Bondi tratta a oltranza sul Brasile di A.2.

Bondi tratta a oltranza sul Brasile IN VISTA UN FORTE RIDIMENSIONAMENTO DELLA QUOTA DI TANZI CHE SI DIMETTE DA CONFINDUSTRIA Bondi tratta a oltranza sul Brasile Opzione scaduta, nuovo calo Parmalat in Borsa MILANO Su e giù. Non si ferma il pendolo dei titoli Parmalat in Borsa e se l'altro ieri l'insediamento ufficiale di Enrico Bondi al vertice del gruppo aveva dato la spinta verso l'alto, alimentando le speranze di chi punta a un salvataggio, ieri è tornato a prevalere il pessimismo. Il ginepraio dei conti, l'incertezza sull'ammontare complessivo dell'esposizione che il nuovo revisore dei conti, la Price Waterhouse, sta faticosamente lavorando per quantificare, hanno frenato gli entusiasmi e ridato fiato a quanti, dentro e fuori la Borsa, temono che l'operazione salvataggio sia più comphcata del previsto. Risultato: un nuovo tonfo del 6,9207o del prezzo del titolo, sceso di nuovo sotto l'euro (a quota 0,982), con un'impennata delle azioni passate di mano, qualcosa come 202,4 milioni di titoli, il 24,80Zo del capitale, molti di più dei 140 milioni di martedì. Insomma, la Borsa non ha affatto concesso il bis, ha illuso all'inizio con un -l-3,2207o che pian piano si è sciolto in un ribasso a rotta di collo che a metà giornata era addirittura a due cifre, sfiorando il -1207o, per poi dimezzarsi a fine seduta. Troppi interrogativi aperti, dicono gli uomini della Borsa. Il famoso rischio default, scongiurato venerdì scorso con il pagamento dei 150 milioni di euro di bond in scadenza, resta lo spauracchio. Ieri, per esempio, scadeva l'opzione put per l'acquisto del 18,180Zo della controllata brasiliana Parmalat Empreendimentos e Administracao, un 18,1807o in mano ai due fondi Dairy Holding Limited e Food Holding Limited che vale 400 milioni. Parmalat, che possiede la maggioranza della società brasiliana, si era impegnata con i due fondi a ricomprare la quota in loro possesso se entro la fine del 2003 la Empreendimentos e Administracao non fosse stata quotata alla Borsa brasiliana: l'opzione put scadeva ieri ma fino a ieri sera tardi le trattative tra Parmalat e la Bank of America, che rappresenta i due fondi, non erano arrivate a nessuna conclusione. Per ora, nonostante non ci sia stato alcun versamento da parte di Parmalat, non c'è stata alcuna richiesta di default, anzi i rappresentanti della Bank of America si sono detti disponibili a continuare la negoziazione alla ricerca di una soluzione che eviti contraccolpi traumatici sul gruppo alimentare ma allo stesso tempo garantisca il riacquisto del 18,1807o: una soluzione che potrebbe essere annunciata già oggi. Certo è che ieri l'assenza di comunicazioni sull'esito del put ha in qualche modo innervosito il mercato ahmentando quel clima di incertezza che ha riportato in basso il titolo in Borsa. Nel frattempo, prende sempre più corpo l'ipotesi che la soluzione allo studio della squadra di Bondi per Parmalat sia un salvataggio stile Ferruzzi, cioè con un consolidamento dei crediti delle banche creditrici e la loro trasformazione in azioni. Ipotesi che vedrebbe un deciso ridimensionamento della presenza dei Tanzi nel capitale, ipotesi non semplice visto che il 7007o del debito, nel caso Parmalat, non è verso gli istituti di credito ma verso obbligazionisti, ma in qualche modo obbligata se si vuol portare in salvo la società in bonis. Intanto ieri Calisto Tanzi ha fatto un altro passo indietro. Questa volta dal direttivo di Confindustria. La decisione, «per questioni di correttezza», è stata comunicata con una lettera al presidente Antonio D'Amato. «Aspettiamo Bondi, è partito con il piede giusto, è una persona che sa come affrontare questa situazione», è il commento dell'amministratore delegato di Intesa, Corrado Passera, che ammette che «la situazione non è facile» ma che le banche («Se verranno fuori proietti sani») sono pronte a «fare la oro parte». Disco verde da Passera. Qualche distinguo da Guido Rosa, il presidente dell'associazione banche estere in Italia, l'uomo che capeggiò il fronte del no al consohdamento dei debiti ai tempi del crack Ferruzzi. «Speriamo che non ci siano sviluppi e conclusioni analoghi a casi del passato altrimenti diventerebbe di nuovo un problema di sistema», spiega facendo chiaro riferimento a Ferfin. Di nuovo banche estere sulle barricate? «Credo che la situazione sia ancora in evoluzione - è la risposta di Rosa - Bondi in passato ha fatto un eccellente lavoro, credo che ci siano differenze con Ferruzzi». [a.2.]

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