Da Romero ad Amenabar l'Altro mondo è uguale al nostro

Da Romero ad Amenabar l'Altro mondo è uguale al nostro Da Romero ad Amenabar l'Altro mondo è uguale al nostro s FECONDO Ge- korge Rome- *ro, il regista di «La notte dei morti viventi», gli zombie sono guerriglieri che lii ggapplicano tattiche evidentemente mutuate da chi combatteva in Vietnam (e l'anno in questione è il fatidico 1968). Invece John Carpenter, geniale creatore di «Halloween» e «Fuga da New York», pensa che I morti viventi siano una razza aliena che vuole conquistare il potere assoluto e proprio per questo hanno preso le sembianze di yuppies arrenbanti e prepotenti. Gh appassionati più fedeli dell'horror ricordano poi un bellissimo film del 1964, «La lunga notte del'orrore», dove gh zombie erano utilizzati da un corrotto ma scaltro signorotto di campagna come manodopera a costo zero da utilizzare in miniere così pericolose da suscitare immediate rivolte da parte dei malcapitati nùnatori che vengono infatti sostituiti dai più disponibili morti vivi. Come si può notare, i morti viventi possono impersonare ogni tipo di risvolto psicologico e sociale, dai «dannati della terra» sfruttati a scopi ignobili da chi possiede il potere, a detentori essi stessi del potere. E anche il loro aspetto fisico può cambiare, e di molto. Di certo gli zombie stracciati e pieni di putrefazioni che imperversano nei film di Romero non hanno niente a che vedere con quelli pulitini e a posto che non frequentano cimiteri ma i terminali del Nasdaq. E anche la loro sensualità può essere messa in discussione. In «La notte dei morti viventi» si svolge quello che gli psicoanahsti chiamano il pranzo totemico, visto che una bambina contaminata partecipa alle¬ bar nostro gramente al banchetto che vede divorati i suoi noiosissimi genitori. Invece se prendiamo «The Qthers», il film di Alejandro Amenabar che tutti considerano il nome nuovo più promettente di tutta la scena horror, scopriremo solo alla sua fine che la flessuosa Nicole Kidman appartiene già al limbo dei morti vivi, e che quelle strane voci che si sentono ogni tanto non appartengono ai morti ma, per l'appunto, ai viventi, che sarebbero comunque felici di incontrare una morta vivente come l'attrice australiana. Insomma, ci sono gli zombie yankee e gh zombie poveracci, quelli ribelli e quelli contro i quali ribellarsi è lecito: non saranno mica una metafora della vita, questi personaggi sospesi tra due dimensioni inconciliabili e per questo così affascinanti? Stefano Della Casa

Persone citate: Alejandro Amenabar, Amenabar, John Carpenter, Nicole Kidman, Rome, Romero, Stefano Della Casa

Luoghi citati: New York, Vietnam