Il Lecce fa tremare una Juve malata

Il Lecce fa tremare una Juve malata TRA I CAMPIONI TROPPI CASI DA RISOLVERE E COSE DA RIVEDERE Il Lecce fa tremare una Juve malata Solo nel finale della ripresa, giocata in dieci per l'espulsione di luliano, i campioni d'Italia trovano la forza di reagire alla rete segnata da Konan: Trezeguet pareggia ma non esulta Marco Ansaldo inviato a LECCE Il pareggio della Juventus a Lecce si potrebbe descrivere come l'atto epico della squadra che non molla mai e segna a tre minuti dalla fine benché le congiurino contro il risultato e l'inferiorità numerica per l'espulsione di luliano. Sì, la si potrebbe raccontare a questo modo ma sarebbe meschino e quasi offensivo per la Juve nascondere che di questo match la sola cosa che si salva è il gol segnato da Trezeguet. Il solito Trezekiller, partito dalla panchina. Il resto è meglio dimenticarlo e la sosta sarà di aiuto. Il «caso Monterò», il «caso Davids», il «caso Trezeguet»: qualcuno è vero, qualche altro è sovrastimato ma con dettagli che lo fanno sembrare reale. Casi e casini, come se ne trovano dappertutto, ma nel momento poco brillante del campionato i malumori assumono una forza sovversiva superiore alla considerazione che la squadra sta viaggiando a un ritmo più alto dell'anno scorso. Una partita sbagliata, nel solco della sconfitta patita a Roma con la Lazio, riporta a galla le inquietudine sopite dalla buona prestazione contro il Parma. Pensavamo che l'intelligente cambio di modulo e di uomini avesse guarito la Juve: ieri Lippi ha riproposto le mosse di una settimana fa eppure l'esito è stato ben diverso, segno che c'è qualcosa di più profondo che blocca i campioni d'Itaha, a sei punti dalla Roma. Ascoltiamo discorsi oziosi sulla difesa a tre che doveva sistemarsi a quattro, considerazioni speciose sul tale che avrebbe dovuto cedere il posto a quell'altro sebbene otto giorni prima fosse stato un'iradiddio. A tutte le analisi manca una riprova. La realtà è che Lippi avrebbe potuto ripetere a Lecce il giudizio espresso dopo il match dell'Olimpico: «Dopo il primo tempo, avrei dovuto cambiarne otto». Calcolati per difetto. Il pareggio (e quasi la vittoria che i bianconeri hanno sfiorato nel recupero, con il palo esterno di Camoranesi e un paio di tiracci da brivido) è stato un prodotto del Lecce, impaurito da tanta impresa, più che della forza d'urto juventina. Con un uomo in più dal 14' della ripresa, i pugliesi si sono ristretti come un golfino di lana dopo un lavaggio sbagliato. Hanno rinculato. La Juve ha preso il sopravvento, quando tutto pareva compromesso e lo sarebbe stato senza la sciagurata idea di Tonetto al 24', pure lui incredulo d'avere tra i piedi la palla del 2-0 contro il grande Moloch. Solo davanti a Buffon, Tonetto appoggiava a casaccio verso un compagno già marcato. Delio Bossi, cresciuto alla scuola di Zeman, non era di grande aiuto ai suoi. I tecnici della vecchia scuola avrebbero spezzato il ritmo della Juve piazzando un paio di cambi negli ultimi minuti. Rossi, niente. Fedele alla linea non ha dato respiro ai suoi, che aveva disposto così bene in campo, e alla fine è spuntato Trezeguet a piazzare il colpo incredibile. Sulla punizione di Appiah, il francese è scattato in posizione regolare (Camera- nesi era in fuorigioco passivo) e ha segnato con facilità. L'espressione negh occhi, il movimento delle mani, il taglio sarcastico del suo sorriso erano il messaggio inviato a Lippi, che l'aveva tenuto in panchina per un'ora. Succede sempre così quando si segna. Ci