«Per vincere, la sinistra deve fare i conti fino in fondo con il passato» di Ja. Ia.

«Per vincere, la sinistra deve fare i conti fino in fondo con il passato» Mieli «Per vincere, la sinistra deve fare i conti fino in fondo con il passato» ^."DERA, inconsapevolmente, ha fatto un " -T favore alla sinistra» .Paolo Mieli, vicepresidente della Rcs, gli era seduto accanto quando il presidente del Senato, durante la presentazione del libro di Pansa II sangue dei vinti, ha sostenuto che occorre superare la «vulgata resistenziale». Mieli, non pare che di questo favore la sinistra gli sia grata. Come mai? «Un'ampia parte della sinistra ha ancora problemi a fare i conti con il passato. Per esempio a riconoscere che, nonostante le innegabili differenze tra il comunismo democratico italiano e lo stalinismo, ci fu tuttavia un fortissimo vincolo di parentela». Che impressione le ha fatto il discorso di Pera? «Onestà vuole che ci si misuri con le cose che ha detto, non con quello che hanno detto di lui. Pera non ha detto che la Resistenza è da cestinare. Ha riconosciuto l'enorme valore della lotta di liberazione, a cui tutti dobbiamo riconoscenza perché ha liberato il paese. Anche se va aggiunto per inciso che noi, a differenza della Francia, abbiamo conosciuto una lotta di liberazione solo alcuni mesi dopo l'arrivo degli angloamericani. In ogni caso, oggi i valori della Resistenza sono riconosciuti da tutti: anche da chi ha una formazione politica postfascista. Pera viene criticato solo perché ha cercato di capovolgere il discorso storico da una tesi negativa a una positiva». Che sarebbe? «L'assunzione cruciale: non tutto quello che è antifascista è democratico, mentre tutto ciò che è democratico è antifascista. La categoria fondante è la democrazia, che contiene tanto l'antifascismo quanto l'anticomunismo». Pera aggiunge: nessuno riconosce che il comunismo è stato male assoluto, mentre da destra giunge l'ammissione analoga sul fascismo. E giusto ragionare con degli «assoluti», in storia e in pohtica? «Vede, anche le parole di Fini sono state semplificate. L'assolutezza si riferiva alla Shoah, e per questo tramite al nazifascismo. È quello che molta ricerca chiama "l'indicibile". Io sul comunismo lascerei da parte la questione dell'assolutezza del male e domanderei: come mai, a sinistra, è difficile cogliere il nesso di apparentamento tra il comunismo italiano, che pure fu democratico, e quel male che fu il comunismo sovietico?» Come mai? «Un po' perché gli chi si è avventurato su questo terreno è stato letteralmente massacrato. Un po' . per il timore i anch'io lo njjjpp. negli anni 70 che rompere ilfipnte antifascista potesse aprire il varco a nuovi fascismi, da noi o all'estero. C'erano statiicolonnelli greci nel'67, Pinochetner73...». Oggi però è diverso. Come mai questa discussione è ancora così traumatizzante? «C'è chi ha adesioni giovanili al fascismo da farsi perdonare con l'intransigenza odierna. E chi ritiene che un discorso sul comunismo indebolisca il centrosinistra politico: mentre io penso che per vincere alle prossime elezioni, cosa che mi auguro accada, 0 centrosinistra debba fare i conti fino in fondo con questa storia. La cosa singolare è che i più coraggiosi sono i postcomunisti, i diessini: apprezzo per esempio le cose dette da un uomo come Peppino Caldarola. Stupisce invece che le posizioni più conservatrici siano di tanti intellettuali e politici che non sono stati del Pei ma l'hanno soltanto fiancheggiato». [ja. ia.]

Persone citate: Fini, Mieli, Pansa Ii, Paolo Mieli, Peppino Caldarola, Pera

Luoghi citati: Francia