Ritornano i Cobas del latte e i trattori bloccano le strade

Ritornano i Cobas del latte e i trattori bloccano le strade IN 200 INTERROMPONO LA TANGENZIALE DI MILANO E LA FERROVIA TRA LOMBARDIA E VENETO Ritornano i Cobas del latte e i trattori bloccano le strade «IH 0 gennaio dovremo pagare, le multe ingiuste che sono state decise dall'Ile: se il Consiglio dei ministri non interviene, noi andremo avanti a oltranza, proprio come abbiamo fatto nel '97» MILANO Dicono di avere 232 milioni di buone ragioni. Quanti sono gli euro che dovrebbero pagare di multa il primo gennaio, per aver splafonato la produzione di latte per la campagna 2002-2003. In duecento coi trattori, per far sentire la loro voce, stavano da più di un mese dietro Villa San Martino, la residenza di Arcore di Silvio Berlusconi. E siccome non li filava nessuno, hanno deciso di alzare il tiro. In duecento prima hanno bloccato la ferrovia Milano-Venezia all'altezza di Ciliverghe, uno dei luoghi simboli della protesta degli allevatori che nel '97 paralizzarono il Nord. Poi si sono messi di traverso sulla tangenziale di Milano all'altezza dello svincolo di Agrate, il più vicino ad Arcore, provocando fino a sera per tutto il pomeriggio dodici chilometri di coda in direzione Nord e sette verso Sud. E per oggi annunciano il bis. Roberto Cavaliere, il leader della Liag - la Federazione italiana liberi imprenditori agricoli, come si chiamano adesso i Cobas del latte promette sfracelli se il governo non manterrà gli impegni: «Oggi doveva esserci a palazzo Chigi un incontro con Bossi, Tramonti, Alemanno e Letta, si dovevano ratificare le proposte uscite dal tavolo tecnico nei mesi scorsi, l'incontro è slittato». L'appuritaméiitb è. saltato e i Cobas fanno pressione perchè se ne parli e ci sia una decisione oggi nel Consiglio dei ministri, ultimo del¬ l'anno. Anche perchè - come dice il leader dei Lobas - il tempo stringe: «Il primo gennaio entra in vigore la legge per il pagamento delle quote. Non possiamo accettare un rinvio e loro non possono andare a sciare e rimandare tutto al 15 gennaio. Se lo fanno andremo avanti a oltranza. Faremo come abbiamo già fatto nel '97». Lo spauracchio - agitato come la bandiera bianca e nera con la mucca Ercolina, da sempre il simbolo della loro protesta - è quello di ritornare coi trattori in autostrada come a Vancimuglio in provincia di Vicenza, a Linate alle porte di Milano o sui binari, ancora una volta a Ciliverghe, provincia di Brescia. Un allevatore di Lodi a fianco del suo trattore fa capire che non è uno scherzo: «Altro che Capodanno, siamo pronti a stare qui fino a Pasqua». Anche perchè non c'è solo il timore delle multe o delle quote lasciate agli allevatori italiani che loro ritengono troppo strette. Ad affollare d'incubi le notti dei fattori italiani c'è pure la voragine Parmalat che insieme a un bel po' di risparmiatori rischia di inghiottire anche i guadagni degli allevatori che al colosso emiliano vendevano buona parte della produzione. Un produttore della campagna attorno a Parma è tra i più preoccupati: «Sto aspettando di essere pagato da più di tre mesi». Tra multe da pagare tra meno di dieci giorni, quote che strangolano la produzione e crisi di un settore a cui non è stato messo mano da tempo, per non parlare della crisi dovuta alla mucca pazza, gli allevatori non sembrano più disposti ad aspettare. E allora - dopo un mese sul prato dietro alla villa del presidente del Consiglio alle porte di Milano - è bastato un niente per decidere di fare la voce grossa. Accesi i motori dei trattori, non c'è voluto molto per andare fino a Ciliverghe, uno dei luoghi simboli della protesta. Mentre altri - in pullmann e in auto, 250 dicono loro - si mettevano di traverso sulla tangenziale Est all'altezza di Agrate. Con un risultato da brivido, in questi giorni di festa: anche due ore di ritardo per 30 treni, alcuni deviati verso Mantova, per non parlare del traffico in tilt sul raccordo attorno a Milano. «E non è ancora finita», promettono i Cobas, che di pagare e rientrare nei ranghi proprio non ne vogliono sapere. Nemmeno se glielo chiede il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: «Ci siamo battuti con Bruxelles per ottenere un accordo che soddisfi la maggioranza degli allevatori, adesso la minoranza rispetti quegli accordi». Al governatore lombardo, il portavoce dei Cobas Roberto Cavaliere risponde che non se ne parla: «Formigoni dovrebbe tutelare gli allevatori da una legge che li danneggia. Tanto più che la Lombardia è la regione più colpita, visto che il provvedimento obbliga a ritornare ai livelli di produzione del '98 mentre in questi anni è cresciuta del 150z4». E allora la parola ritoma a palazzo Chigi, al Consiglio dei ministri di oggi, dove i Cobas sperano che si parli del problema. Altrimenti va a finire come sei anni fa. Parola di Roberto Cavaliere: «Né discuteremo tra di noi, siamo pronti a bloccare di nuovo tutto, ferrovia e tangenziale, e se non basta anche l'aeroporto di Linate». [f. poi.] Da un mese erano sul prato dietro alla villa di Berlusconi ad Arcore Nessuno li ha ascoltati Preoccupa anche la crisi Parmalat: molti allevatori vendono la produzione all'azienda emiliana a4, mmim : TORINO I Cobas del latte hanno interrotto a lungo la tangenziale Est di Milano: si sono formate code di dieci chilometri

Persone citate: Alemanno, Berlusconi, Bossi, Formigoni, Letta, Roberto Cavaliere, Roberto Formigoni, Silvio Berlusconi