dall'inizio del 2003, ha guadagnato il 1907o nei confronti del dollaro. Ma l'indebolimento del biglietto verde non sembra preoccupare più di tanto le autorità statunitensi, visto che, da una parte, questa debolezza aiuta le esportazioni e, dall'altra, non ha ancora intaccato i mercati finanziari, ne ha fatto salire l'inflazione. Qualche segnale d'allarme, invece, viene dalla Bce, dove si valutano le eventuali ripercussioni sulla ripresa economica, attesa per l'anno nuovo: l'attuale tasso di cambio rende infatti i prodotti euro¬ pei più cari di quelli dei concorrenti stranieri. E questo penalizza l'export dal Vecchio Continente anche rispetto a tutti i Paesi che fissano il valore della loro valuta in riferimento al dollaro. L'impennata dell'euro è stata però praticamente ignorata da Wall Street, che ha aperto bene l'ultima settimana di scambi del 2003, trascmando anche le Borse europee. L'indice Dow Jones ha infatti toccato quota 10.387,56, segnando il nuovo record degli ultimi 19 mesi, prima di perdere terreno, mentre il Nasdaq era salito sino a otto punti da quota 2.000, un livello che aveva toccato per la prima volta dal 2000 a inizio dicembre. In assenza di dati nuovi dagli indicatori economici la Borsa Usa si è concentrata sulle previsioni delle prossime mosse della Fed, che, stando alle previsioni della Lehman Brothers, non dovrebbe modificare i tassi d'interesse sino al 2005. Al termine della seduta il Dow Jones aveva guadagnato n,1407oeilNasdaql'l,5707o. Giornata di rialzi anche per le Borse europee, che sono rimaste piuttosto indifferenti al nuovo successo della moneta unica ed hanno puntante su settori rimasti un pò arretrati, come l'energia (dove ha contribuito anche il prezzo del barile, rimasto stabilmente sopra quota 29 dollari) e le utility. Un cauto ottimismo degli investitori sulle prospettive di una ripresa nel 2004 ha poi aiutato alcuni titoli tecnologici e spinto in alto gli indici, così a Francoforte il Dax è salito a quota 3953, realizzando un progresso dell'l,270Zo e toccando i . massimi degli ultimi 17 mesi. Record anche a Londra, dove il Ftse-100 ha fatto segnare 4457,50 il livello più alto da 16 mesi a questa parte, con un guadagno dello 0,2907o. Riguardo alla altre piazze Madrid ha chiuso a +0,83%, Amsterdam a -t-0,74, Milano a -1-0,65, Zurigo a -1-0,52 e Parigi a +0,30%., Per i listini mondiah il 2003 si chiude con un bilancio positivo dopo tre anni di pesanti ribassi. Negli Usa il Dow Jones ha recuperato il 230Zo e il Nasdaq addirittura il 4707o, mentre, in Europa, l'indice Mibtèl di Milano ha messo a segno un guadagno del 13,50Zo, meglio del 12,60Zo di Londra {-H 12,60Zo), ma peggio di Parigi (14^0) e, soprattutto, di Francoforte, stella della classifica con un H-340Zo. Bene anche per i Ustim asiatici, tra cui Tokyo chiude l'anno con un bilancio positivo del 200Zo.

Persone citate: Claude Trichet, Vanni Cornerò