si dimentica in fretta che alla base di certe scelte ci sono presta- zioni incerte o i postumi di un infortunio. Comunque l'idea lippiana di puntare senza Trezeguet su un attacco veloce, bravo nel verticalizzare il gioco con Di Vaio e Miccoli, cozzava con le giocate sballatissime dei suoi interpreti, cominciando da Del Piero. Miccoli era atteso dal proprio pubblico ma entrava raramente nel gioco, Birindelli era l'uomo su cui poggiavano le azioni ed è tutto dire. U Lecce si chiudeva bene e lancia1 va negh spazi Chevanton, più veloce dei suoi controllori. L'uruguaiano segnava in fuorigioco al 13', sprecava a tu per tu con Buffon al 17', smarcava Cassetti che si faceva precedere da lulia- no al 19'. Ferrara era in difficoltà, Legrottaglie anche peggio. Il gol arrivava al 24', quando Chevanton dall'ala destra crossava e nessuno della Juve sapeva deviare la palla a filo delle teste. Legrottaglie si ancorava a terra, l'ultima capoccia sulla traiettoria era quella di Konan. Bastava a punire la Juve, che aveva un sussulto sul finale del tempo. Al 45' il portiere montenegrino Poleksic salvava di piede su Miccoli e respingeva anche la respinta di Del Piero, che aveva atteso troppo nel ribattere in porta. L'impressione di una Juve più gagliarda sfioriva nell'avvio di ripresa. Maresca perdeva una palla a centrocampo, luliano abbatteva Chevanton con Ledesma proiettato verso la porta. Era giusta l'espulsione che obbligava Lippi a rivedere l'assetto: già l'uscita di Legrottaglie aveva portato a rivedere la formula, con Zalayeta all'ala destra. C'era più volontà che ordine, più cuore che altro. Fuori Miccoli e poi Del Piero (assai seccato), erano l'ingresso di Trezeguet e Camoranesi a cambiare le cose, oltre ai balbettii del Lecce che sprecava le occasioni per il raddoppio e rischiava il pareggio al 27' con il portiere che bloccava sulla linea il tiro sporco di Maresca. Poi ci pensava Trezeguet. Il francese, subentrato a un deludente Miccoli, finalizza una punizione di Appiah. Camoranesi, . che ha preso il posto di uno spento e scocciato Del Piero, decisivo nella rimonta bianconera La squadra di Rossi «molla» proprio quando le parate di super Poleksic e gli errori di Di Vaio e compagni le danno l'impressione di aver compiuto l'impresa daEaAptdasl David Trezeguet, senza esultare in polemica con Lippi che non l'ha impiegato fin dall'inizio, accoglie l'abbraccio di Di Vaio STADIO DEL MARE- LECCE Spettatori: 23.336 paganti per un incasso di 672.164 euro più 7.289 abbonati per una quota gara di 81.546,88 euro. »o'Arbitro: PELLEGRINO LECCE (4-4-2) Allenatore: D. Rossi 6 Poleksic 7,5; Siviglia 6,5, Bovo 6,5, Stovini 6,5, Abruzzese 5,5; Cassetti 5,5, Ledesma 6, Piangerelli 7, Tonetto 5,5; Konan 6,5 (25' st Giacomazzi 6), Chevanton 7. L'AZIONE CLOU Il gol di trezeguet al 42' del secondo tempo JUVENTUS (3-4-2-1) Allenatore: Lippi 5 Buffon 5,5; Ferrara 5, Legrottaglie 5 (38' pt Zalayeta 6), luliano 6; Birindelli 5, Appiah 6, Maresca 5, Zambrotta 5,5; Miccoli 5,5 (16'st Trezeguet 7), Del Piero 5 (32' st Camoranesi 7); Di Vaio 5 primo tempo; 24' Konan (L) secondo tempo: 42' Trezeguet (J) Un gol nel finale di Trezeguet, entrato nella ripresa, salva la Juventus confusionaria e in dieci per l'espulsione di luliano dalla terza sconfitta nelle ultime quattro partite di campionato. Camoranesi O Appiah fa Sulla punizione centrale^Carno.ranesi di Appiah il francese v P^'f 12™ è tenuto in gioco irregolare ma dai difenson leccesi ininfluente Controllo di Trezeguet e conclusione di sinistro.