Il micb di casa? Un killer

Il micb di casa? Un killer | ETOLOGIA | IL COMPORTAMENTO DEI FEUNi Il micb di casa? Un killer SFATATA LA DICERIA CHE IL GATTO DOMESTICO VIZIATO DAL PADRONE ATTENUI I SUOI ISTINTI Isabella Lattes Coifmann ^^" OPI? No, grazie, preferisco una bella scatoletta. Negli spot pubblicitari vediamo ogni giorno gatti che si leccano i baffi dopo aver trangugiato questo o quell'intingolo fabbricato appositamente per loro. Dov'è finito il famoso gatto killer dei topi, quello che gli antichi Egizi usarono per salvarsi dal grano dal flagello dei roditori? Il gattino domestico che non ha mai visto un topo, quando ne incontra uno per la prima volta non sa che fare. Si trova in situazione conflittuale, in bilico tra l'istinto di uccidere e il timore di un animaletto che non conosce. Invece il topo appare sicuro di sé, più curioso che spaventato. Il verbo "uccidere" fa parte del patrimonio genetico deifelino. Va detto però che i killer più efficienti sono quelli addestrati alla caccia dalla madre nell'età dell'imprinting, tra la sesta e la ventesima settimana dalla nascita, e che in situazioni particolari il rapporto preda-predatore cam3ia. Fa testo la classica esperienza dello psicologo ZingYang-Kuo che allevò alcuni gattini insieme con una coppia di topi. Ebbene, per quei gatti i topi non erano prede, ma "animali di famiglia". C'è chi sostiene che il gatto, coccolato, viziato, soprattutto ben nutrito, abbia perduto il suo istinto di predatore. A pancia piena le prede non gli farebbero più gola. Così come hanno perduto i loro istinti originari gli animali che gravitano nella sfera dell'uomo. Ma è proprio vero? Non si può negare che l'uomo abbia stravolto gli istinti degli animali che è riuscito a addomesticare. Li ha strappati dal loro habitat e li tiene prigionieri. Li protegge, d'accordo, ma già il solo fatto di vivere all'ombra della protezione umana costituisce una condizione innaturale. In assenza di predatori, gli animali domestici non hanno più bisogno di lambiccarsi il cervello per escogitare astute strategie di caccia. Hanno la razione di cibo che arriva a domicilio a ora fissa. Sono costretti a fare vita sedentaria in spazi spesso troppo angusti, mentre erano abituati a occupare grandi distese, savane o foreste. Perfino a far l'amore non c'è più gusto quando non si può scegliere liberamente il partner e si è costretti ad accoppiarsi con quello che l'uomo impone. Con questa esistenza pianificata, l'animale domestico non ha modo di acquistare esperienza. Il suo cervello lavora sempre meno e quindi parzialmente si atrofizza. Si conferma quanto era già stato constatato oltre trent'anni fa: che il cervello degli animali domestici pesa fino al trentacinque per cento in meno rispetto a quello delle specie selvatiche. Cambia anche il ritmo riproduttivo rispetto a quello dei selvatici da cui si sono originati. L'oca selvatica, grande volatrice, ha un lungo fidanzamento e rimane unita al partner per tutta la vita. E' una perfetta monogama. La grassa oca domestica, al contrario, troppo pesante per volare, ha cambiato abitudini. E' diventata poligama. Il maschio civetta con numerose femmine e si accoppia - naturalmente - con tutte quante. Il ritmo stagionale della riproduzione scompare e l'oca diventa più spesso disponibile all'accoppiamento. Come si può definire un animale domestico? Juliet Clutton Brock, del Museo di Storia Naturale londinese lo definisce "un artefatto culturale della società umana". In pratica è un essere allevato da una comunità di uomini che controllano la sua riproduzione, il suo territorio, la sua alimentazione. Da questo punto di vista però il gatto costituisce un'eccezione. E' addomesticato, per così dire, solo a metà. Quando gli fa comodo accetta la protezione del padrone; ma quando gliene salta il ticchio, abbandona le mura domestiche e se ne va a zonzo. Lo fa quando ha voglia di far l'amore (e il partner se lo sceglie lui), lo fa quando vuole assaporare il gusto della vita all'aria aperta, lo fa soprattutto quando gli si risveglia l'istinto del predatore che sonnecchiava dentro di lui, ma non era affatto spento. Chi possiede un gatto libero di uscire di casa sa benissimo che spesso e volentieri il micio ritoma dalle sue escursioni «extra moenia», fuori delle mura domestiche, con un trofeo di caccia, una lucertola o un uccellino che si va a sgranocchiare tutto soddisfatto in un angolino nascosto. Sbagliava chi pensava che anche il gatto domestico avesse perduto l'istinto di predatore: una ricerca fatta in Inghilterra da due biologi britannici ha dimostrato che le cose non stanno affatto così. Sono inte¬ ressanti i risultati ottenuti da Peter B. Churcher e John B. Lawton, secondo cui le prede dei gatti sono soprattutto uccelli e piccoli mammiferi, come topi, arvicole e toporagni. Stando alle stime dei due studiosi, i gatti domestici uccidono in Gran Bretagna almeno venti milioni di uccelli all'anno. I cacciatori più accaniti sono i gatti giovani. Quelli vecchi diventano pigri e hanno meno voglia di cacciare. Quando c'è cattivo tempo, saggiamente preferiscono il tepore delle case. Chi l'avrebbe mai detto? Per quanto ben nutriti dai loro padroni, i gatti domestici si rivelano i più formidabili killer dell'ecosistema urbano e suburbano, almeno per quanto riguarda la Gran Bretagna. Sarebbe interessante conoscere la situazione italiana e quella di altri Paesi europei. La cosa strana è che la violenta offensiva contro i gatti killer è stata scatenata da un australiano, lo zoologo David Patton, che ritiene responsabili i gatti del suo Paese del declino numerico di specie endemiche australiane, come il bandicoot coniglio, il bandicoot dorato e la bettogia continentale. I superstiti di questi marsupiali notturni sopravvivono oggi solo nelle isole, dove gatti e altri predatori non li possono raggiungere. In alcune località australiane si è ai .'vati persino a istituire il coprifuoco per i felini domestici. Proibito farli uscire dalle 8 di sera alle 6 del mattino, pena una forte multa, addebitata naturalmente al proprietario. Chissà che cosa ne pensano i diretti interessati. LE COCCOLE E I PASTI GARANTITI NON IMPEDISCONO INCURSIONI ALLA CACCIA DI PREDE E LA RICERCA DI PARTNER GRADITI. IN AUSTRALIA CE' ADDIRITTURA CHI LANCIA UN ALLARME: I GATTI VENGONO ADDITATI COME RESPONSABILI DEL DECLINO DI DIVERSE SPECIE Gatto e topo: un binomio tipico di preda e predatore

Persone citate: Churcher, David Patton, Gatto Domestico, Isabella Lattes Coifmann, Juliet Clutton Brock, Lawton

Luoghi citati: Australia, Gran Bretagna, Inghilterra, Opi