«Tra le rovine di Bam in cerca di superstiti dimenticati da tutti»

«Tra le rovine di Bam in cerca di superstiti dimenticati da tutti» I VOLONTARI ITALIANI TRA I PRIMI A ENTRARE IN AZIONE «Tra le rovine di Bam in cerca di superstiti dimenticati da tutti» «Siamo stati destinati ai quartieri periferici della città dove non è giunto nessun soccorso». «Senza energia né cibo, con il freddo che uccide» Flavia Amabile ROMA È arrivato ieri, quando da poco era iniziato il pomeriggio iraniano, a Bam il primo dei tre aerei finora inviati dall'Italia per portare aiuti all'Iran colpito da uno dei più gravi terremoti della sua storia. Il secondo aereo è arrivato quando ormai in Iran era notte, circa le sette e mezza italiane. Il terzo è partito ieri sera rendendo l'Italia una delle nazioni che si sono mobilitate più rapidamente. Era mattino presto, ieri, quando il primo degli aerei partiti da Pisa ha effettuato innanzitutto un atterraggio a Kerman, a circa 150 km da Bam, per rifornirsi di carburante, poi l'arrivo nella città epicentro del sisma. Dal C-130 delTAeronautica militare italiana sono sbarcati una trentina di persone della Protezione civile, Vigili del fuoco, volontari con unità cinofile, Croce Rossa e personale della Far¬ nesina; dopo un primo contatto con le autorità e le organizzazioni di soccorso già presenti si sono diretti immediatamente verso la periferia di Bam dove gli aiuti non sono ancora arrivati e dove serve ancora tutto: medicine, cibo, cani addestrati per scoprire se c'è ancora qualcuno in vita sotto le macerie. La speranza è di ripetere i «miracoli» del maggio scorso in Algeria dove i soccorritori erano riusciti a tirare fuori dalle macerie persone vive nonostante fossero già trascorse molte ore dalla catastrofe. Le autorità locali hanno assegnato agli italiani il quartiere di Baravat una zona ancora priva di assistenza, a sudest della città di Bam. La piccola carovana, formata da un fuoristrada dei Vigili del Fuoco, da una macchina messa a disposizione dall'ambasciata italiana e da una camionetta delle Forze Armate iraxùaxie, Via TaggLxuato la cittè deva¬ stata nonostante le strade invase da auto e persone in fuga e ha iniziato il lavoro. A dirigere le operazioni il direttore generale della Protezione civile ed esperto in emergenze internazionah. Agostino Miozzo, che ha il compito di coordinare le squadre inviate da altri paesi dell'Unione europea visto che l'Italia è presidente di turno dell'Ile. Era già buio quando il primo convoglio itahano è giunto a destinazione. «Questo - ha raccontato un esperto della Protezione Civile che fa parte della spedizione rende, ovviamente, più difficili le operazioni di soccorso, ma contiamo di poter entrare in azione subito». Il buio, nella regione di Bam, è accompagnato da un brusco abbassamento della temperatura. Le temperatura massime sono di circa tredici gradi e le minime toccano i quattro o i cinque gradi sotto lo zero. Ijb previsioni dell'Organizza- zione Mondiale di Metereologia parlano di un peggioramento delle condizioni atmosferiche, con l'arrivo di piogge e sporadiche nevicate. Per questo bisogna agire in fretta, portare medicine, coperte, cibo, tende a chi è rimasto senza casa. «Sono state le autorità iraniane sottolinea l'esperto della Protezione Civile - ad avvertirci. Ci hanno spiegato che servono più che mai interventi nei villaggi periferici, perchè a Bam sono giunti moltissimi aiuti, da tutto il mondo. E noi, ovviamente, abbiamo immediatamente seguito le loro indicazioni e ci siamo messi in viaggio. Il tempo di prendere i contatti con le autorità locali, tramite l'ambasciata italiana a Teheran, di raccogliere le loro indicazioni e a due ore dal nostro arrivo eravamo già in viaggio». All'interno del gruppo, nonostante si tratti di persone con grande esperienza, tutti - dai medici ai vigili del fuoco - hanno ancora negli occhi le immagini viste all'aeroporto di Bam. «Il primo impatto è stato impressionante -spiega l'esperto della Protezione civile l'aeroporto è diventato un enorme ospedale, punto di snodo per il trasferimento dei feriti verso le diverse zone dell'Iran dove è possibile assisterli). E poi morte e costruzione, ovunque. «Sono pochissimi gli stabili ancora in piedi, manca quasi ovunque l'energia elettrica, lo scenario è davvero drammatico». Le squadre di soccorso italiane, dunque, sono concentrate nei villaggi taghati fuori dai primi soccorsi, presto saranno raggiunte dai rinforzi:il secondo C-130 della 46esima brigata aerea con una nuova squadra di Vigili del fuoco, una jeep equipaggiata con sonde, foto¬ cellule, geofoni, mini telecamere, divaricatori e cesoie idrauliche, oltre ad attrezzature logistiche. Il terzo convoglio di Vigili del fuoco e personale della Croce Rossa con medici esperto insieme con medicine, ospedah da campo e attrezzature specializzate è partito ieri sera. «Non perdiamo la speranza - conclude l'esperto del Dipartimento- di poter salvare ancora qualcuno dalle macerie. E aiutare, ovviamente, tutti quelli che si sono salvati, ma sono rimasti senza casa, senza cibo ed hanno più che mai bisogno del nostro aiuto». Una casa crollata, come altre centinaia di edifici, a Bam per il devastante*eTemoto che ha colpito la città all'alba di venerdì

Persone citate: Agostino Miozzo, Flavia Amabile

Luoghi citati: Algeria, Iran, Italia, Pisa, Roma, Teheran