Nuovo cda Rai, il Polo aspetta le Europee

Nuovo cda Rai, il Polo aspetta le Europee ANNUNZIATA DECISA A DIMETTERSI SUBITO DOPO LA FIRMA DELLA GASPARRI Nuovo cda Rai, il Polo aspetta le Europee L'Udc: poco rappresentati ma è presto per cambiare pMaria Grazia Bruzzone ~^j^ Raiot è sospeso ma il caso non è ancora chiuso. Sebbene Berlusconi si stupisca per il fatto che «si protesta per un programma di odio, di insulti, di vilipendio, e si grida alla censura e al regime», e sostenga che in tv c'è la piena libertà di dire tutto, a meno che la satira non diventi - appunto «esplosione di odio, insulto e vilipendio alle istituzioni»; malgrado lo stupore del premier, la tensione resta. Movimenti, girotondi, con l'appoggio della Fusi, manifesteranno mercoledì davanti alla sede Rai di Milano e in varie altre città. E la commissione di Vigilanza tornerà nello stesso giorno ad occuparsi della vicenda. Per concludere il dibattito e votare eventuali documenti. Al momento alla presidenza ne arrivato uno solo, a firma di due esponenti dell'Ulivo. Il centrosinistra teme infatti che il caso Guzzanti si spenga nel nulla, in una «sospensione» che di fatto è una cancellazione ma in quanto tale esime i vertici Rai dal fornire chiare motivazioni sul loro gesto. Così, per «stanare» il dg Cattaneo che Annunziata ha accusato di lesione di pluralismo, e costringere a uscire allo scoperto la stessa maggioranza, Antonello Falomi e Paolo Gentiloni hanno presentato un testo in cui si sostiene che la Vigilanza ritiene che «non vi siano motivi né formali né sostanziali per vietarne la messa in onda» e quindi «si invita il dg Cattaneo ad assumere le conseguenti decisioni». Intanto l'azienda diffonde orgogliosa i risultati d'ascolto del periodo «di garanzia» autunnale, conclusosi il 6 dicembre. Dati che vedono la Rai vittoriosa (anche se Mediaset. si conferma il gruppo tv più redditizio d'Europa). Soprattutto Rai Uno, che batte Canale 5 sia nell'intera giornata sia nel «prime lime» e persino nella fatidica fascia 20.30-21, arrivando a staccare la concorrente di 7 punti il sabato e di 11 la domenica. Grazie a Panariello, ma anche alla fiction, non importa se i successi di oggi erano stati messi in cantiere dalla Rai dell'odiato Zaccaria. A trarne vantaggio oggi è Cattaneo, che anche in Vigilanza ha trovato modo di tirar fuori i «suoi numeri». Ed è An che lo sostiene, sebbene il senatore Michele Bonatesta, che non perde occasione per affidare alle agenzie i suoi commenti sulla Rai, congratulandosi, sostenga oggi che «sarebbe bene che la tv puhblica vincesse la sfida con Mediaset anche in termini di qualità dell'offerta». Cattaneo mena vanto dei suoi successi più appariscenti, da timido e schivo che era è diventato disinvolto con giornalisti e politici ai quali ribatte senza timori. E punta ad essere riconfermato dg anche dal prossimo cda. Chissà quando sarà il momento. Perché la novità è che la Casa delle Libertà non sembra più avere alcun desiderio di mettere man ai vertici della tv pubblica, neppu 1"e nel caso - che la maggioranz alcun desiderio di mettere mano ai vertici della tv pubblica, neppure nel caso - che la maggioranza non mette in discussione - che il presidente Ciampi firmi la legge Gasparri, che indica nel 28 febbraio la scadenza dell'attuale cda. L'idea che è andata maturando nelle ultime settimane è rinviare la patata bollente del nuovo cda Rai a dopo le elezioni di giugno, insieme al grosso del «rimpasto». Rimandato anch'esso, salvo forse una parziale «verifica» nei primi mesi dell'anno nuovo. Va da sé che An e Fi, artefici della direzione Cattaneo, vedrebbero bene un congelamento dell'attuale situazione. Più sorpendente la conversione dell'Udo, il partito più interessato al ricambio, tanto da aver imposto la scadenza del 28 febbraio. Eppure tra i centristi si raccolgono ormai battute come «l'idea di riaprire il toto Rai fa venire i brividi», «pur non sentendoci particolarmente rappresentati in questo cda, come forza di govemo non vogliamo sconquassare il sistema Rai». A scompigliare le aspettative è l'insistenza di Annunziata di dimettersi «subito dopo» la promulgazione della Gasparri. Tanto che martedì la presidente Rai ha ricevuto una telefonata dal presidente della Camera, interessato a sondare le sue vere intenzioni. Perché un fatto è certo: per Casini l'ipotesi Smart non esiste. La formula del presidente di garanzia non ammette defezioni. Simul stabunt simul cadent. WMittciM Sh^Vf1 I B| ^^^^^ISRHH BBiiMSSfifjfe || H«PfJ fc «R J Ì9fl Lucia Annunziata con i presidenti di Senato e Camera, Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini

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