Se la politica si aggrappa aTotti di Filippo Ceccarelli

Se la politica si aggrappa aTotti Se la politica si aggrappa aTotti Filippo Ceccarelli NUOVE figure di raccordo politico e istituzionale: Francesco Totti. «La gente, forse vede un po' lontane, poco avvicinabili, le sedi del Parlamento - constata il numero 10 della Roma -. Io sono fehee di essere un tramite...». Ed ecco che giovedì 20 Totti è premiato alla Camera dei deputati dalla Commissione Parlamentare per l'Infanzia; mentre cinque giorni dopo, cioè martedì 25, entra al Senato della Repubblica come testimonial Unicef per un incontro organizzato dalla Commissione per la tutela e la promozione dei Diritti Umani. Accoglienza particolarmente calda, nel senso che i commessi hanno faticato ad arginare la ressa. Ha scritto Rita Sala sul Messaggero di un Totti «assediato, stretto, fagocitato, mangiato, assunto, introiettato, ingoiato: una sorte d'eucarestia pagana del simbolo positivo». L'immagine dell'eucaristia è forte, ma pienamente giustificata dal prosieguo della visita che ha pure visto la distribuzione di reliquie, anch'esse paganeggianti, ma non per questo di minor rilievo cerimoniale. Totti ha consegnato infatti una sua maglia alla seconda carica dello Stato, il presidente Marcello Pera (che la batterà all'asta a partire da 100 euro), e una seconda maglia al senatore a vita Giulio Andreotti. Ora, l'omaggio votivo dell'indumento di gioco a figure istituzionah lascia intravedere in quale ambito di potenza identitaria e sacrale la debole pohtica postmoderna vada a ricercarsi gh dei smarriti: nell'ottobre del 1999 sempre Totti offrì la maglia giahorossa all'allora presidente del Consigho D'Alema davanti alle telecamere di Porta a porta; e nel dicembre di due anni dopo, licenziata la legge Finanziaria, toccò al presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio, Giorgetti. C'è anche da dire che il dono rituale prevede ima qualche reciprocità, per cui quando il capitano della Roma ha compiuto 27 armi, il sindaco Veltroni gh ha regalato una felpa con la scritta sulle spalle «Roma per Totti» e la lupa capitolina sul petto. A Veltroni si deve senz'altro riconoscere di aver compreso per primo il valore e gh orizzonti della «Tottilatria», o venerazione di Totti, e di averla convertita a scopo benefico anche se - inevitabilmente anche pohtico e promozionale. Nel corso degh ultimi due anni, oltre che ambasciatore deh Unicef, insignito di pei^gamena allo Stadio Olimpico, Totti è stato chiamato a fare il testimonial della Fondazione umanitaria «Dopo di noi»; a premiare la creatività artistica degh studenti per conto dell'associazione «Inconsupertrafra»; ad assistere, sempre con Veltroni, all'incontro con gh anziani del progetto «Un amico per la città»; e a patrocinare infine, con il laziale Mancini, il neonato «Palio» di calcetto. E tuttavia la compiuta istituzionalizzazione di Totti, splendido calciatore, ma anche personaggio che assomma in sé la virtù irraggiungibile del mito, quella autoironica del libro di barzeUette e quella sorridente e pulita del ragazzo di Porta Metronia (invitato anche al Vittoriano per lo School-day 2002), sembra oltrepassare i confini meramente strumentali della vecchia pohtica. E non solo e non tanto perché la sua presenza è finalizzata a obiettivi educativi o di solidarietà. Il punto interessante è che la pohtica si aggrappa a Totti in palese anche se astuta condizione di inferiorità; sapendo benissimo che egh meama ed esprime un consenso così neutrale, levigato e semplificato da non ammettere né preferenze né controversie. Da vero potere superpartes. «Meno tasse per Totti» si scherzava due anni fa parodiando uno slogan berlusconiano. Ecco, oggi verrebbe quasi da invocare anche meno melasse, per Totti, e meno grancasse.

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