Denuncia ^arbitro, dovrà risarcirlo

Denuncia ^arbitro, dovrà risarcirlo SENTENZA PILOTA NEI CONFRONTI DI UN TIFOSO-AZIONISTA: NON CE'NESSO TRA QUOTAZIONI E DECISIONI DEI FISCHIETTI Denuncia l'arbitro, dovrà risarcirlo «Trentalange non ha influito sul calo in Borsa della Roma» retroscena Alberto Caino TORINO LA Roma vola in campionato, miglior gioco e primato in classifica, eppure in Borsa ieri ha perso r8.5307o. Non sono dunque i risultati a determinare le quotazioni. Ma un tifoso-azionista del club giallorosso ha fatto causa all'arbitro Alfredo Trentalange (che ha chiuso a giugno la sua carriera da intemazionale) sostenendo di aver subito un danno patrimoniale di 235,19 euro a causa della picchiata del titolo dopo la sconfitta della Roma a Bergamo (1-2), il 19 gennaio 2003. Avendo espulso Emerson dal campo e Capello dalla panchina, l'arbitro torinese avrebbe svolto un ruolo decisivo «influenzando» il rendimento di Totti e colleghi anche sul mercato borsistico. Il giudice di pace torinese Rosa Battaglia non ha però condannato l'arbitro, bensì il tifoso-azionista a pagare una somma tripla a Trentalange per (dite temeraria». Una sentenza pilota che blocca uno scenario molto più velenoso delle polemiche dei bar-sport mediatici e dei loro tenori. Perché, se il giudice avesse dato ragione a tal Edgardo Colabelli, possessore di 1200 azioni A.S. Roma, con l'anno nuovo avremmo avuto arbitri tarantolati, oltre che da moviole e movioloni, anche da tifosi-azionisti in agguato giudiziario. Non c'è nesso fra sconfitte sul campo e valori borsistici, tanto meno esiste lo straccio di una prova che un arbitraggio, infausto o fehce (secondo i punti' di vista), possa influenzare i guadagni e le perdite di azionisti schierati su opposte sponde. In quell'ottica, arrivare all'aggiotaggio e all'insider trading sarebbe una diavoleria oggi francamente impensata e impensabile da tutti, o forse no? L'avvocato Stefano Donvito aveva citato in giudizio Trentalange concentrandosi sul gruzzoletto eroso del suo cliente tifoso e azionista romanista e su una cronaca di Atalanta-Roma del campionato scorso a dir poco appassionata: «Con la Roma in vantaggio, il Sig. Trentalange ha dapprima espulso, per doppia ammonizione al 2 r, il giocatore romanista Emerson, al 30" l'allenatore Capello e al 31" il dirigente TempestiUi, entrambi per proteste. Con la squadra ospite in inferiorità numerica, privata ingiustamente dell'allenatore e così emotivamente scossa, l'Atalanta pareggiava al 41" e passava in vantaggio, poi mantenuto sino al termine dell'incontro, al 42" del secondo tempo». Niente paura. «Fin qui non vi sarebbe nulla di strano - aveva aggiunto il legale - Null'altro se non una normale partita di pallone, potrebbe dirsi. E così, in effetti, sarebbe se non fosse che il risultato della partita è stato inequivocabilmente influenzato, a tacer d'altro, dal colpevole operato del Sig. Trentalange...». Dopo aver minuziosamente ricostruito la genesi dei cartellini rossi e gialli - nessun riferimento cromatico ai colori della Roma - sbandierati per il campo di Bergamo dal lanzinecco Trentalange, l'avvocato concludeva: «Se qualcuno pensasse poi che questo momento, per così dire, di lucida fohia fosse terminato con le 3 espulsioni, si sbaglia di grosso». La causa contro Trentalange doveva a suo avviso contemplare anche il rapporto che portò alla squalifica per una giornata di Panucci e Pelizzoli. Altro che titolo deprezzato. Per la verità, la caduta in Borsa della Roma che indusse il tifosoazionista a decidere la rivalsa nei confronti di Trentalange, si sarebbe consumata non il lunedì dopo a quella partita, ma nei due mesi successivi. I legali dell'arbitro, gli avvocati Giorgio e Luca Merlone, hanno avuto buon gioco a farlo notare al giudice. Il magistrato onorario ha convenuto che la pretesa del tifoso-azionista deve essere considerata «arbitraria» (guarda un po' il gioco di parole). «Ciò è pure confermato dagli articoli di giornali prodotti dallo stesso promotore della causa, che riportanQ un altro caso di presunti errori arbitrali a danno della Roma compiuti dall'arbitro Treossi che non pare abbiano dato luogo ad alcuna perdita di valore del titolo di questa società». Ora si aprirà un dibattito mediatico sull'arbitro in toga? Primo caso in Italia: per il giudice di pace è stata una «lite temeraria» La condanna: pagherà 3 volte la somma richiesta La partita «incriminata» è Atalanta-Roma del 19.1.2003 L'arbitro Trentalange (nella foto con Capello) espulse il giocatore Emerson, l'allenatore giallorosso e il dirigente Tempestilli

Luoghi citati: Bergamo, Italia, Roma, Torino