Ok di Parigi alla Torino-Lione di Cesare Martinetti

Ok di Parigi alla Torino-Lione RAFFARIN MANTIENE GLI IMPEGNI PRESI MA FRENA SUI FONDI. SI RISCHIANO TEMPI PIÙ' LUNGHI Ok di Parigi alla Torino-Lione La linea inserita tra i progetti prioritari Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI La Torino-Lione si farà, il governo francese l'ha inserita tra i «progetti prioritari» e le ha conferito lo statuto che ebbe il tunnel sotto la Manica. Dunque la notizia tanto attesa è arrivata. Sotto le Alpi correrà un treno ad alta velocità. Ma quando? Da questo punto di vista la «velocità» dei francesi non è all'altezza dei loro treni. L'orizzonte è quello del 2020. I soldi stanziati appena 400 milioni, forse sufficienti per il progetto, non per cominciare i lavori. Il Comitato interministeriale che il primo ministro Jean-Pierre Raffarin ha presieduto ieri mattina a Matignon non segna la fine di questo infinito percorso ad ostacoli. Mancano due cose essenziali; un calendario e i soldi. Ci vorrà un nuovo giro di carte al massimo livello. Avverrà probabilmente nel vertice bilaterale annuale che quest'anno si svolge in Francia: là Berlusconi dovrà strappare a Raffarin la firma sotto un impegno un po' più preciso. Il ministro dei Trasporti Gilles de Robien ieri mattina ci ha confermato il vincolo del gover¬ no: «La Torino-Lione sta in un trattato intemazionale». Ma poi ha lasciato al sottosegretario Dominique Bussereau precisare i dettagli: dei venti miliardi che il governo intende mobilitare su 50 progetti nei prossimi 20 anni, per la Torino-Lione ci sono oggi 400 milioni. E bisogna tener conto che, secondo dati dello stesso De Robien, l'opera costerà complessivamente 16 miliardi, di cui 10 a carico della Francia. I conti che fanno gli italiani sono un po' meno onerosi: 6,9 miliardi il tunnel da dividere equamente tra i due paesi, 2,5-3 miliardi per la parte italiana,.6 miliardi per la parte francese. Quest'ultima tranche sembra che sia fattibile anche a metà prezzo riducendo alcune opere di contorno. E sarebbe importante perché è più semplice mettersi d'accordo se la divisione della spesa è esattamente ripartita. Tutto l'aspetto del finanziamento va ancora affrontato. L'Unione europea ha assicurato la copertura del 20 per cento. Va studiato l'intervento dei privati su cui niente è stato detto ieri a Matignon. Va contratta la questione dei tempi che i francesi lasciano pericolosamente scivolare verso il lontano 2020, men¬ tre l'Italia insiste per il 2015 ritenendo l'opera urgente. Ma d'altra parte, ci ha detto ieri Bussereau, «sapete bene che per reahzzare una linea di TGV ci vuole oggi una quindicina d'anni...». I francesi sembrano anche tentati di risparmiare sfasando in due tempi la costruzione delle due «canne» del tunnel (andata e ritomo) ed è una soluzione che non piace per nulla all'Italia. Insomma molte cose restano da fare dopo aver ascoltato i ministri francesi svelare il loro ambizioso piano di trasporti e territorio presentato ieri con un orizzonte ventennale e l'obbiettivo, ha detto Raffarin, di «conservare il posto della Francia nel! Unione europea che si allarga». Tutti i progetti, infatti, hanno una logica di connessione con il resto d'Europa. La priorità delle priorità è in Tgv-Est, quello legherà Parigi a Strasburgo e la rete di alta velocità francese a quella tedesca. E' il corridoio ferroviario più temibile per la Torino-Lione perchè in realtà connetterà l'est all'ovest, esattamente come vorrebbe il nostro progetto che è un segmento della Lisbona-Kiev. Molto criticato dall'opposizione (nessuna novità e nessun mezzo di finanziamento nuovo) il piano Raffarin sarà alimentato dagli utili delle autostrade di cui era annunciata la privatizzazione e invece resteranno pubbliche. In Italia reazioni positive. «E' quello che ci aspettavamo», secondo il presidente del Piemonte Ghigo; «soddisfatta» la presidente della provincia di Torino Bresso; più cauto il sindaco di Torino Chiamparino: «1400 milioni stanziati mi sembrano molto pochi». Jean-Pierre Raffarin

Persone citate: Berlusconi, Bresso, Bussereau, Chiamparino, De Robien, Dominique Bussereau, Ghigo, Gilles De Robien