Kamikaze contro Musharraf: 15 morti, 46 feriti

Kamikaze contro Musharraf: 15 morti, 46 feriti SOSPETTI SU SETTORI DEVIATI DELL'ESERCITO CHE AVREBBERO LEGAMI CON I TERRORISTI Kamikaze contro Musharraf: 15 morti, 46 feriti Il secondo attentato in due settimane a cui il presidente pakistano scampa corrispondente da NEW YORK Per la seconda volta in II giorni il presidente pakistano, Pervez Musharraf, è sfuggito per poco ad un attentato. Nel giorno di Natale, come già avvenuto il 14 dicembre, l'agguato è scattato nella città di Rawalpindi mentre la carovana di auto con la vettura presidenziale attraversava una delle principah arterie. Come avvenne allora anche in questa occasione il presidente è scampato per miracolo alla morte. Se il luogo è stato lo stesso la tecnica scelta è stata tuttavia più raffinata. In quest'ultima occasione due vetture-kamikaze sono infatti riuscite a infiltrarsi nel convoglio - una all'inizio ed una alla fine - muovendosi a sorpresa da stazioni di benzina ed esplodendo in prossimità dell'auto con a bordo Musharraf, che però è rimasto del tutto illeso. Il bilancio finale è pesante: 15 le vittime e 46 i feriti, molti dei quali versano in serie condizioni. Musharraf si è presentato in tv poco dopo lo scampato pericolo accusando «gruppi estremisti che nulla hanno a che vedere con l'Islam» ed assicurando la volontà personale di «combattere il terrorismo con ogni mezzo a disposizione». «L'attentato che è avvenuto aveva un obiettivo specifico - ha detto il presidente in tv, con tono di sfida - e questo obiettivo ero io, ma tali attentati non fanno altro che accrescere la mia determinazione nel voler sradi- care i terroristi e gli estremisti da questo Paese e, con l'aiuto di Allah, completerò con successo questa missione». I sospetti si indirizzano verso due gruppi fondamentalisti islamici più volte indicati in passato come ramificazioni pakistane dell'organizzazione di Al Qaeda: Lashkar-e-Jhangvi e Jaish Mohammed (Esercito di Maometto). In un recente nastro audio attribuito al vice di Osama bin Laden, Ayman al- Zahwairi, si incitavano i militanti a rovesciare Musharraf ed ora l'intelligence pakistana ritiene che la pista da seguire siano proprio i legami fra Al Qaeda ed alcuni elementi deviati delle forze armate. Rawalpindi infatti è una città disseminata di caserme e centri militari - vi ha sede anche il quartier generale delle forze armate - e l'attentato è avvenuto per due volte in un' area molto sorvegliata: tutto ciò fa supporre l'esistenza di complicità all'interno degli apparati di sicurezza. Le stesse comphcità che, secondo l'intelligence americana, consentirebbero ad Al Qaeda ed a ciò che resta dei taleban di operare dalle regioni al confine con l'Afghanistan. Le indagini scattate dopo l'attacco di Natale hanno portato ad identificare uno dei due attentatori - che sarebbe un cittadino straniero - ed all'arresto di un imprecisa¬ to numero di sospetti. Il ministro dell'Interno Falsai Saleh Hayat ha rifiutato di rendere nota l'identità del kamikaze per n n compromettere le indagini in corso. Al Qaeda considera Musharraf un nemico giurato a causa del sostegno che diede agli Stati Uniti nella guerra in Afghanistan: all'indomani degli attacchi dell' 11 settembre 2001, il Pakistan ruppe ogni legame con i taleban del mullah Omar, che fino a quel momento aveva appoggiato con aiuti finanziari e militari, e decise di concedere basi alle forze speciali americane affinché potessero lanciare l'attacco contro i miliziani di Osama Bin Laden. Il duplice attentato fa comunque apparire vulnerabile ed in difficoltà il generale-presidente. «Si tratta della più seria falla nella protezione del presidente da quando arrivò al potere quattro anni fa - osserva Musbaid Hussain, senatore del partito di maggioranza "Lega Musulmana" - e dimostra non solo un collegamento fra i due attentati ma che i terroristi sono assai bene organizzati, riescono ad operare con facilità nel cuore del Pakistan, dove si presume che nessuno possa neanche avvicinarsi al presidente». Una delle ipotesi degli inquirenti è che gli attentatori abbiano un infiltrato dentro la polizia della città, grazie alle sue indicazioni sarebbero riusciti per due volte a conoscere con sufficiente anticipo il percorso del convogUo di auto di Pervez Musharraf. [m. mo.J La polizia pakistana a Rawalpindi chiude la strada dove è stato compiuto l'attentato contro il presidente

Luoghi citati: Afghanistan, New York, Pakistan, Stati Uniti