Una bomba sulle ultime ore di campagna elettorale di Anna Zafesova

Una bomba sulle ultime ore di campagna elettorale LA TRAGEDIA DEL CAUCASO ERA STATA FINORA RIMOSSA DAI DIBATTITI TELEVISIVI Una bomba sulle ultime ore di campagna elettorale Taglie di tre partiti russi su Basaev Anna Zafesova MOSCA La bomba nel treno di Essentuki ha fatto esplodere anche la campagna elettorale per la Duma nel suo ultimo giomo, trasformando un dibattito apatico e tedioso in un turbine di passioni. Ieri le ultime ore di propaganda elettorale, prima della pausa di riflessione della vigilia del voto domenicale, Hono state riempite da appelli a estirpare con pugno di ferro la guerriglia cecena, in ima retorica che sembra una replica in piccolo delle elezioni del 1999, quando dopo le bombe nelle città russe la Duma venne conquistata dal neonato partito di Vladimir Putin. La tragedia del Caucaso, fino a quel momento per un mese omessa, per non dire rimossa, dalla campagna, ha dato il via a una gara tra i contendenti elettorali per i voti che la paura e l'odio dei russi per i ceceni potrà assegnare. A battere tutti in originalità è stato Dmitrij Rogozin, presidente della commissione Esteri della Duma e astro nascente del palcoscenico della grande pohtica pubblica con la sua Usta «Rodina» (patria), già definita da molti «nazionalsocialista». Il deputato ha promesso una taglia di 500 mila dollari per qualunque informazione che aiuti a catturare ShamilBasaev, il «terrorista ceceno numero imo», al quale si attribuisce ormai automaticamente qualunque bomba scoppi nel raggio di duemila chilometri dal Caucaso. Il presidente della Commissione elettorale centrale Alexandr Veshnjakov si è detto perplesso sulla legalità dell'iniziativa; «Rodina» offre di pagare questi soldi dal fondo spese della campagna elettorale. Ma i giuristi non hanno trovato nessuna controindicazione, e l'offerta di Rogozin è diventata ufficiale ed è stata ritenuta offensiva dal diretto interessato: «Perché offri così poco, canaglia?», ha domandato Basaev attraverso il sito degli indipententisti ceceni «Kavkaz». Dal suo nascondigho nelle montagne del Caucaso il terrorista si è mostrato eccezionalmente informato sugli intrighi e i traffici di Mosca, accusando il presidente della commissione Esteri di aver dirottato verso «offshore» delle SeycheUes 630 milioni di dollari di contratti statah; «Ti sono finiti i soldi? Uomo morto, non fare il tirchio». Ma la trovata della taglia si è rivelata contagiosa, e il generale Ghennadij Troshev - dopo non essere riuscito per anni a stanare Basaev in qualità di comandante delle truppe di Mosca in Cecenia - ha offerto per la testa del leader ribelle un milione di dollari a nome del suo partito Popolare. Una generosità che comunque non raggiunge quella del presidente filorusso della Cecenia Akhmad Kadyrov che qualche giomo fa ha promesso per Basaev, vivo o morto, 5 mÙioni di dollari. L'asta per la testa del «Che Guevara» ceceno non è stata fermata nemmeno dal pare- re di un portavoce dei servizi segreti russi: «La taglia è inutile, ci avevamo già provato». La bomba di Essentuki ha detonato fragorosamente negli studi televisivi di Mosca, e stavòlta nessuno ha ripètuto l'efrcP re che costò nel 1999 circa quattro milioni di voti a Grigorij Javlinskij che schierò il suo Jabloko, unico, contro la guerra in Cecenia. Oggi invece l'accusa di aver appoggiato nel 1996 la tregua con i ceceni rimbalza da un leader all'altro come quella più infamante, e i «pacifisti» (ormai ex) vengono accusati di tradimento della patria e favoreggiamento del terrorismo. Le differenze tra nazionalpatriottici e liherali sono minime, mentre i primi invocano ferro efuocosuilsr Cecenia, i secondi menzionano cautamente «anche una regolazione politicai. Javlinskij ihdica-cómè mètodo per la lotta al terrorismo un aumento dei finanziamenti a esercito e servizi segreti, Boris Nemzov di Sps (Unione delle forze di destra) che aveva raccolto una volta un milione di firme per la pace in Cecenia, dichiara che con i ribelli «può negoziare solo il Kalashnikov». Il fronte opposto è, se possibile, ancora più drastico: Vladimir Un abitante di Grozny davanti a un manifesto con i candidati del partito Russia Unita alle elezioni di domani Zhirinovski, leader del partito «liberaldemocratico» e caposcuola del nazionalismo xenofobo alla Duma dal.1993, ha proposto la censura totale sulla Cecenia, da bandire anche a livello di discussione. Come di fatto è avvenuto per un mese della campagna che si è conclusa ieri, con i candidati che evitavano un argomento che poteva far loro perdere consensi e irritare il Cremlino. L'anomalia di non parlare di una sanguinosa guerra in corso da quattro anni è stata notata ieri dal conduttore Savik Shuster nella tribuna elettorale finale: i contendenti hanno dato alla sua domanda risposte elusive e chiesto di cambiare - con evidente sollievo - argomento. Un dibattito elettorale anomalo, quello del 2003, per temi e partecipanti. Il favorito, il partito putiniano «Russia Unita» sulla cui vittoria nessuno dubita - si è astenuto dai faccia a faccia con i concorrenti, definendo le tribune elettorali «populismo». In assenza del contendente principale, al quale indirizzare tutte le critiche al potere, gli altri 22 partiti si sono azzuffati stancamente, lamentando monotoni la «situazione disastrosa», senza però mai menzionare il presidente e nemmeno il govemo. Ad argomenti-conereti e urgenti"come povertà, riforma comunale, pensioni, la maggioranza della classe pòlftìcSTia^prefèrìWr inalila grande potenza e al destino speciale della nazione russa. Un'apatia che sembra aver contagiato anche gli elettori: chiedono ai candidati se credono negli ufo e dove passeranno il Natale. Del resto, come ha commentato tristemente Shuster chiudendo la stagione preelettorale, «quando si affrontano argomenti seri, il pubblico si annoia». Al leader di «Rodina» che offre 500 mila i dollari il capo dei ribeili replica Beffardo sul suo sito Internet: «Perché così poco, con tutto quello che hai rubato?» Nessun candidato si proclama pacifista Gruppo agrario I deputati si sono presentati in seggi uninominali e grazie all'alleanza con il Kprf hanno ottenuto un numero di seggi maggiore rispetto alla percentuale dei voti DUMA USCENTE * «Tutta la Russia», oggi confluito in Russia unita Oggi Russia unita, il partito di Putin i Wh Mn Partito. comunista russo Deputati del popolo Regioni russe Jl» 24,2* Kprf I SONDAGGI DISCORDI PRUSSIA UNITA (Er, centrista putiniano): 29o;o «PARTITO COMUNISTA RUSSO (Kprf) 230Zo WDR (lista Zhirinovski, ultranazionalisti): 80Zo ÌUNTONÉ DELLE FORZE DI DESTRA (liberal-moderato): 6* «JABLÒko (liberal-rìformista) V/o ^RODINA (Madrepatria, social-nazionalista): SVo •RUSSIA UNITA: 30-32^ •jCPRFrS-lllfe •LróR:5-«* •SP&T-B'K. •JA6L0K0:4-5ìt •RODINA; 2-4* Unione forze di destra Jabloko ^Indipendenti Lpdr Lista Zhirinovski ultranazionalisti VTSIOM-A (istituto indipendente) ARRI \ (istituto vidno all'esecutivo)