«Ora prevedete 'imprevedibile»

«Ora prevedete 'imprevedibile» SFERA DI CRISTALLO E BUONSENSO PER CAPIRE IL 2004 «Ora prevedete l'imprevedibile» Cinque «se» per capire in che mondo vivremo Niente ripresa? Solo l'America potrà salvarci Warner 0' Doom* — se le cose volgessero al — peggio? Con un po'di fortu-. na, e di sana gestione, non dovrebbero. L'economia mondiale sembra aver superato il punto critico, ma è bene ricordarsi il mantra del risk management: «Prevedi l'imprevedibile». Partendo da questi presupposti, abbiamo chiesto a un esperto di rischi di scrivere per «Il mondo nel 2004» quah sventure potrebbero sconvolgere i mercati mondiali. Ecco la sua scelta dei cinque principah rischi per il 2004. Se la ripresa a livello mondiale non prende piede. Se si presta fede ai mercati finanziari, l'economia mondiale è in via di guarigione. I mercati dei titoli si sono risollevati, nella banche centrah si toma a parlare di inflazione e non più di deflazione, le obbligazioni a lungo termine hanno ripreso vigore molto più rapidamente di qualunque previsione. Ma mentre i mercati finanziari vanno decisamente verso la ripresa, nell'economia reale i guasti sono tutt'altro che sanati. I livelli del debito al consumo degh americani sono ai massimi storici e il deficit di bilancio degh Stati Uniti ogni mese entra sempre di più nel rosso. L'Unione europea e il Giappone, malgrado qualche (recente) segno incoraggiante, sono più che altro spettatori della corsa per riavviare la ripresa a livello mondiale. Per gli Stati Uniti, la ricompensa per i bassi tassi di interesse e l'elevato deficit di bilancio arriverà probabilmente nel 2004, quando l'amministrazione Bush ha previsto che la ripresa sarà definitivamente riawiata. Tuttavia gh squilibri a livello globale potrebbero essere così massicci che la sola America non basterebbe a controbilanciarli. Se così fosse, la sola via di uscita sarebbe un'altra recessione mondiale guidata dall' America. Se l'Iran o Corea del Nord tirano troppo la corda. Per il 2004 Bush spera di poter rivolgere la sua attenzione verso le questioni interne in vista delle elezioni nazionali. L'Iran e la Corea del Nord potrebbero intrawedere in questo fatto una ghiotta opportunità. Nell'ottobre 2003 l'Iran ha compiuto dei passi concilianti, ma i dubbi sulle sue reali intenzioni rimangono. Se l'Iran decide di mandare avanti il suo programma nucleare o pone troppe condizioni al regime di ispezioni proposto dall'Onu, o se la Corea del Nord decidere di dar seguito alle sue minacce di test atomici, si rischia una crisi nucleare a livello mondiale come quella dei missili a Cuba del 1962. Bush ha dimostrato di non disdegnare i rischi, per cui, se decide che la posta in gioco è troppo alta, potrebbe rispondere con la forza a queste provocazioni. Nel caso dell'Iran potremmo assistere a un attacco chirurgico alle installazioni nucleari. Nel caso della Corea del Nord potrebbe esserci la minaccia di un intervento mihtare americano che seminerebbe il panico da Seul a Pechino, da Tokyo fino a Mosca. Se i negoziati sul commercio mondiale falliscono. Dopo la débàcle di Cancùn del settembre 2003, il round di Doha dei negoziati intemazionali sul commercio potrebbe fallire definitivamente nel 2004. Il fallimento segnerebbe probabilmente la fine di un'era che ha visto gli scambi intemazionah aumentare di ben 22 volte a partire dal 1950. La fine del consenso (nato dopo la seconda guerra mondiale) su un commercio intemazionale più libero spingerebbe quasi sicuramente i Paesi a unirsi ai blocchi commerciah emergenti in un'ottica di accordi che favoriscono alcuni Paesi e ne escludono altri. Il prezzo da pagare per questo regime di scambi internazionali assai meno efficiente sarebbe una notevole riduzione del potenziale di crescita dell' economia mondiale nel suo insieme. Ma a perderci veramente sarebbero i Paesi più poveri del mondo, cioè proprio quelli che il round di Doha dovrebbe aiutare. Infatti finirebbero per essere i meno ricercati in un contesto di suddivisione del mondo in blocchi commerciah in concorrenza tra loro. Se la Sars torna a infierire. Nei primi sei mesi del 2003 la sindrome respiratoria acuta nota come Sars ha mietuto più di 700 vittime in tutto il mondo e portato diverse economie asiatiche suU'orlo della recessione. Tuttavia i timori più grandi sulla diffusione del a malattia non si sono mai materializzati, tanto che, dopo tre mesi in prima pagina, l'epidemia si è calmata. La Sars potrebbe però ricomparire nel 2004. Infatti è raro che le malattie come la Sars scompaiano da sole e del resto la sua origine è ancora ignota. In Cina, Paese da cui si è diffusa l'epidemia, alcune delle misure imposte dalle autorità sanitarie durante il culmine delTepidemia sono state allentate. Nella peggiore delle ipotesi, un nuovo scoppio dell'epidemia nel 2004 potrebbe avere un'intensità molto maggiore di quello iniziale. Se l'epidemia prende piede in zone dove la sanità pubblica è rudimentale, ad esempio nell'Africa subsahariana, potrebbe innescarsi una pandemia planetaria con conseguenze catastrofiche per l'economia. Se gli accordi finanziari finiscono nel caos. La debolezza dei sistemi bancari è stata la causa di molte delle crisi finanziarie degh ultimi anni. Il nuovo regolamento globale per la sicurezza bancaria, conosciuto come «Basilea 2», già posticipato ma che sarà probabilmente approvato nel 2004, dovrebbe tutelare il sistema bancario intemazionale dalle future crisi. Ma i piani per finalizzare il nuovo standard potrebbero impantanarsi. Diversi gruppi di potere finanziari hanno infatti intensificato gli attacchi al nuovo sistema. Del resto nemmeno i regolatori riescono a mettersi d'accordo: gli Stati Uniti hanno dichiarato che solo poche delle maggiori banche americane saranno giudicate in base allo standard Basilea 2; le autorità dell'Ue stanno pianificando invece una sua applicazione generalizzata. L'entità deUe forze ostili al progetto e la grande complessità deUe proposte rischiano di farlo naufragare. Se l'accordo Basilea 2 dovesse morire, gli standard bancari mondiali resterebbero comunque attivi, ma si tratterebbe deUe regole sancite dall'accordo Basilea 2 del 1988, queUe stesse regole cioè che hanno consentito la frode creditizia che ha portato alla crisi asiatica del 1997; non certo l'ideale per stabilizzare i mercati finanziari mondiali. *guida spirituale del Country Risk Service presso l'Economist Intelligence Unit 2004 E se l'Iran e la Corea tirano troppo la corda? La distrazione elettorale del presidente Bush potrebbe indurli a qualche colpo di testa Tuttavia gli squilibri minacciano di divenire così grandi che nemmeno gli Usa avrebbero la forza di correggerli da soli Che danni farebbe il fallimento del Wto? Causerebbe una riduzione generalizzata della capacità di produrre ricchezza A perderci veramente sarebbero i Paesi più poveri del pianeta: se si ritorna ai blocchi commerciali, vincono soltanto i pezzi grossi Paura. La Sars minaccia ancora Doha ut des. Cattive relazione all'ultimo vertice commerciale planetario

Persone citate: Bush