Uccide il fidanzato a coltellate di Lodovico Poletto

Uccide il fidanzato a coltellate TRAGEDIA IN UN ALLOGGIO DI CORSO ROSSELLI: UN SOLO FENDENTE GLI RECIDE L'ARTERIA FEMORALE Uccide il fidanzato a coltellate Dopo l'ennesimo litigio: l'omicida ha 15 anni Lodovico Poletto Quindici anni lei, diciannove lui. Fidanzati-bambini, verrebbe da pensare. Ieri pomeriggio lei, Anna, nome di fantasia per questa ragazzina dai capelli castani, lunghi sulle spalle, ha ammazzato lui con una coltellata alla gamba sinistra, all'altezza dell'inguine. Un colpo soltanto, sferrato senza indecisione, che ha reciso di netto l'arteria femorale e ha rubato la vita di Gianni Giannone, un giovanotto come ce ne sono tanti in giro: capelli corti tenuti su con il gel, orecchini, ciondoli e stringhe al collo. E' accaduto poco dopo le 14 in un appartamento di due stanze al terzo piano di corso Rosselli 82: palazzo un tempo elegante, proprio ai confini della Crocetta. In quel bilocale, affittato da uno studente universitario che aveva affidato alla ragazza e sua madre, il compito di fare le pulizie un paio di volte la settimana, ieri Anna e Gianni si sono ritrovati a discutere della loro relazione. C'erano state troppe incomprensioni, tra loro. Qualcuno, adesso, racconta di una rottura recente, che risale al massimo a due o tre giorni fa. Altri ancora sussurrano che lui aveva il vizio di alzare le mani. Che era violento, cattivo. Ed è per questo che la mamma di Anna, ieri pomeriggio in ospedale ad assistere una parente che stava partorendo, era contraria a quel rapporto. Lo aveva contrastato, aveva scongiurato Anna di chiudere la storia con quel ragazzo. Invece no, loro due avevano continuato a vedersi, con alti e bassi, litigate e pianti. Fino a due giorni fa, quando Anna gli aveva detto che era tutto finito. Ed è per questo che, ieri, lui ha seguito lei da casa all'appartamento di corso Rosselli. Ha aspettato un po' in strada e poi ha suonato il campanello. Anna era sola, s'è fatto aprire. Appena la porta s'è dischiusa, hanno iniziato a litigare. Con violenza. I vicini li hanno sentiti urlare. Insulti. E frasi senza senso percepite soltanto a tratti, attraverso le finestre chiuse. Erano in cucina, dicono adesso i poliziotti. Lei, forse, s'è sentita in pericolo davanti a quel ragazzo sempre più infuriato. Ha afferrato dal cassetto un coltello da tavolo a punta e l'ha minacciato: «Vattene...». Lui ha insistito, forse l'ha minacciata. Lei gliel'ha piantato nella gamba, accanto all'inguine. Il sangue ha inzuppato i vestiti, è colato lasciando grandi chiazze sul pavimento. Anna è corsa al balcone, invocando aiuto. I vicini, quelli il cui ballatoio confina con quell'appartamentino da studente, si sono affacciati. Hanno intuito qualcosa e si sono attaccati al telefono, con il 118 e la questura. «La ragazza urlava come una pazza. "Sta male, sta male, aiutateci". Da dentro casa sentivo la voce di qualcuno che gemeva e che diceva "sto morendo". E allora ho preso il telefono e ho chiamato i soccorsi...» racconta Yvonne Ravera, una minuta signora peruviana, la cui casa è lì a due passi da quella dove Anna ha ucciso Gianni. Testimoni di quegli istanti ce ne sono a decine. C'è chi racconta di Anna che si strappa i capelli e chi l'ha vista seduta accanto all'ingresso con le mani abbandonate in grembo e la testa appoggiata ad uno dei battenti della porta d'ingresso. Due ore dopo, nell'ufficio del vicequestore Silvia Governa, al commissariato di via Verdi, Anna continua ad informarsi delle condizioni di Gianni. Mormora, a sua madre, ma senza convinzione, «Gianni s'è ferito da solo...». Poi squilla un cellulare. La ragazzina guarda sua madre che balbetta: «E' morto!» E per un attimo il dolore di Anna diventa un urlo lunghissimo, un pianto disperato: «Era un mio amico. Era un gran bastardo, ma era il mio amico più caro...». Gianni Giannone, aveva 19 anni La casa di corso Rosselli 82 dove è avvenuta la tragedia

Persone citate: Gianni Giannone, Silvia Governa, Yvonne Ravera