Quando lo zombie è il vicino di casa

Quando lo zombie è il vicino di casa HIROSHIMA MON AMOUR Quando lo zombie è il vicino di casa Una mostra multimediale dedicata ai «morti viventi» usa un classico tema horror per parlare della società | ROBERTO PAVANELLO | Ma quali babbinatale e gesubambini, questo sarà un Natale all'insegna degli zombi. 0 almeno, tale sarà all'Hiroshima Mon Amour, in via Bossoli 83, dove da oggi al 9 gennaio si svolge la mostra multimediale «I vivi e i morti. Zombie e fobie contemporanee», tutte le sere. «Pensiamo che la cultura fantastica sia lo specchio deformante che ribalta l'immagine della realtà e ci aiuta a meglio comprenderla spiega Mario Della Casa che ha curato la mostra con Fabrizio Gargarone -. I nostri zombi non appartengono solo all'iconografia classica, ma sono anche il simbolo della nostra condizione umana. Rappresentano bene anche la folla che si aggira per i negozi stressata dallo shopping natalizio, come "morti viventi"». Nelle tre stanze del nuovo spazio dedicato alle esposizioni di HMA, gli amanti dei fumetti troveranno un centinaio di tavole di alcuni fra i maggiori autori italiani e stranieri come l'autore delle copertine di «Dylan Dog» Stano, (atteso a Hiroshima con Sergio Bonelli), Claudio Villa, illustre firma «texiana», Roberto Diso e Bruno Brindisi, tutti bonelliani. E ancora Paolo Bacilieri, Vanna Vinci, Marco Cazzato, Camuncoli e Davide Toffolo, anche leader della band «Tre Allegri Ragazzi Morti» che si esibisce stasera alla festa inaugurale. Dagli Stati Uniti arrivano l'horror della casa editrice Dark Horse e le tavole originali di Mike Mignola. E' invece, targata Torino la collaborazione tra Hiroshima e la Vittorio Pavesio Production che presenta la nuova pubblicazione di «Strane Storie», rivista semestrale che alterna pubblicazioni dedicate al fumetto ad altre di sob racconti. Accanto all'esposizione delle tavole cinque televisori trasmettono a ciclo continuo montaggi originah e inediti dedicati agli zombie. Ne sono autori la redazione di Blob, John Arden che propo- ne rari corti di Tim Burton, Stefano Marzorati (autore del «Dizionario Horror Rock») e Maurizio Colombo (ha firmato il fumetto «Dampyr») che ripercorrono quarant ' anni di film sugli zombie, Alessandra C e Max Ferronato. Ad essi va aggiunta una selezione tratta dal «To Horror Festival» che ben poco si avvicina alla bontà natalizia. La mostra non vuole insistere sull'immagine tradizionale dello zombie, ma una riflessione sul presente e su contagi come l'Aids o la Sars e sulle tante diversità, in particolare tra ricchi e poveri. Lo zombie «è chi, come il sieropositivo, vive in una società che lo considera già morto. E' chi diventa improvvisamente alieno e nemico, anche se fino al giorno prima era il nostro vicino di casa. E' il sintomo e il simbolo di una infelicità senza desideri in cui prevalgono gli status symbol. E' la pubblicità che racconta mondi inesistenti in cui non vivremo mai. Rappresenta una buona parte della popolazione mondiale che vive in povertà. Lo zombie è soprattutto il tabù che più ci terrorizza, la morte, che su di lui non ha effetto». Questa sera prima dei «Tre Allegri Ragazzi Morti» si esibiranno i torinesi «Margaret» e i «Senor Tonto», giovedì prossimo toccherà ad «Akron» e «Stendarte», gruppi di punta della Black Widow, casa discografica specializzata in rock prog e death metal. Sempre la stesa sera spazio alla videoarte Alessandro Amaducci. La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dalle 21, tranne i festivi. Ingresso gratuito, anche ai due concerti.

Luoghi citati: Hiroshima, Hiroshima Mon Amour, Stati Uniti, Torino