LAZIO FUORI DA TUTTO E ADESSO? di Roberto Beccantini

LAZIO FUORI DA TUTTO E ADESSO? LAZIO FUORI DA TUTTO E ADESSO? Roberto Beccantini LA scorsa stagione qualificammo alla seconda fase della Champions League le quattro squadre in Uzza: Inter, Juventus, Milan, Roma. Questa volta, nella migliore delle ipotesi, saranno tre: il destino della Lazio si è compiuto ieri sera a Praga. Fuori da tutto, anche dall'Uefa. Un'eliminazione dolorosa, sintesi di un dissennato rendimento casalingo (2-2 con lo Sparta, 0-4 con il Chelsea, 1 -1 con il Besiktas), delle energie e degli uomini sacrificati al gran sabato di resurrezione, di grossolani errori sotto porta. A essere sinceri, le scelte di Mancini sono apparse abbastanza discutibili, dal ripescaggio di Gottardi al tardivo innesto di Simone Inzaghi. Certo, non bisogna trascurare la jella; palo di Albertini, miracolo di Blazek su Corradi. Detto questo, quando si vince una partita su sei c'è poco da recriminare. Passa, lo Sparta, grazie a uno di quegli impulsi che, spesso, spingono gli dei a strafare : romanzesco 1-0 di Kincl agli sgoccioli degli sgoccioli, 2-0 del Chelsea (complimenti per la serietà) al Besiktas di Lucescu. Per la Lazio, l'Europa rappresentava una sorta di indispensabile salvadanaio. La stroncatura di Praga contribuisce a rendere ancora più cruciale l'assemblea del 19 dicembre, giorno in cui i piccoli azionisti saranno chiamati a garantire l'aumento di capitale determinante ai fini della sopravvivenza. Mancini giura: a gennaio non parte nessuno. Vedremo. Il Milan2, in compenso, promuove il Celta. L'Ajax si auto-cancella perdendo a Bruges. Non sarà stato il massimo del fair play spedire mezza rosa in Giappone addirittura alla vigilia della sfida con gli spagnoli, ma la formula da tutti condivisa - tutti, ripeto: olandesi compresi - è tale da rendere ambigui gli ultimi turni. Oggi a te, domani, forse, a me. Tocca a Juventus e Inter, adesso. L'impegno dei bianconeri, già promossi, è aumentato di peso non solo o non tanto per la pratica relativa al primato del gruppo (basta un pareggio), quanto, piuttosto, per la zavorra delle tre sconfitte che, nel giro di una settimana, hanno cambiato le carte in tavola. Come a Dortmund, lippi ricorre alla formazione di scorta. L'importante è che poi, nel selezionare gli undici che, domenica, dovranno misurarsi con il Parma, non si lasci influenzare dai nomi e dalle gerarchie. L'Inter, a Kiev, deve vincere. Un solo punto fermo, tra infortuni e clima polare: deve vincere anche la Dinamo. Paradossale o no, è un vantaggio.

Persone citate: Albertini, Blazek, Corradi, Gottardi, Kincl, Lucescu, Mancini, Simone Inzaghi

Luoghi citati: Dortmund, Europa, Giappone, Juventus, Kiev, Lazio, Praga, Roma