«No alla soluzione a due velocità» di Carla Reschia

«No alla soluzione a due velocità» «No alla soluzione a due velocità» L'Irlanda presenta la propria presidenza: ce la faremo insieme Carla Reschia No all'Europa a due velocità - non a caso il logo scelto recita «Lavorare insieme» - e la lunga esperienza delle estenuanti trattative per l'assetto pohtico del Nord Irlanda messa a disposizione dell'intera Unione per raggiungere l'obiettivo dell'accordo sulla Costituzione mancato dal vertice del 12 e 13 dicembre scorsi. Presentando a Bruxelles le priorità della nuova presidenza il ministro degli Esteri irlandese Brian Cowen ha evitato i proclami, sceghendo di fare appello alla buona volontà. Una cosa ha detto - è emersa con chiarezza: «Dobbiamo farcela tutti insieme. Questo è il solo modo in cui l'Europa può avanzare». La ripresa dei colloqui sulla futura Costituzione ovviamente è in testa all'agenda, ma si partirà in sordina, secondo il mandato del Consigho europeo. I primi mesi della presidenza dell'Irlanda, a cui l'Italia passerà il testimone il primo gennaio, saranno caratterizza¬ ti da intense consultazioni dietro le quinte di cui si potranno forse vedere i primi esiti al Consigho di primavera, a marzo. «Siamo ben disponibili a concludere durante la nostra presidenza, ma alla fine non dipende da noi», aveva detto Cowen mercoledì, in un'intervista al «Financial Times», annunciando una hnea improntata a cautela e attenzione: «Dobbiamo tenere un profilo basso e saper ascoltare molto». Nel colloquio Cowen si era detto cautamente ottimista» sulla possibilità di un riawio della trattativa nel primo semestre 2004. Avvertendo, tuttavia, che i colloqui bilaterali avviati da Silvio Berlusconi a Bruxelles, pure pubblicamente ringraziato per l'eccellente lavoro svolto, «non potranno essere di molto aiuto» e che «poiché Mr. Berlusconi non ha messo nulla per iscritto, il punto di partenza irlandese dovrebbe essere quello di raggiungere accordi sottoscritti e approvati dagli stati membri». Un avvertimento a Blair, che aveva annunciato come vicino l'ac¬ cordo sulla difesa a oltranza britannica del veto nazionale in materia di tassazione e politica estera. La definizione di un quadro condiviso per le nuove prospettive finanziarie dell'Unione è comunque un'altra priorità della presidenza irlandese, che si trova a gestire la richiesta di Germania, Francia, Svezia, Gran Bretagna, Olanda e Austria di ridurre il tetto di spesa comunitario all'I per cento de Pil. Sul Patto di stabilità Cowen ha auspicato scelte di «flessibilità e buon senso», difendendo la decisione dell'Ecofin di respingere le raccomandazioni anti-deficit proposte dalla Commissione contro Francia e Germania. La ripresa delle trattative per la Costituzione resta comunque il nodo cruciale al centro del dibattito. Auspicano una pausa di riflessione di un anno Valéry Giscard d'Estaing, ex presidente della Convenzione europea e i due ex-vicepresidenti Giuliano Amato e JeanLuc Dehaene: «La nostra proposta è tornare con calma e senza precipi- tarsi alla bozza della Convenzione. Siamo d'altronde convinti che verrà approvata quando la situazione dimostrerà che Nizza non è adatta al funzionamento di un'Europa allargata a 25-27». Giscard, che ha espresso qualche riserva sulla mediazione condotta da Berlusconi al summit - «c'era uno spazio di trattativa che non è stato esplora¬ to» - ha consighato di «interpellare i cittadini europei nelle elezioni del Parlamento Uè» e «riprendere i negoziati verso l'autunno 2004, perché la situazione deve maturare». Secondo il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, invece, un accordo nel 2004 è fattibile, a patto di fare un passo indietro. Senza citare Spagna e Polonia, ma riferendosi ovviamente ai due Paesi, ha detto: «Noi speriamo che coloro che hanno messo gli interessi nazionah al di sopra degh interessi dell'Europa possano, col tempo, convincersi del fatto che è legittimo difendere gli interessi nazionali ma che questi devono annonizzarsi all'allargamento e all'approfondimento dell' Europa». «Le delegazioni non avevano avuto mandato del loro Palpamento sul voto a doppia maggioranza, una materia che riguarda la perdita di sovranità. Non si poteva pensare quindi di trovare un accordo in sessanta giorm, non c'era nessuna possibilità». Berlusconi ha difeso U suo ruolo di mediatore a Bruxelles, negando che ci fosse spazio per qualsiasi «forzatura». Il premier ha anche bocciato la prospettiva franco-tedesca di im'Em-opa a due velocità. «Ci sono dieci nuovi stati che stanno per entrare nell'Unione, affrontando rifonne difficili. Non è possibile che vi entrino come Paesi di serie B». li ministro degli Esteri Cowen: «Ringrazio Berlusconi ma i colloqui bilaterali avviati non saranno di grande aiuto Non c'è nulla di scritto» Per il Paese che prenderà la testa dell'Unione sul Patto di stabilità «serviranno flessibilità e buon senso, ma non crediamo agli sconti» M!NÌSTER FOR FOREÌGN AFFA1RS Il ministro degli Esteri irlandese Brian Cowen