Sanremo, l'inchiesta raggiunge il sindaco

Sanremo, l'inchiesta raggiunge il sindaco LO SCANDALO DELLA CORRUZIONE Sanremo, l'inchiesta raggiunge il sindaco L'ex assessore Bissolotti e il patron dell'«Accademia della canzone» agli arresti domiciliari. Avviso di garanzia a Bottini (Forza Italia) L'accusa: «I due politici hanno intascato tangenti per 750 mila euro» Giulio Gavino SANREMO Le tangenti pagate per mandare gli esordienti al Festival arrivavano nelle tasche del sindaco di Sanremo e del potente assessore al Turismo. E' un terremoto politico e d'immagine quello che disegnano le accuse dei magistrati e che, ieri mattina, ha visto scattare ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per l'ex assessore Antonio Bissolotti, 44 anni, e per il patron dell'Accademia della Canzone Angelo Esposito, 62. La procura e la Guardia di Finanza avevano chiesto anche l'arresto del primo cittadino Giovenale Bottini, uomo simbolo di Forza Italia, ma il gip Anna Bonsignorio ha detto no. Al sindaco è stato notificato solo un avviso di garanzia, ma per lo stesso reato di Bissolotti ed Esposito. Corruzione. Una singolare coincidenza ha visto i finanzieri presentare gli ordini di custodia cautelare agli arresti domiciliari per Esposito e Bissolotti in due differenti ospedali della Riviera, il primo ricoverato per una crisi depressiva e il secondo per una sospetta ischemia. Secondo l'accusa i due politici avrebbero intascato dal patron della società di spettacoli «Publimod», interlocutore privilegiato del Comune in materia di contributi pubblici, una media di 250 milioni di lire all'anno dal '96 al 2001 per arrivare a 260 mila euro nel 2002. In totale 750 mila euro. La coppia dì politici era già stata indagata, a piede libero, a giugno per concorso esterno in corruzione per la vicenda dell'appalto dell'Accademia, il concorso che nel 2002 una commissione di esperti (anche loro indagati per corru¬ zione) aveva assegnato nuovamente ad Esposito. Per il sostituto procuratore Antonella Politi, il procuratore Mariano Gagliano e gh uomini della Guardia di Finanza l'immagine dell'illegale «macchina da soldi» ha preso corpo con il passare dei mesi e con l'ausilio di testimonianze, intercettazioni e indagini bancarie. Esposito, sia con l'Accademia, sia con altre sue manifestazioni, si era incaricato di realizzare il denaro in nero da girare ai politici e da tenere per sé. In cambio otteneva finanziamenti per rassegne e spettacoli e la gestione dell'importante concorso abbinato al Festival (i manager pagavano mazzette all'insaputa dei cantanti e un caso ha riguardato anche la vincitrice di un Sanremo-Giovani, Anna Tatangelo). L'incipit della «mazzettacanterina» sarebbe avvenuto già nell'estate '96, solo a pochi mesi dall'arrivo di Bottini e Bissolotti nell'amministrazione della città dei fiori. Una tangente da 100 milioni di lire per aver «protetto e favorito» la realizzazione di un concerto di Eros Ramazzotti allo stadio comunale (manifestazione che aveva visto un pesantissimo deficit per le casse comunali). In quella occasione Esposito aveva trovato l'escamotage di farsi pagare da un'agenzia milanese una fattura falsa da 180 milioni. Ma i falsi sarebbero una consuetudine in moltissimi atti dell'inchiesta della procu- ra. Un caso? Le ricevute dei compensi dati ai cantanti di rassegne come «Sanremo Jazz Er Blues», alle quali hanno preso parte negli anni nomi di portata intemazionale da Giorgia a Paolo Conte, da Pat Metheny a Brandon Marsalis, che veniva¬ no sbianchettate, fotocopiate e ricompilate per ottenere dal Comune rimborsi maggiorati. Il tutto guarnito da atteggiamenti tra l'arroganza e l'onnipotenza, come le trame che portarono alla realizzazione del contestatissimo Teatro del Mare sulla passeggiata di Sanremo o che non più tardi di qualche mese fa avevano visto Esposito inserire tra le «pezze d'appoggio» per il contributo pubblico delle ultime rassegne musicali anche le ricevute del suo viaggio di nozze alle Maldive (si era sposato ad aprile con la cantante Lola Marini, anche lei indagata per corruzione). A consegnare i soldi al sindaco e all'assessore sarebbe sempre stato Esposito. Tangenti pagate in contanti e faccia a faccia, quattro rate annuali versate negli studi professionali di Bottini, otorinolaringoiatra, e Bissolotti, avvocato. Gli investigatori sono alle prese sia con i riscontri bancari (innumerevoli e consistenti prelievi di contante dai conti Publimod) sia con quelli patrimoniali a carico della coppia di politici. Si cerca di risalire agli investimenti, al riciclaggio delle tangenti ottenute pilotando il calendario delle manifestazioni. L'indagine su politici e corruzione continua. «II promoter Esposito riceveva incarichi e finanziamenti In cambio si era impegnato a procurare denaro in nero per gli amministratori» Il teatro Ariston di Sanremo sede del Festival

Luoghi citati: Bottini, Maldive, Sanremo