Anche Harry Potter vola con la Fenice

Anche Harry Potter vola con la Fenice DALL'EGITTO A SIMBOLO DEL TEATRO VENEZIANO Anche Harry Potter vola con la Fenice «Il mito della fenice in Occidente» è il tema della lezione che la Fondazione Giorgio Cini affida oggi (ore 17, sull'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia) a Francesco Zambon, per celebrare, con «Il mese della fenice», la riapertura del teatro veneziano. Ne pubblichiamo alcuni brani'. Francesco Zambon SECONDO la versione vulgata della leggenda - quella che si legge, per esempio, nel più antico bestiaro cristiano, il Fisiologo greco (Il secolo d.C.) - la fenice è un uccello orientale che, a periodi regolari, consuma se stesso nel fuoco e, dopo essersi ridotto in cenere, rinasce a una nuova vita. I dubbi sulla sua effettiva esistenza aleggiano già sulla più antica descrizione che ce ne sia stata conservata, quella di Erodoto: riferendo nelle Storie quanto gli Egiziani raccontavano di essa egli dichiara infatti di non averla mai vista «se non dipinta». Si tratta in effetti di un simbolo dalle molteplici valenze cosmogoniche, astronomiche e rehgiose che presenta notevoli somiglianze con quello del benu egiziano, uccello solare identificato al dio della creazione Atum (o Re) oppure al dio del regno dei morti Osiride (e quindi anche all'anima del morto). Questo rapporto simbolico con il sole è fondamentale anche nel mito greco-romano della fenice, ampiamente attestato nelle fonti antiche e tardoantiche (da Tacito a Ovidio, da Plinio a Sohno, da Achille Tazio a Orapollo). Il tema della periodica morte e rinascita dell'uccello viene così riferito - a seconda delle versioni - al ciclo diurno del sole o a un periodo cicheo più lungo, in particolare quello del Grande Anno, al termine del quale - secondo la cosmologia classica - tutti gli astri ritornano al loro punto di partenza e l'universo si rinnova. La simbologia protocristiana riprese questo tema applicandolo alla nuova dottrina religiosa. Alcuni scrittori - da Clemente Romano a Tertulliano - additarono la resurrezione della fenice come una prova della resurrezione della carne dopo il Giudizio finale; altri - a partire dal Fisiologo (II-III sec.) - vollero scorgervi invece il simbolo della morte e della resurrezione di Cristo. L'associazione Cristo-fenice diverme Un'immagine d fenice abituale nel medioevo, nei bestiari e nei trattati religiosi come nella pittura e nella scultura. Ma con lo sviluppo delle letterature volgari, nel XII e nel XIII secolo, la fenice - come la tigre, l'unicorno e altri animali reali o fantastici - fu accolta nell'emblematica della poesia amorosa. Nella lirica trobadorica e in quella siciliana l'uccello che rinasce dalle proprie ceneri diventa un'immagine della paradossale condizione dell'amante che brucia nelle fiamme della passione per rinnovarsi continuamente nella sua sofferenza. Cecco d'Ascoli invece, nel!' Acerba, ne fa il simbolo della Sapienza santa che, perseguitata dagli uomini incapaci di contemplare le realtà spirituali, rinasce in una dimensione celeste per poi ridiscendere verso di loro a illuminarli. Ma fu certamente il Petrarca a creare il più grande mito amoroso della fenice, trasformandola in figura di Laura - «questa fenice de l'aurata piuma» - stupenda creatura terrestre condannata alla morte ma destinata infine a diventare angelo celeste. Il modello petrarchesco conoscerà un duraturo successo, attraverso innumerevoli variazioni, nella poesia amorosa italiana ed europea. Contemporaneamente, il simbolo della fenice veniva adottato anche dall'alchimia, dove essa rappresenta l'ultima fase della «grande opera» - quella «al rosso» - e pertanto la stessa «pietra filosofale» che sorge, gloriosa, dall'incenerimento della «materia prima»: in quanto tale essa figura sovente nell'iconografia dell' opus. La sua storia più recente non presenta grandi innovazioni, specialmente sotto il profilo letterario e rehgiose. Tuttavia l'emblema della fenice è stato ripreso in àmbiti diversissimi, dall'araldica alla simbologia massonica, dalla vessillologia alle insegne politiche e mihtari e alle sigle commerciali, fino ad arrivare - in questi giorni - al best-seller mondiale Harry Potter e l'Ordine della Fenice; nel Settecento era divenuto così anche l'insegna del teatro veneziano ormai per la seconda volta destinato a risorgere dalle proprie ceneri. Malgrado le profonde trasformazioni che il mito ha subito nei secoli, non è arduo indicarne il nucleo più profondo: il nesso misterioso e necessario fra nascita e morte, inizio e fine, creazione e distruzione. ' Un'immagine di fenice

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