«La Libia rinuncia alle armi dì distruzione di massa» di Maurizio Molinari

«La Libia rinuncia alle armi dì distruzione di massa» NOVE MESI DI NEGOZIATI SEGRETI SULLA SPINTA DELLA GUERRA ALL'IRAQ «La Libia rinuncia alle armi dì distruzione di massa» Annuncio a sorpresa di Bush e Blair in tv Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Al termine di nove mesi di negoziati segreti con Washington e Londra il colonnello Muammar Gheddafi ha accettato di liberarsi di ogni tipo di arma di distruzione di mas^u e di accogliere da subito ispezioni intemazionali e illimitate per verificarlo. Il primo ministro britannico, Tony Blair, e il presidente americano, George Bush, hanno dato l'annuncio nella notte, a pochi minuti l'uno dall'altro, sottolineando che si tratta di un risultato della determinazione finora mostrata da entrambi nella guerra al terrorismo. «Il colonnello Gheddafi ha annunciato pubblicamente questa mattina che rivelerà l'esistenza e distruggerà tutti i programmi di armi di distruzione di massa nucleari, chimiche e batteriologiche - ha detto Bush in un'improvvisata conferenza stampa alla Casa Bianca accogliendo da subito illimitate ispezioni intemazionah». Blair da Londra ha fornito ulteriori dettagli: «La Libia si fece avanti con noi in marzo a seguito della positiva conclusione dei negoziati su Lockerbie per tentare di affrontare in ugual modo la questione delle armi proibite e ora ha dichiarato l'intenzione di smantellare completamente il proprio arsenale non convenzionale, limitando il raggio dei missih in suo possesso a non più di 300 chilometri», (di processo di smantellamento sarà trasparente e verificabile» ha aggiunto Blair, definendo il passo compiuto da Gheddafi «storico, coraggioso, da applaudire». Tripoli ha accettato anche di aderire agli accordi intemazionah sulle armi chimiche e di firmare il protocollo addizionale al Trattato contro la proliferazione nucleare. Durante i negoziati segreti Tripoli - secondo fonti britanniche e americane - ha alzato il velo su segreti a lungo gelosamente custoditi, ammettendo di avere un programma di riarmo balistico in cooperazione con la Corea del Nord e di aver tentato di arrivare all^ bomba atomica. «E' stata una decisione saggia e coraggiosa» recita il comunicato del colonnello Gheddafi, diffuso da Tripoli circa 30 minuti dopo le conferenze stampa di Bush e Blair. Washington guarda adesso a una nuova stagione dei rapporti conia Libia, individuando in Gheddafi l'esempio positivo di un leader capace di rescindere i suoi legami con il terrorismo e il traffico delle armi proibite. «La buona fede sarà ripagata, nel tempo le relazioni con gli Stati Uniti potranno migliorare» afferma Bush, sottolineando che quanto avviene è merito del fatto che «l'Iraq è stato un messaggio chiaro» per l'intera regione del Medio Oriente; posto di fronte alla guerra per disarmare Saddam Hussein, Gheddafi si è reso conto che le armi proibite in suo possesso avrebbero potuto diventare oggetto di crisi. «La guerra in Iraq e gli sforzi per fermare il programma nucleare della Corea del Nord hanno inviato un messaggio chiaro a Paesi come la Libia - sono state le parole di Bush - affinché abbandonino i programmi di armi di distruzione di massa». L'occasione è propizia per reca¬ pitare un segnale agli altri due Paesi deU'wAsse del Male» - Iran e Corea del Nord - accusati di avere armi proibite: «Spero che leader di altre nazioni prendano esempio dalla Libia di Gheddafi», dice Bush. L'intelligence americana sospetta da anni che la Libia possieda strutture di produzione di armi chimiche e batteriologiche mentre il programma nucleare sarebbe di natura più recente. A quanto è noto i missili libici a più lungo raggio sono gli Scud-B, simili a quello lanciato contro l'isola di Lampedusa dopo il raid americano su Trip. h del 1986. La Libia è stata finora inclusa nella lista degli Stati «sponsor del terrorismo» compilata ogni anno dal Dipartimento di Stato ma la conclusione in primavera dei negoziati sui rimborsi da pagare alle vittime del disastro aereo di Lockerie (l'attentato al jumbo della Pan Am sui deh scozzesi nel 1988, di cui la Libia ha riconosciuto la responsabilità) hanno creato le premesse per affrontare la questione considerata più delicata da Washington e Londra. Tripoli ammette di aver cercato di arrivare alla bomba atomica. Monito di Washington all'Iran e alla Corea del Nord «Spero che i loro leader prendano esempio dal colonnello Gheddafi» xmn jse I Il presidente Bush parla dalla Casa Bianca Il colonnello Gheddafi ha accettato di aderire agli accordi internazionali sulle armi chimiche