Juve, c'è la furia dei turchi di Fabio Vergnano

Juve, c'è la furia dei turchi CHAMPIONS LEAGUE. STASERA SUL NEUTRO DI DORTMUND SI DISPUTA LA PARTITA RINVIATA PER GLI ATTENTATI Juve, c'è la furia dei turchi Il Galatasaray: ingiusto non giocare a Istanbul Fabio Vergnano inviato a DORTMUND Non serve neppure per dimenticare l'Inter, questo quinto turno di Champions League. Troppo diversa la Juventus che Marcello Lippi manderà in campo stasera sul campo neutro di Dortmund per ipotizzare la voglia di riscatto. Cinque di quelh che sono stati travolti dalla Zaccheroni band sono rimasti a Torino, gli altri in partenza si accomoderanno in panchina. Toccherà alle seconde linee fare in conti con un Galatasaray ferito dalla decisione dell'Uefa di rinviare di una settimana e poi di spostare in Germania questa partita che si sarebbe dovuta giocare a Istanbul. Una decisione che rappresenta un precedente pesante e che anche ieri ha dato modo ai turchi di protestare contro quello che considerano un sopruso: per loro non esistevano problemi di sicurezza. Ma stasera nel rinnovato Westfalenstadion si sentiranno quasi come a casa. In Germania vivono 8 mihoni di turchi, almeno 50 mila di questi inciteranno la squadra di Terim e urleranno contro la Juve. Si sono già fatti sentire ieri, mentre Lippi guidava l'ultimo allenamento. In realtà in questa vigiha scandita dal malumore di quelh anivati da Istanbul c'è anche tanta esagerazione. Il presidente Ozhan Canaydin ha accusato Moggi di aver deciso tutto lui, attribuendo al dg bianconero poteri manipolatori francamente eccessivi. Che Istanbul non fosse ima città sicura era sotto gh occhi del mondo intero, appellarsi al caso Ocalan di cinque anni fa per dire che oggi come allora in Turchia si poteva giocare con la massima serenità è ima evidente esagerazione. Moggi ha sorvolato: «Quando l'Uefa ha deciso di giocare a Dortmund ero in vacanza. Ho appreso la notizia dalla televisione». Brutto affare quando la pohtica si mescola con il calcio, ma tant'è: questa partita passerà alla storia proprio per i risvolti diplomatici che l'hanno accompagnata. I contenuti tecnici passano quasi in secondo piano, anche perchè per la Juve ha ormai un'importanza relativa. Ai lippiani basta un punto fra stasera e l'Olympiakos (il 10 dicembre) per aggiudicarsi il primo posto nel girone D ed evitare negli Ottavi incroci troppo pericolosi. Anche per questo, e pensando alla Lazio, Lippi attinge a piene mani dal secchio del turnover, fosse stata una partita vitale non avrebbe agito allo stesso modo. Nessuna conferma rispetto alla partita con l'Inter, come a Siena in Coppa Italia una squadra nuova di zecca, nella speranza che la sofferenza sia minore. Il tecnico avrà una panchina di lusso perchè ha 18 giocatori contati e non poteva pemettersi altre defezioni. Non è stata ima trasferta punitiva, come qualcuno ha ipotizzato. Si ferma anche Nedved che contava sulla vetri¬ na intemazionale per giocarsi le ultime carte al tavolo del Pallone d'oro. Probabilmente è l'unico scontento di non esserci dall' inizio. L'analisi di Lippi separa nettamente il campionato dalla Champions: «Non è giusto ritornare su ciò che è successo con l'Inter. Qui ci giochiamo il primo posto del girone e conta soltanto questo». Dai giornalisti turchi arrivano soltanto domande legate allo spostamento della partita in campo neutro. Lippi conferma l'assoluta neutralità della Juve: «Eravamo a disposizione dell'Uefa, ci spiace per il Galatasaray che aveva diritto a giocare sul suo campo, tuttavia sono successi fatti che hanno impressionato tutto il mondo. E infatti sono state spostate altre due partite di Coppa». La situazione nel gruppo D è ben delineata. La Juve guida la classifica con 10 punti, seguita dalla Real Sociedad con 8, dall' Olympiakos con 4 e dal Galatasaray con 3. Il 10 dicembre chiusura con Juve-Olympiakos e Real Sociedad-Galatasaray. Lippi si affida di nuovo alle seconde linee: «Non pensiamo più all'Inter, l'Europa merita rispetto» Davids è pronto al rientro: l'olandese guida l'allenamento dei bianconeri a Dortmund