Grazia a Sofri. Prodi è favorevole

Grazia a Sofri. Prodi è favorevole AUTOREVOLI COSTITUZIONALISTI E QUASI TUTTI I PARTITI, CON L'ECCEZIONE DELLA LEGA, SEMBRANO ORMAI CONCORDI Grazia a Sofri. Prodi è favorevole Il presidente della Commissione Uè e Amato: «E nelle mani del capo dello Stato Azeglio Ciampi» ROMA Il «caso Sofri» ad una svolta nel nuovo anno? I segnali sono molti. A favore della grazia per l'ex leader di Lotta continua, sembrano ormai tutti concordi, politici e noti costituzionalisti, come è emerso anche nel dibattito di ieri a Radio Radicale, con un chiaro appello: l'ultima parola spetta al Presidente Ciampi. «Questo atto di clemenza, invocato dal Parlamento italiano e dal Pai-lamento europeo, appare un discorso ormai maturato nella maggior parte delle coscienze e delle menti - afferma Romano Prodi dai microfoni di Radio Radicale - un atto di clemenza nelle mani del Presidente della Repubblica, come prevede la Costituzione». Prodi ha ricordato il dibattito al Parlamento europeo e nel Parlamento italiano, e la presa di posizione, «che non ha evidentemente conseguenze giuridiche immediate per la concessione della grazia a Sofri. È più un auspicio che un intervento di cai-attere giuridico, che ha avuto però - ha concluso Prodi - un rilievo e una importanza molto forte». «È il momento che il presidente della Repubblica disponga», insiste anche Giuliano Amato, che si lancia poi in una lunga dissertazione giuridica. «Quello della grazia è un tipico potere presidenziale, come era staio un potere del re. 'Non esprìme un indirizzo politico di governo, | ma di indirizzo amministrativo del governo». E riferendosi ancora alle prerogative del capo dello Stato in merito alla grazia. Amato chiarisce: «Se uno legge la Costituzione non ha dubbi». «La posizione di Prodi su Sofri è un fatto rilevante che può aiutare la decisione di Ciampi sulla grazia», rileva il deputato della Margherita, Pierluigi Mantini. «Nel merito ha ragione Prodi: nella larga maggioranza delle coscienze la decisione della grazia è matura. Sofri è infatti un caso esemplare per tre ragioni: la controversa complessità dei verdetti di condanna; l'enorme distanza tra i fatti e la pena; la riconosciuta correttezza della condotta del detenuto Sofri per il quale il prolungarsi del carcere rischia di essere un accanimento in contrasto con l'art. 27 della Costituzione», conclude Mantini. Una nuova presa di posizione in favore della grazia per Adriano Sofri arriva anche dal coordinatore di Forza Italia, Sandro Rondi, in una lettera al «Foglio». Per l'esponente azzurro «è giunto il momento di chiedere al Colle più alto una nuova riflessione di ampliare anche agli anni di piombo l'opera di rafforzamento degli ideali nazionah e di pacificazione». La proposta di legge Doato (che ha la firma di altri 28 deputati in rappresentanza di quasi tutti i partiti), che intende restituire piena autonomia al capo dello Stato per \a concessione della grazia, solleva invece non poche critiche. «Non c'è ragione di ricorrere ad artifici, a soluzioni barocche o pasticciate, o a modifiche normati- ve», taglia corto il segretario dei Radicali italiani Daniele Capezzone, secondo cui «le opinioni dei costituzionalisti sgomberano il tavolo dalle preoccupazioni e possono rassicurare il presidente della Repubblica». E infatti il professor Micliele Ainis non ha dubbi in merito: «Risolvere il caso Sofri attraverso una legge vuol dire non risolvere la questione di fondo». «È un potere esclusivo del Presidente della Repùbblica, in quanto si tratta di operare una valutazione molto delicata sull'opportunità di rendere meno rigida una pronuncia giurisdizionale», spiega Gaetano Silvestri, costituzionalista e rettore dell'Università di Messina. E' drastico Bobo Craxi, portavoce del Nuovo Psi: «Il Governo deve risolvere la questione della grazia ad Adriano Sofri, anche rimuovendo il Guardasigilli, Roberto Castelli». Intanto Marco Palmella, al quinto giorno di sciopero della fame per richiamare nuovamente l'attenzione sul caso della grazia a Sofri, ha deciso di sospenderlo immediatamente «come atto di rispetto ed amicizia nei confronti del presidente Ciampi, augurandomi che questa sospensione diventi presto una chiusura della battagha». Come dire che ormai è cosa fatta? [st. e] L'ex leader di Lotta Continua Adriano Sofri, condannato per il delitto Calabresi, si è sempre proclamato innocente

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