«Saddam catturato dai curdi drogato e consegnato agli Usa»

«Saddam catturato dai curdi drogato e consegnato agli Usa» «Saddam catturato dai curdi drogato e consegnato agli Usa» Rivelazione del britannico Sunday Express: «Preso grazie alla soffiata di un capo clan che voleva vendicarsi per una figlia violentata da Uday Hussein» NEW YORK Saddam Hussein non è stato trovato dall'intelligence americana, ma catturato dai guerriglieri curdi che poi lo hanno passato agli Stati Uniti in cambio del controllo nel Nord del Paese. E' l'ultima versione, o forse l'ultima leggenda, pubblicata ieri dal giornale britannico Sunday Express. Ma mentre le rivelazioni sui particolari della cattura continuano ad inseguirsi, con maggiore o minore credibilità, un elemento sembra emergere ovunque con discreta coerenza: l'ex Raiss aveva un ruolo nella guerriglia più operativo di quanto si pensasse. E le informazioni trovate nel luogo del suo arresto, insieme al sequestro di soldi in giro per il Medio Oriente, stanno consentendo al Pentagono di assestare colpi importanti alla resistenza. Secondo la rivelazione del Sunday Express, Saddam era finito nelle mani dei peshmerga dell'Unione Patriottica del Kurdistan, cioè la formazione guidata da Jalal Talabani, che infatti era stato il primo a dare la notizia dell'arresto all'agenzia iraniana Ima. Gli avevano messo le mani addosso grazie alla soffiata di un membro della tribù al-Jabour, che aveva un vecchio conto aperto con l'ex Rais, perché sua figlia era stata violentata dal figlio Uday. La Upk si contende la leadership nel Nord del Paese con l'altra formazione curda di Massoud Barzani, il Partito Democratico del Kurdistan, e quindi ha deciso di usare il colpo di fortuna come una merce di scambio. Ha negoziato la consegna di Saddam con gli americani, e in cambio ha chiesto la promessa di governare la regione settentrionale dell'Iraq. Quando la trattativa è andata in porto i guerriglieri curdi hanno drogato Saddam, come ha denunciato sua figlia, e hanno indicato alle forze di occupazione il posto dove andarlo a prendere. La credibilità di questa versione potrà essere verificata nel prossimo futuro, guardando il ruolo che Washington assegnerà a Talabani nella gestione del Paese. Ma in piedi restano anche altre storie concorrenti. Secondo il New York Times e il New York Post, la chiave della cattura rimane un uomo grasso di mezza età, che faceva parte delle forze speciali di sicurezza. Quando gli americani erano arrivati alle porte di Baghdad, Saddam era ancora in città. Il 9 aprile si era fatto vedere nella moschea Abu Hanifa del distretto Aoliamiya, cercando di spronare i suoi fedelissimi a difendere ancora la capitale. Poi insieme al figlio Qusay, prima a bordo di una Mercedes blindata e quindi di una Nissan, aveva provato a scappare oltre il fiume Tigri nel distretto Khadamiya, presidiato dai Fedayn comandati dall'altro figlio Uday. Non ci era riuscito, perché i carri armati americani erano a un miglio di distanza e il fuoco era molto intenso, e quindi era tornato indietro. Ancora per qualche giorno si era nascosto a Baghdad, e poi era fuggito a bordo di un taxi verso Nord, dove si era separato dai figli: Uday e Qusay erano andati a Mosul, dove sarebbero stati uccisi alla fine di luglio, e lui invece si era rifugiato nella zona di Tikrit, sua città originaria. Per circa nove mesi ha girato da un'abitazione all'altra, usando soprattutto una ventina di casupole come quella dove è stato catturato. Poi gli americani hanno capito che per trovarlo non dovevano puntare sui pezzi grossi del vecchio regime, ma sulle pedine meno conosciute e più fedeli. Hanno scoperto il ruolo del «grassone» e lo hanno catturato a Baghdad: dopo quattro ore di interrogatorio l'informatore ha ceduto, indicando il nascondiglio nella fattoria di Ad Dawr che apparteneva a Qais Naqim, ex guardiano di un palazzo presidenziale arrestato poi sul posto. «Cercate una struttura sotterranea», aveva detto l'uomo indirizzando gb americani verso lo stesso luogo dove Saddam si era nascosto nel 1959, fuggendo a nuoto nel Tigri dopo il fallito attentato alla vita dell'allora leader Abdul Karim Kassem. Nella buca i soldati hanno trovato documenti che illustrano la struttura delle cellule della guerriglia, e dimostrano che Saddam aveva un ruolo attivo nella resistenza. Indicava gli obiettivi, riceveva rapporti sempre molto positivi sull'esito delle battaglie, e pagava gli attacchi. Ogni cellula era libera di agire dove voleva, pur di imbarazzare gli americani colpendo i loro soldati, gli alleati, i nuovi poliziotti iracheni, e le organizzazioni internazionali. C'era anche un comitato di otto uomini che selezionava i membri della guerriglia: «Il presiden¬ te ha bisogno di te», dicevano ai prescelti. Ora questi nomi sono nelle mani degli americani, e così si spiega la moltiplicazione dei raid negli ultimi giorni. Nello stesso tempo, le autorità Usa hanno individuato 495 milioni di dollari trasferiti in 30 banche libanesi, 800 finiti in Giordania e circa 2 miliardi in Siria. E' una parte del tesoro di Saddam, e sequestrarlo dovrebbe togliere l'aria alla guerriglia, [p. mas.] c Il giaciglio su cui dormiva Saddam nel suo rifugio a Tikrit

Persone citate: Abdul Karim Kassem, Jalal Talabani, Massoud Barzani, Qais Naqim, Rais, Saddam Hussein, Talabani, Uday Hussein