In centro riesce la rivolta dei negozianti
In centro riesce la rivolta dei negozianti CONTINUA IL BRACCIO DI FERRO CON IL COMUNE, RESTANO CHIUSI I SUPERMERCATI DELLA CITTA' In centro riesce la rivolta dei negozianti U na domenica a serrande alzate Giuseppe Sangiorgio Centri commerciali chiusi, negozi aperti in via Roma. La «sfida» di «serranda alzata» lanciata dall'Ascom, si è consumata in quest'ultima domenica di novembre con una fiumana di folla sotto i portici del centro, fra le piazze Carlo Felice, San Carlo e Castello. Adesso con dicembre s'inizia il periodo natalizio che, per legge, consente ai commercianti di lavorare. Quindi, dice il presidente dell'Ascom, Giuseppe De Maria, «incidente chiuso». Tanto più che, ieri, i vigili urbani non hanno voluto infierire e non ci sono notizie di multe ai commercianti del centro. H Comune ha insistito però fino all'ultimo minuto: «Il periodo dello shopping natalizio parte con dicembre, quest'ultima domenica è di novembre, per cui, stando alla legge, resta fuori dalle otto aperture festive consentite nell'anno alle quali si aggiungono quelle di fine anno». Chi ha lavorato ieri ha rischiato la multa di mille euro (circa due milioni di vecchie lire). E dire che sarebbe stato sufficiente un accordo fra le parti, sostiene De Maria. Concetto ribadito ancora sabato sera, al tradizionale incontro con le istituzioni e, soprattutto «con gli amici» dell'Ascom, nella cena della «bagna caóda» che si è svolta aLeinì. De Maria dallo stesso tavolo del sindaco Sergio Chiamparìno, ha detto che la decisione di chiudere esercizi commerciali e boutique nella prima vera domenica che i torinesi avrebbero dedicato allo shopping di Natale era stato «un errore», non solo «d'immagine», in una città che vuole uscire dal tunnel, ma anche per il settore delle piccole imprese al dettaglio, che, pur non potendo permettersi multe da mille euro, rischiano solo per lavorare. «Errore», anche perché i negozi delle altre città della provincia e, soprattutto, della cintura sarebbero rimasti aperti, lasciando al centro una «grande isola»: Torino. Ma, ha raccontato De Maria, «quando si trattava di metterci d'accordo, il sindaco era in missione in Cina, io ero assorbito da altre incombenze, le parti non si sono confrontate a sufficienza ed è nato l'equivoco». Irreparabile? No, spiega il presidente dell'Associazione commercianti di via Massena. «Tant'è vero - dice - che noi consideriamo chiuso l'incidente. Anche grazie alla sensibilità dei vigili urbani che, a quanto pare, non hanno voluto infierire su coloro che hanno aperto le loro porte alla clientela». De Maria, peraltro, è soddisfatto del coraggio dei suoi colleghi. Anche per il fatto che la grande distribuzione, contrariamente alle aspettative, era ferma, con le serrande abbassate. Invece gli esercizi di alta qualità, quelli m ima via Roma che ieri era quanto mai affollata, hanno sfidato la sorte, tutti pronti a soddisfare le esigenze dei torinesi. In questa situazione il sindaco Sergio Chiampaiino lancia un messaggio distensivo, ma con un punto fermo: «I patti devono essere rispettati. Avevamo concordato che domenica i negozi dovevano restare chiusi. La grande distribuzione ha raccolto l'invito, via Roma no. Ma per raggiungere intese serie si devono introdurre regole che poi vanno seguite. Noi voghamo incrementare l'apertura dei negozi nei giorni festivi, d'intesa con le organizzazioni di categoria e dei dipendenti obbligati al lavoro festivo, coinvolgendo tutti, per fare di più, appunto. Ci incontreremo nuovamente con le Associazioni del commercianti e con i sindacati il 12 dicembre. Vedremo». L'Ascom: un errore non permetterci di lavorare serenamente Il sindaco: ma i patti vanno sempre rispettati Vigili urbani in via Roma; la strada più commerciale di Torino non ha rispettato il divieto
Persone citate: Carlo Felice, De Maria, Giuseppe De Maria, Giuseppe Sangiorgio, Sergio Chiampaiino, Sergio Chiamparìno
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