Cittadini sull'orlo di una crisi di nervi

Cittadini sull'orlo di una crisi di nervi SOTTO LE PENSILINE UN CONCENTRATO D| MALUMORI DI STUDENTI E IMPIEGATI Cittadini sull'orlo di una crisi di nervi «Altro che fasce, ho fatto tutta la strada a piedi» Alessandro Mondo C'è chi è rassegnato e chi ha la bava alla bocca; quello che la prende con filosofia e quello che impreca contro tutti gh autisti della terra; il previdente e il disorganizzato; l'informato e il disinformato; il taciturno e il tribuno improvvisato. Tutti condividono la stanchezza per una giornata in cui non c'è verso di far combaciare i soliti impegni con i soliti orari, scandita da tragitti più o meno lunghi: quasi sempre a piedi. Una giornata che si vorrebbe dimenticare e che invece si dipana con lentezza esasperante. Passeggeri sull'orlo di una crisi di nervi. Verso mezzogiorno ogni pensilina è un concentrato, spesso esplosivo, di malumori ormai miscelati a dovere e lungi dall'essere metabolizzati. Niente a che vedere con le sfuriate della prima mattinata, d'accordo. Però mezzogiorno è una delle fasi cruciali della giornata: l'ora in cui lo sciopero, nonostante la momentanea ricomparsa dei mezzi pubblici, incombe sulla restante parte della giornata. Sicuramente la più lunga. Da piazza Carducci a via Po, da corso Dante a piazza Vittorio, la gente aguzza gh occhi per vedere la sagoma arancio- ne di un tram o di un bus che bene o male serva alla bisogna. «Questa mattina ho aspettato l'autobus. Poi me la sono fatta a piedi - spiega Fabio Coda, orfano del "17" -. Alla faccia delle fasce garantite». Da corso Agnelli, dove abita, a piazza Carducci, dove lo attendeva la lezione come aspirante odontoiatra, è una bella camminata: «Spero solo che questa volta rispettino i patti, altrimenti sarò costretto a rifare il percorso a piedi». Ipotesi impensabile per Chiara Mascellani, studentessa di Chimica e Tecnica Farmaceutica presso l'Istituto di via Giuria ma residente a Cascine Vica. Infatti ah'andata si è fatta portare in macchina. Ed ora? ((Adesso aspetto. Se butta male mi farò venire a riprendere». La stanchezza comincia a farsi sentire, le bordate di vento non concedono tregua. I pochi miracolati che di prima mattina sono riusciti ad aggrapparsi ad un mezzo pubbhco come altrettanti naufraghi, pensano già a come cavarsela in serata. «Io sono stata fortunata spiega Rita Lapalorcia -. Ho atteso più del sohto, è vero. Mi è pure toccato restare in piedi. Ma chi se la sente di lamentarsi in una giornata simile?». Nessuno condanna lo sciopero in sé, nemmeno quelli che non conoscono le ragioni che lo hanno innescato. Quasi tutti non digeriscono il mancato rispetto della fascia mattutina, garantita solo in teoria. Per la verità c'è anche chi, come Pietro Cingolani, non se la sente di condannare nemmeno questo. «Va bene anche così - replica mentre dalla pensilina all'altezza di Palazzo Nuovo salta al volo sul bus -. E' una vergogna che le aziende non abbiano ancora rinnovato il contratto agli autisti». Ma è un'eccezione. La gente capisce, fino a un certo punto: rispetta le esigenze altrui; pretende rispetto per le proprie. Specie quando ad essere compromesse sono esigenze concrete: scuola, lavoro, assistenza. Non certo lo shopping del sabato. «Questo sciopero è giusto - tagha corto Ferdinando Papi stringendosi nel giubbotto -, ma andrebbe fatto nelle modalità sindacali. Anch'io come molti altri, me la sono fatta a piedi: da via Guido Reni a piazza Carducci». Idem per Irina Florea: da Nichelino a piazza Bengasi con l'Sl, poi a piedi fino in zona Nizza. «Capisco la protesta, ma è ingiusto penalizzare in questo modo la gente», commenta Emanuela Cau in via Po. Giornata di gloria per i mariti, quella di ieri, rivalutati almeno per qualche ora da legioni di mogli appiedate. Ma non tutti possono contare su un familiare o un amico disposto ad allungare il giro nel traffico con la maiuscola per dare imo strappo al malcapitato di turno. I taxi? Roba da assalto alla diligenza. E poi chi lo ferma più il tassametro, in una giornata del genere? Vilma Cavaliere si è fatta accompagnare sul posto di lavoro dal marito. Nicola Spizzico, invece, si è aggiunto al lungo elenco dei podisti forzati: «Io arrivo da Novara. Una volta sceso a Porta Nuova, me la sono fatta a piedi fino all'Università. E come, se no?». Inutile controllare l'ora: di bus e tram ieri mattina ce n'erano pochissimi

Persone citate: Alessandro Mondo, Emanuela Cau, Fabio Coda, Ferdinando Papi, Irina Florea, Mascellani, Pietro Cingolani, Rita Lapalorcia, Tecnica, Vilma Cavaliere

Luoghi citati: Nichelino, Nizza, Novara