A Natale la Smat regala più controlli sull'acqua

A Natale la Smat regala più controlli sull'acqua \L 26 DICEMBRE ENTRA IN VIGORE IL DECRETO NAZIONALE CHE AUMENTA LE VERIFICHE SULLA QUALITÀ DELLE RISORSE IDRICHE A Natale la Smat regala più controlli sull'acqua Alessandro Mondo Limiti più severi e rubinetti sotto controllo, oltre che in rete. Novità in vista per l'acqua erogata dalla Società metropolitana Acque potabili di Torino (Smat), a maggior garanzia dei consumatori già perseguitati dagli agguati di «acquabomber» e dei suoi emuli sul fronte delle minerali. Il conto alla rovescia, che interessa le forniture di tutti gli acquedotti nazionali, è già scattato. Il 26 dicembre entrerà in vigore il decreto legge 31 del 2001 illustrato dal ministro della Sanità Girolamo Sirchia. Obiettivo: aggiungere alcuni elementi di qualità e sicurezza ad un prodotto al quale i «convertiti alle minerali» guardano con rinnovato interesse. Torino non fa eccezione, nonostante vanti la percentuale più alta nel Paese di «affezio¬ nati» all'acqua del rubinetto (40-4507o). Cosa Gambiera? Molto dipende dalle condizioni nelle quali versano gli acquedotti italiani. Più in generale, spiegano alla Smat, il decreto punta in due direzioni: parametri più restrittivi per alcuni elementi naturalmente presenti nell'acqua, cioè arsenico, nichel e bromati; verifiche della qualità non solo in rete, come già accade, ma nel momento in cui prende la strada delle tubature. Chi sgarra pagherà pegno con multe salate. «Il primo caso ci investe direttamente - spiega Paolo Romano, amministratore delegato Smat -. Per intenderci, l'arsenico deve scendere a 10 microgrammi per litro, mentre oggi la soglia di tolleranza è fissata a 50. Idem per il nichel, da 50 a 20 microcrammi. I bromati, invece, sono una novità: attualmente non sono contemplati, dal 26 scenderanno a 10 rnicrogrammi». Il discorso interessa le forniture che pescano dal territorio caratterizzato dalla presenza di queste sostanze. Dove esattamente? No comment dell'azienda, che cita molto alla larga la bassa Valle Susa ed alcune aree nel Sud-Ovest della Provincia. «Diciamo che la questione interessa circa 30 mila utenti su un milione e 600 mila», taglia corto Romano. Per rispettare i nuovi limiti la Smat ha costruito tre nuovi potabilizzatori (con un aumento del costo di produzione da 2 a 3 euro): l'acqua viene depurata tramite l'immissione in vasconi colmi di sali di ferro e manganese. L'altro capitolo aperto dal decreto non riguarda una minoranza ma la totalità dei consumatori ed investe il problema della qualità dell'acqua dopo lo scorrimento nelle tubature, spesso obsolete: per restare a Torino, basta dire che quelle presenti in alcuni edifici sono ancora in piombo. Si tratta dei controlli «al rubinetto», affidati non più alla Smat ma alle Asl di zona in collaborazione con Arpa Piemonte e con l'Istituto Zooprofilattico (per la parte microbiologica). Starà alle Asl certificare la qualità del prodotto e, nel caso, disporre le contromisure: dall'installazione di filtri supplementari alla sostituzione delle tubature. «E' un impegno delicato, per il quale ci stiamo già attrezzando con un apposito gruppo di lavoro confenna Mario Valpreda, direttore regionale della Sanità -. La prima fase dei controlli riguarderà gli enti pubblici: ospedali, scuole, case di riposo, caserme. In ambito privato, cominceremo a monitorare i grandi condomini. Il piano del 2004 prevede 20 mila controlli, pari al 4007o di quelli sul fronte alimentare».

Persone citate: Alessandro Mondo, Arpa Piemonte, Girolamo Sirchia, Mario Valpreda, Paolo Romano

Luoghi citati: Smat, Torino