Il dopo-Enron lascia gli Usa e approda a Piazza Affari di Valeria Sacchi

Il dopo-Enron lascia gli Usa e approda a Piazza Affari I NOMI E GLI AFFARI Il dopo-Enron lascia gli Usa e approda a Piazza Affari Valeria Sacchi Per gli investitori, il regalo di Natale arriva quest'anno dalla Cina di Wen Jiabao dove la China Life Insurance, la prima compagnia vita del Celeste Impero interamente controllata dallo Stato, ha deciso di collocare sulle Borse di Honk Kong e di New York il 2507o del proprio capitale per un valore dì 3 miliardi di dollari. Il collocamento è stato bruciato in un attimo: la domanda degli investitori istituzionali - che porteranno a casa il 950Zo dell'offerta è stata di 12 volte superiore alla disponibilità, quella dei piccoli investitori - che dovranno spartirsi il restante 507o - è stata cento volte superiore. L'operazione, che segue di un mese la quotazione a Hong Kong della Pico Property S- Casualty e pre¬ cede quella della seconda compagnia vita, la Ping An, indica che la Cina si rende conto di aver bisogno del know-how degli stranieri per rilanciare e privatizzare il proprio welfare. Mentre il successo dell'Ipo di Gli la dice lunga sulla crisi di astinenza che la prolungata depressione del mercati ha creato negli investitori di tutto il mondo. Nonostante le conferme sulla ripresa americana - che il presidente della Fed Alan Greenspan sostiene mantenendo bassissimi i tassi - e le ipotesi sulla vicina ripresa europea nella quale crede fermamente il neo presidente della Bce Jean Claude Trichet, i dubbi restano e chi investe non riesce a recuperare fiducia sui titoli di casa propria. A New York è già rallentata la spinta che aveva riportato in primo piano i titoli tecnologici, a Milano quella delle banche che, negli ultimi mesi, avevano rianimato il listino. Ma mentre l'America di George Bush, che sulla scia dello scandalo Enron ha scontato con anticipo la crisi dei grandi e piccoli gruppi, appare ora lanciata sulla strada della riscossa, il redde rationem è sbarcato sui nostri lidi e non promette bene. Dopo lo scandalo dei bond Cirio, che già aveva incrinato il rapporto tra banche e risparmiatori, in poche ore su piazza Affari si sono abbattuti il ciclone Parmalat e il ciclone Capitalia. All'ultimo minuto il neo superconsulente del gruppo di Collecchio Enrico Bondi è riuscito a trovare i fondi per rimborsare i bond scaduti una settimana fa ed è già indaffarato a trovare il bandolo deUa matassa per evita- re il peggio. Bandolo che, se fa testo l'esperienza che lo vide tra i protagonisti del salvataggio del gruppo ravennate guidato da Raul Gardini, passerà certamente per la messa in disparte del padrone Calisto Tanzi e la messa in riga degli istituti di credito, rei di aver concesso finanziamenti senza giudizio. Non meno delicato il caso Capitaha dove, ad essere indiziato, è il potentissimo presidente Cesare Geronzi, raggiunto nel giro di pochi giorni da due rinvìi a giudizio, nel secondo dei quali sono coinvolti anche l'attuale vicepresidente dell'istituto Mario Federici, l'ex amministratore delegato Antonio Nottola e una serie di consiglieri dell'epoca (bilancio 1996). La prima conseguenza del faro giudiziario è stata la perdita del titolo, arretrato la scorsa settimana del 130Zo. Titolo che fino ad allora poteva vantare la miglior performance 2003 in piazza Affari: -l-lI90Zo. Arduo ricordare un periodo in cui si siano affastellati tanti guai per protagonisti di prima fila della finanza del Bel Paese. Anche perché ognuna di queste storie porta alla luce intrecci societari complicati fino a essere indecifrabih, fa sorgere dubbi sulla correttezza di conti e cifre e sfiora le Authority preposte ai controlli: la Bankitalia di Antonio Fazio e la Consob di Lamberto Cardia. Con questi chiari di luna (negli States adesso gli scandali sfiorano il vice presidente Dick Cheney e la compagnia petrolifera texana di cui era stato a lungo amministratore delegato: la HaUiburton che secondo le stime del Pentagono, avrebbe triplicato (da 5 a 15,6 miliardi di dollari) il valore delle commesse ottenute senza gara in Iraq. Non è strano che l'oro arrivi a sfiorare i 410 dollari l'oncia e il platino raggiunga i massimi degli ultùni 23 anni. Dopo mesi difficili - e con la prospettiva di mesi altrettanto complicati davanti - l'amministratore delegato di Alitalia Francesco Mengozzi ha portato a casa una piccola soddisfazione. Il consiglio di amministrazione della compagnia ha confermato la piena fiducia in lui e nel piano suo piano industriale teso a ridurre i costi che oggi soffocano il gruppo, e non ha votato le deleghe aggiuntive chieste dalla Lega per il presidente Giuseppe Bonomi, cui non resta che rientrare nei confini del ruolo previsto dallo statuto. Intanto, Alitalia e Air France si sono dette pronte a uniformandosi alle richieste del commissario Uè alla concorrenza Mario Monti (rinuncia a una serie di slot tra Parigi, Milano e Roma) per ottenere il via libera alla alleanza firmata nel lugho 2001. Identico copione per Iberia e British Airways che potranno così proseguire nell'intesa commerciale siglata nel luglio 2002. La quale, secondo il mercato, starebbe marciando decisa verso la fusione secondo un progetto che si inquadra nel processo di integrazione in atto in Europa aperto dalla recente Santa Alleanza tra Air France e Klm. Sotto la guida dell'amministratore delegato Francesco Ca¬ io, Cable S- Wireless fa un altro passo in avanti nel risanamento di gruppo accelerando il disimpegno dalla consociata americana, messa in liquidazione e ceduta al fondo Gores Technologies, un disimpegno che costerà la metà del previsto: 300 milioni di sterline contro le 650 ipotizzate. Il risparmio è piaciuto agli investitori e ha portato al rialzo il titolo del gruppo presieduto da Richard Lapthorne. Negli Usa Pierre Omidyar, fondatore di eBay (aste on line), mette invece gli occhi su Meetup.com, società creata lo scorso anno da Scott Heiferman allo scopo di riunire tra loro persone che hanno interessi comuni (dal cucito alla politica). I proventi di Meetup.com, nella quale Omidyar ha già investito alcuni milioni di dollari conquistando anche un posto nel consiglio di amministrazione, vengono dai locali pubblici che ospitano questi raduni e dalle associazioni che usano il sito per promuovere iniziative, come club d'investimento, fondazioni di ricerca e gruppi di sostegno ai candidati democratici in vista delle elezioni del prossimo anno. 1 c^'"-), s 'i i';; Jf^y ~. T-À