Enel accelera sull'energia francese, nel mirino il 35% di Snet

Enel accelera sull'energia francese, nel mirino il 35% di Snet SCARONI AVANZA UNA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE NON VINCOLANTE PER LA COMPAGNIA CHE PRODUCE 2600 MEGAWATT Enel accelera sull'energia francese, nel mirino il 35% di Snet PARIGI L'Enel punta al mercato francese dell'energia: ieri il gruppo ha presentato una manifestazione di interesse non vincolante per acquisire il 35 per cento dell'operatore Snet (Société nationale d'electricité et de termique), che possiede 2600 MegaWatt di centrali a carbone e idroelettriche. Si tratta, oltretutto, di impianti strategici, in grado di assicurare la cosiddetta «modulazione di picco», cioè di produrre elettricità in tempi molto brevi quando la domanda si impenna. Il valore dell'operazione dovrebbe essere di circa 300 milioni di euro. La quota del 35 per cento di Snet messa in vendita fa capo per il 17 per cento ad Edf e per il 18 per cento a Charbonnages-de-France. Secondo azionista di Snet, dopo le società controllate dallo Stato francese, sono gli spagnoli di Endesa, con una quota del 30 per cento e una opzione per incrementare la propria partecipazione fino al 65 per cento a spese delle quote di Edf e Charbonnages (che attualmente ha il 51,25 per cento). La manifestazione di interesse presentata per la società francese, ha spiegato l'amministratore delegato dell'Enel Paolo Scaroni, «rientra in un accordo più ampio a cui stiamo lavorando con l'Edf», che è l'ex monopolista francese dell'elettricità (benché molto meno «ex» dell'Enel, visto quanto poco il mercato francese finora si è finora aperto). Scaroni ha aggiunto che i tempi della trattativa complessiva con Edf sono condizionati «più dai tempi della politica che dalle intenzioni delle due società: sia in Francia che in Italia - ha sottolineato l'amministratore delegato dell'Enel - sono in ballo temi da Parlamenti più che da governi», temi legati da una parte al congelamento dei diritti di voto di Edf in Edison (di cui si stanno occupando anche la Commissione di Bruxelles e la Corte di giustizia del Lussemburgo) e dall'altra alla liberalizzazione del mercato transalpino, «con Edf che ancora non è una società per azioni». Oggi Scaroni sarà a Parigi per incontrare il numero uno del colosso francese, il presidente Francois Roussely, con il quale sono in corso negoziati anche per la possibile acquisizione, da parte di Enel, dei cosiddetti «diritti di ritiro» per circa 6-8 mila MegaWatt di elettricità prodotta dalle centrali di Edf e la partecipazione al progetto di reattore sperimentale nucleare Epr. Per quel 35 per cento di Snet l'offerta italiana non è la sola. Anche la francese Gaz-de-France ne ha depositata una. Lo scrive il quotidiano La Tribune. Incontrando ieri i giornalisti, il presidente dell'Enel Piero Gnudi ha fatto un bilancio del 2003 sottolineando come il gruppo elettrico abbia «focalizzato la sua azione sul core business dell'energia e del gas» pur mantenendo «un forte interesse e attenzione sulle telecomunicazioni». L'anno è stato «soddisfacente» ed è stata perseguita «una politica di trasparenza verso il pubblico e verso gli azionisti». L'ambizione dell'Enel è di diventare, «con il tramonto dei Bot e Cct, il salvadanaio degli italiani, un rifugio per i risparmiatori». Il business elettrico «è tranquillo, senza sbalzi, i consumi elettrici sono in costante crescita da 50 anni» e l'Enel, ha concluso Gnudi, ha «la capacità e gli elementi per affrontare il mercato della concorrenza. Sono ottimista sui risultati del gruppo, a partire da quelli del 2003». [r.e.s.]

Persone citate: Francois Roussely, Gnudi, Paolo Scaroni, Piero Gnudi, Scaroni

Luoghi citati: Bruxelles, Edf, Francia, Italia, Lussemburgo, Parigi