Il Consiglio iracheno vuole il patibolo per l'ex dittatore

Il Consiglio iracheno vuole il patibolo per l'ex dittatore Nelson Mandela ha suggerito il tribunale penale internazionale dell'Aja ma gli Stati Uniti non ne fanno parte e si erano strenuamente opposti alla sua creazione LIMPUTATO Il Consiglio iracheno vuole il patibolo per l'ex dittatore La Casa Bianca sembra d'accordo, l'Onu di Kofi Annan è contraria Di certo la questione rischia di diventare la prossima disputa internazionale. Rumsfeld: sarà trattato come prigioniero di guerra Paolo Mastrolilli NEW YORK Gli iracheni del Consiglio governativo vogliono mandare Saddam sul patibolo al più presto: il presidente americano Bush sembra d'accordo, il segretario generale dell'Onu Kofi Annan è contrario, e il processa dell'-x Raiss rischia di diventare l'oggetto della prossima disputa intemazionae. I problemi da risolvere, nell'ordine, sono quattro: chi lo giudicherà, dove, quando, e con quali regole. Il presidente Bush ieri ha detto che il processo sarà pubblico e verrà fatto dagli iracheni, con l'assistenza degli americani. Il capo del Pentagono Rumsfeld ha assicurato che Saddam riceverà un trattamento da prigioniero di guerra, e questo dovrebbe escludere soluzioni tipo Guantanamo, dove Washington detiene i «combattenti illegali» dell'Afghanistan. Anche se era un dittatore sanguinario, il Raiss aveva la carica ufficiale di presidente della Repùbblica irachena e quindi ha diritto ad un trattamento diverso. La Croce Rossa ne ha subito approfittato per far sentire la sua voce, e ha chiesto di poterlo visitare: se ha lo status di prigionero di guerra, infatti, deve essere trattato secondo le regole della Convenzione di Ginevra. Rumsfeld però ha av- vertito che lo status, non ancora proclamato in maniera ufficiale, potrebbe cambiare, se si scoprisse che Saddam ha avuto un ruolo nell'insurrezione cominciata dopo la caduta del suo regime. Il problema di chi giudicherà l'ex Raiss sembra più conteso, anche se alla fine la decisione la prenderà Washington. Hoshyar Zebari, il ministro degli Esteri del Consiglio governativo provvisorio, ha detto che verrà processato da un tribunale iracheno con la supervisione internazionale, e questo sembra in linea di massima anche l'atteggiamento degli americani. Il Consiglio, del resto, ha appena creato uà corte per i criminali di guerra, e Ahmed Chalabi vuole che il dibattimento sia trasmesso in televisione «per far vedere agli iracheni i crimini commessi da Saddam». Fuori dalla porta di Bush, però, c'è una lunga fila di pretendenti. Israele chiede di giudicare l'ex Raiss per gli scud lanciati durante la prima guerra del Golfo e gli aiuti offerti ai kamikaze. L'Iran vuole un processo intemazionale, perché ritiene che Saddam debba rispondere anche dei crimi¬ ni commessi durante la guerra scatenata contro Teheran dal 1980 al 1988. Sullo sfondo, poi, ci sarebbe anche il Tribunale Penale Intemazionale dell'Aja, suggerito da Nelson Mandela, ma gli Stati Uniti non ne fanno parte e si sono opposti alla sua creazione. L'ipotesi di una corte americana, civile o militare, darebbe un'impressione di resa dei con¬ ti con l'antico nemico, mentre c'è chi suggerisce un tribunale speciale sul modello di Norimberga. Ancha il New York Times e il Wall Street Journal sono scesi in campo, il primo per sostenere che il sistema giudiziario iracheno non.è-ancora pronto a gestire un simile processo, e il secondo per affermare il contrario. Anche sul quando ci sono pareri diversi. Lo sciita Mouwafak al-Rabii, membro del Consiglio governativo, parla di poche settimane, mentre i colleghi Pachachi e Darà Noor ai-Din indicano marzo e giugxio. Alcuni analisti politici americani sostengono che a Bush conviene allungare i tempi per arrivare sotto alle elezioni presidenziali di novembre, in modo da tenere vivo il successo ottenuto con la cattura di Saddam. Le regole dipenderanno dal tribunale prescelto, ma c'è già una disputa sulla pena di morte. Mouwafak alRabii ha detto che l'ex Raiss sarà giustiziato, anche se potrà difendersi assumendo i migliori avvocati, e altri colleghi hanno concordato, dicendo che ci vuole un attimo a reinstaurare la pena capitale, anche se l'autorità provvisoria l'ha sospesa. Bush sembra d'accordo e anche la Gran Bretagna ha cambiato posizione: all'inizio il rappresentante a Baghdad Greenstock aveva detto che Londra era contraria, ma poi il ministro degli Esteri Straw l'ha corretto, spiegando che il suo Paese non favorisce il patibolo, ma accetterebbe qualunque decisione presa dalla corte incaricata di giudicare Saddam. Annan, invece, ha espresso un nò definitivo: «L'Onu non appoggia la pena di morte e nqn gambiera posizione». Il ministro degli Esteri del governo provvisorio ha detto che il prigioniero sarà giudicato da un tribunale iracheno con la supervisione internazionale. Ma c'è una lunga fila di pretendenti che vuole processare il Raiss, come gli israeliani per gli Scud e gli iraniani per i gas Iracheni sventolano bandiere nazionali e americane per festeggiare la cattura del dittatore