San Daniele e Parma «made in Granda»

San Daniele e Parma «made in Granda» ARRIVANO DA CUNEO MOLTE DELLE COSCE DI MAIALE PER I PROSCIUTTI CRUDI DEI DUE CONSORZI San Daniele e Parma «made in Granda» Gianni DeMatteis POSSANO Due milioni di prosciutti marchiati dai prestigiosi Consorzi di «Parma» e di «San Daniele» sono prodotti con cosce di maiali «di alta qualità» allevati in provincia di Cuneo. E' uno dei dati emersi durante il convegno organizzato dall'«Associazione produttori suinicoli del Piemonte» che ha riunito soci ed esperti per fare il punto su «La qualità in suinicoltura» a Possano. Tra i relatori Paolo Posi, docente alla Facoltà di Agraria di Bologna; Marco Sassi, responsabile del servizio di con¬ trollo dell'Istituto Parma Qualità; Moriz Pignatti, direttore di Italcarni e Domenico Paris, rappresentante degli industriali della carne suina. Ha introdotto Mauro Marengo, presidente dell'«Associazione produttori suini del Piemonte», che conta nella «Granda» il maggior numero di soci e di suini allevati. Secondo i dati presentati da Moriz Pignatti, direttore di Italcarni - che è il maggiore stabilimento di trasformazione tra i macelli italiani - è stato confermato «che la suinicoltura piemontese e quella cuneese in particolare hanno raggiunto livelli di grande qua¬ lità». La provincia di Cuneo produce ogni anno oltre un milione di suini. Due milioni di cosce vanno a produrre il prosciutto Dop di «Parma» e della «San Daniele». Marco Sassi, responsabile dei servizi di controlli dell'Istituto Parma Qualità» ha detto: «La qualità degli animali allevati nel Cuneese e destinati ai circuiti dei Consorzi Dop prosciutti di Parma e San Daniele è al livello della suinocoltura praticata nelle regioni a vocazione storica, come l'Emilia e la Lombardia». Paolo Bosi ha esortato «gli allevatori a non abbassare la guardia e a continuare a lavo¬ rare sia sui sistemi di alimentazione sia sulla genetica animale. Ma occorre anche un chiaro controllo nella lavorazione delle carni da parte dei macelli. Solo la carne di qualità può garantire prodotti trasformati di grande livello». Tutti gli interventi hanno sottolineato che la produzione di qualità, come quella praticata nella «Granda», è la carta vincente per difendere la suinicoltura e la salumeria tipica italiana, minacciate in questo periodo dalle «aggressioni» di paesi extraeuropei come il Brasile, «che stanno pressando i nostri mercati con prodotti di bassa qualità venduti a prezzi stracciati». Mauro Marengo ha rimarcato «l'importanza della commercializzazione che da due anni l'Associazione sta portando avanti e che ha visto nel 2003 oltre 60 mila capi venduti provenienti dai soci». vl I La lavorazione dei prosciutti crudi