«Con la Roma voglio il riscatto» di Sensini

«Con la Roma voglio il riscatto» «Con la Roma voglio il riscatto» Ancelotti: tanti errori, ma non è crisi Sensini: in gol grazie ai pochi capelli MILANO Parola d'ordine: non siamo in crisi. Terminata la gara con l'Udinese, il Milan esorcizza il rischio che si ripeta quanto accaduto la scorsa stagione a fine gennaio, quando perse anche allora con l'Udinese e non riuscì più a tornare in corsa per lo scudetto. Lo spiega Ancelotti e lo ribadiscono i pochi giocatori rimasti negli spogliatoi (i sudamericani sono scappati in aeroporto per trascorrere in patria le festività. «Questo non è un momento negativo - sostiene il tecnico milanista - è solo una partita che è andata male. Abbiamo pagato le assenze e il gol preso a freddo, oltre al rigore sbagliato. Ripartiremo contro la Roma il 6 gennaio all'Olimpico. Spero di recuperare Nesta. La sua assenza stavolta è pesata moltissimo. Alex lavorerà anche nei prossimi giorni per farsi trovare pronto». Ancelotti nega un approccio sbagliato alla partita e difende la scelta di schierare Laursen e Serginho: «In difesa non c'erano alternative perché Costacurta era stanco, non stava bene e sabato non si è allenato. Ho inserito Serginho per sfruttare megho le fasce, dove l'Udinese è meno forte». Il tecnico chiude il suo intervento ricordando che il secondo gol dell'Udinese (autore Sensini) era viziato da un fuorigioco. Lo stesso Sensini ritiene che in occasione del rigore milanista Inzaghi era partito da posizione irregolare. «Comunque - aggiunge il difensore - con questa rete, realizzata grazie ai pochi capelli che mi sono rimasti in testa, ho riscattato l'autorete dello scorso anno su punizione di Rivaldo». «Abbiamo imparato la lezione che ci ha impartito tempo fa la Juventus nel finale: stavolta siamo stati bravi a reggere fino in fondo il ritomo dell'avversario», spiega Bertotto. Aggiunge Spalletti: «Vittoria meritata. Complimenti ai ragazzi specie per il primo tempo quando siamo stati bravi a imporre il nostro gioco». E lancia un appello alla sua società: «Pizarro ci serve perché è il migliore in assoluto nel suo ruolo». [n. sor.]

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