«Il mostro di Rostov avrà il mio ghigno» di Fulvia Caprara

«Il mostro di Rostov avrà il mio ghigno» IL FILM DI GRIECO AL «NOIR IN FESTIVAL» DI COURMAYEUR «Il mostro di Rostov avrà il mio ghigno» Malcolm McDowell torna a interpretare un personaggio dalla psiche malata, il serial killer-intellettuale Cikatilo Fulvia Caprara ROMA Una storia spaventosamente esemplare, in cui l'oiTore di un serial killer capace di uccidere e divorare più di 50 bambini affonda radici, oltre che nella psiche malata dell'assassino, nella struttura di una società, quella dell'URSS in pieno regime, ((pazza al punto di non accorgersi, ostinatamente, fino alla fine» di una così evidente malattia. È la storia passata alla cronaca con il nome del «mostro di Rostov», la stessa da cui David Grieco ha liberamente tratto il romanzo «Evilenko - D comunista che mangiava i bambini)) che adesso diventa film con Malcolm McDowell nella parte dell'omicida e Marion Csokas in quella del magistratodetective incaricato di risolvere U caso. D «mostro», Andrej Romanovic Cikatilo, era, nella realtà, un insegnante di lingua e letteratura russa iscritto al Partito Comunista. Un uomo colto che, nell'arco di dodici anni, a partire dal 1976, aveva compiuto indisturbato i suoi crimini, ipnotizzando le vittime e costringendole a seguirlo come automi fino ai luoghi desolati dove poi le avrebbe aggredite. Dice Grieco; -ili paradosso di una simile mostruosità mi ha attuato in maniera irresistibile. La storia di questo intellettuale comunista sovietico cb? ha smarrito il senso della propria identità ed è sprofondato nella notte dei tempi quando gli uomini erano solo -roairentati animali a due zampe pronti a dÈvorarsì fra loro, mi è parsa una straordinaria opportunità per raccontare h nnir del comunismo), DalTepisodib (2 cronaca sono nati prima l Sbro e poi i fin. «creazioni originali) die con È lata veri hanno molti punti in comune: (II protagonista della pellicola è uno cannista ortodosso, quelle vero le era m parte; tutti due sono cresciuti in orfanatrofio, in assenza dei loro padri e odiandoli profondamente. Desideravo che questo fosse un film sulla fine del comunismo e sulla negazione dell'infanzia, un film sull'annientamento della personalità». Perla scelta dell'attore, nessun dubbio; «Malcolm, con cui siamo amici da tempo, è sempre stato il protagonista». Più vicino allo straziato «Elephant Man» che al raffinato cannibale Hannibal Lecter il serial killer di McDowell è innanzitutto «un uomo spezzato, un vero schizofrenico». Pamicchino biondastro, brutti occhiali da vista, molto in voga all'epoca in Urss, McDowell ha trovato la chiave per calarsi nella parte dopo aver visto un filmato del processo: «Mi ha colpito soprattutto una scena, un attimo in cui, alla fine di una seduta, l'assassino guarda la platea e fa uno strano sorriso storto». Per Marton Csokas, nato in Nuova Zelanda, tra poco sugli schermi con il terzo capitolo del «Signore degli Anelli: Il ritomo del Re» e con «Asylum» di David Mackenzie, tratto dal romanzo di Patrick McGrath, la strada per diventare l'investigatore Vadim Timurovic Lesiev è stata più difficile: «Della storia vera non sapevo quasi nulla, sono entrato nel mio ruolo quando ho capito che, tra il magistrato e il serial killer, si stabilisce un rapporto, una sorta di empatia, perchè il bene e il male non sono mai completamente staccati)). Girato in Ucraina, per lo più a Kiev, prodotto da Mario Cotone, accompagnato dalle musiche inquietanti di Angelo Badalamenti, il film, che sarà pronto a marzo, avrà un'anticipazione al «Cour. mayeur Noir in Festival», in programma dal 4 alio dicembre. Oltre alla presenza di McDowell, gli organizzatori prometto¬ no un «Dossier Evilenko» con mostra fotografica e immagini girate sul set durante la lavorazione. «Non farò vedere bambini squartati - spiega Grieco - la rappresentazione della violenza sarà più metaforica che sanguinolenta)). È chiaro che il grosso del film è affidato all'inimitabile maschera del protagonista, un McDowell sessantenne, più che mai vigoroso e impegnato: ha appena finito di girare «Colpo di genio», un film sul golf in cui interpreta il mentore del campione Bobby Jones, e «The company» di Robert Altman: «Sono il direttore artistico della compagnia di balletto, ma, per fortuna, non ho dovuto imparare a ballare». Malcolm McDowell, dopo «.Arancia Meccanica» un altro ruolo da killer

Luoghi citati: Courmayeur, Kiev, Nuova Zelanda, Roma, Rostov, Ucraina, Urss