Giallo sulla cattura e sulla «tana» di Paolo Mastrolilli

Giallo sulla cattura e sulla «tana» Giallo sulla cattura e sulla «tana» Fonti israeliane: da un mese era in mano a chi l'ha tradito Paolo Mastrolilli NEW YORK Nessuno, almeno per ora, ritirerà la taglia da 25 milioni di dollari che pendeva sulla testa di Saddam Hussein. E questo è solo l'ultimo giallo di una cattura che stava per concludersi col lancio di una granata nella buca in cui era nascosto l'ex Raiss, prigioniero dei suoi stessi uomini secondo alcuni analisti israeliani. Il maggiore Brian Reed, della Quarta divisione di fanteria, ha raccontato cosi gli ultimi istanti di libertà, di Saddam: «Io - ha detto ai nostri soldati in inglese sono Saddam Hussein, il presidente della Repubblica irachena, e ho intenzione di negoziare con voi». Uno dei ragazzi, mentre lo aiutava a uscire, gli ha risposto così: «Il presidente Bush manda i suoi omaggi». Sembra uno scherzo, ma secondo il colonnello James Hickey, comandante del reparto impegnato nell'operazione «Alba rossa», c'è mancato poco che il raid si concludesse con la morte del Raiss. I suoi militari avevano ispezionato la casupola che stava sopra il nascondiglio, ma non avevano trovato nulla. Poi uno di loro ha scoperto il tappetino per la preghiera che copriva l'ingresso del buco e ha sollevato il coperchio. «Saddam è venuto subito fuori e si è arreso, ed è stato molto saggio a farlo. Temevamo che dal buco potesse venire un attacco e quindi stavamo per "ripulirlo" come si usa in tutte le operazioni militari, cioè lanciando una granata e sparando». Non è servito, ma questo accresce il giallo che circonda la cattura. Se i soldati pensavano di essere vicini alla preda, perché avrebbero agito così? Il sito israeliano Debka ha dato un'interpretazione contraddittoria: Saddam non si nascondeva nel buco, ma era prigioniero dei suoi stessi uomini, che avevano deciso di venderlo per la taglia da 25 milioni. Lo dimostrerebbe il fatto che l'entrata era ostruita da un blocco pesante e quindi lui non era libero di uscire. Poi le sue condizioni, cioè la barba lunga, i capelli sporchi, il fisico provato, confer- merebbero che era chiuso là sotto da parecchio tempo. Debka sostiene che i suoi custodi lo avevano tradito il 16 novembre scorso, dopo l'ultimo messaggio registrato per il Ramadan, e poi avevano cercato di negoziare la consegna tramite il leader curdo Jalal Talabani. Gli americani però hanno usato la trattativa per avvicinarsi al nascondiglio e catturare Saddam senza spendere un centesimo. Ma questa non è l'unica versione. Il giornale arabo Al Hayat ha scritto che Talabani ha dato in esclusiva la notizia dell'arresto all'agenzia iraniana Ima perché i servizi segreti di Teheran hanno avuto un ruolo decisivo. Saddam aveva contattato gli iraniani per avere asilo, in nome del comune interesse antiamericano. Ma il regime degli ayatollah lo ha tradito, rivelando dove si trovava in cambio della conse¬ gna dei Mujaheddin del Popolo, il gruppo di opposizione al governo islamico che l'ex Raiss aveva ospitato in Iraq. Il generale Odierno, comandante della Quarta divisione di fanteria, ha dato un'altra versione ufficiale. La taglia non andrà a nessuno perché nessuno ha offerto la soffiata decisiva. Un ricco signore di Tikrit, arrestato sabato scorso, avrebbe fornito le indicazioni finali sul nascondiglio, ma lo ha fatto sotto interrogatorio. I militari lo hanno descritto come «un uomo dal giro vita largo che appartiene a una famiglia di notabili della città, ma non alla tribù di Saddam». Il segreto del successo di inteUigence starebbe proprio nel fatto che gli americani avevano smesso di concentrarsi solo sulle persone più vicine all'ex Raiss e avevano allargato la rete alla gente di Tikrit con legami meno forti. Anche se Saddam non parla, la cattura avrebbe già dato i primi frutti. Nella casupola e nella buca, oltre a hot dog, cioccolata belga, lattine di 7UP, biancheria nuova e immagini dell'Ultima Cena di Cristo, i militari hanno trovato una valigetta piena di documenti. Informazioni preziose, che li hanno già portati ad arrestare un segretario e altri complici del Raiss a Baghdad e a smantellare ima cellula della guerriglia. La barba e i capelli incolti e il fisico provato indicherebbero che l'ex Raiss non era un uomo libero Per un giornale arabo aveva chiesto asilo all'Iran che lo ha «venduto» in cambio della consegna dei Mujaheddin

Persone citate: Brian Reed, Bush, Hayat, Jalal Talabani, James Hickey, Saddam Hussein, Talabani

Luoghi citati: Baghdad, Iran, Iraq, New York, Teheran