Il governo minaccia la «tolleranza zero»

Il governo minaccia la «tolleranza zero» IL MINISTRO: CHIEDERÒ' L'INTERVENTO IMMEDIATO DELLA COMMISSIONE DI VIGILANZA Il governo minaccia la «tolleranza zero» Maroni: le regole devono valere per tutti, così pagano solo i cittadini ROMA La rabbia del governo esplode a metà pomeriggio, quando Maurizio Sacconi - letti i lanci di agenzia che raccontano il caos di Milano parla di «tolleranza zero» da parte delle istituzioni. Lo sfogo del sottosegretario precede di qualche ora Roberto Maroni, in trasferta a Bruxelles, che minaccia «provvedimenti» e «l'intervento immediato della commissione di vigilanza». Le regole, spiega il ministro del Lavoro, «devono valere per tutti. Non si possono applicare e disapplicare a seconda delle convenienze, soprattutto quando ci sono di mezzo i cittadini». Lo sciopero che ieri ha paralizzato i trasporti pubblici italiani è finito così, in un crescendo di polemiche rimbalzate tra Milano, la città che più ha sofferto disagi, e la capitale. La decisione improvvisa di anticipare l'astensione dal lavoro alle 6.30 del mattino, prendendo di sorpresa i milanesi che cercavano autobus e metro per andare al lavoro, era stata bollata a caldo dal sindaco Albertini come un «atto di sabotaggio alla convivenza civile», tanto più grave in quanto organizzata nella giornata in cui Milano ospitava il vertice mondiale sull'ambiente. Ancora più dura la nota ufficiale di Palazzo Marino, diramata nel pomeriggio, poco prima che i lavoratori in sciopero proclamassero il prolungamento «a oltranza» della protesta. «La città - dice il testo firmato da Gabriele Albertini - è stata messa in ginocchio, e i diritti di centinaia di migliaia di cittadini sono stati calpestati dal comportamento irresponsabile e arrogante di quei lavoratori dell'Atm e di quelle strutture sindacali che, violando la legge, non hanno rispettato le fasce di garanzia previste dalle norme che regolano i servizi pubblici». Il Comune ha poi annunciato la decisione di chiedere il risarcimento dei danni. La decisione del Prefetto di Milano, che dopo un consulto con il Viminale ha annunciato la precettazione per i dipendenti Atm intenzionati a paralizzare la città anche oggi, chiudeva ima giornata pesante per i cittadini milanesi e per il mondo politico e sindacale. Lo sciopero selvaggio, infatti, è piaciuto poco ai vertici delle confederazioni nazionali. Giuste le motivazioni, ha commentato Guglielmo Epif ani, ma sbagliate e soprattutto controproducenti le azioni. «L'esasperazione dei lavoratori è comprensibile - ha detto il segreta¬ rio della Cgil - Il loro contratto è scaduto da due anni e noi siamo con loro. Ma violare in questo modo le regole sullo sciopero è inammissibile, perché prendi in ostaggio altri lavoratori e riduci il consenso intomo alle tue battaglie». Meno drastico il commento degli altri leader sindacali. «Se i contratti si rinnovassero nei tempi dovuti - ha sostenuto infatti il leader della Cisl Savino Pezzotta il sindacato riuscirebbe a controllare meglio l'esasperazione dei lavoratori». Dalle forze parlamentari, con l'esclusione di Rifondazione Comunista che ha ribadito le responsabilità delle aziende per il mancato rinnovo contrattuale, la condanna è arrivata unanime. Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia, ha parlato di «legge della giungla». La Lega di comportamento «irresponsabile» (((E chi ha sbagliato dovrà pagare e pagare caro», ha aggiunto il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli). L'Udo di «regole violate»: «Una parte del sindacato ha chiesto scusa - ha detto Marco Follini - E scusa è proprio la parola giusta». Critico anche il segretario dei Ds, Piero Fassino: «Quel che è accaduto a Milano è grave, perché le lotte sindacali nei pubblici servizi devono essere realizzate, cercando un punto di equilibrio tra i diritti dei lavoratori e le esigenze dei cittadini. Altrimenti si crea un duplice danno: i cittadini soffrono disagi gravi; i lavoratori non vengono compresi dall'opinione pubblica». Oggi, dice un comunicato dell'Atra, la situazione dovrebbe tornare normale, anche se tra i «ribelli» qualcuno sostiene che la precettazione del prefetto «potrebbe avere esiti diversi da quelli sperati». A Roma, intanto, il ministro dei Trasporti traccia il primo bilancio. «Questo sciopero ci è costato 30 miliardi di vecchie lire e si commenta da solo», dice Pietro Lunardi. E, a chi gli chiedeva se le parti saranno convocate al ministero, Lunardi ha risposto: «Prima dobbiamo chiarire le cose all'interno e rivederci a Palazzo Chigi». [r.cri.] Il prefetto di Milano dopo un consulto con il ministro Pisanu ha precettato i «ribelli» dell'Atm L'azienda assicura «Oggi servizio regolare»

Luoghi citati: Bruxelles, Milano, Roma