Il rapporto segreto sull'Europa antisemita
Il rapporto segreto sull'Europa antisemita «GRUPPI MUSULMANI DIETRO I GESTI ANTIEBRAICI». CITATA ANCHE UNA VIGNETTA DE «LA STAMPA» Il rapporto segreto sull'Europa antisemita L'Ue accusata di averlo nascosto perché nocivo alla sua politica mediorientale Georges Marion BERLINO All'inizio del 2002. allarmato dai crescenti indizi di aEiisémitismo registrati dai suoi centn. l'Eumc, l'Osservatorio europeo sul razzismo e la xenofobia, che ha sede a Vienna e dipende direttamente dalla Uè, aveva ordinato un'indagine, affidata a Jelane Wetzel e a Werner Bergmann, ricercatori del prestigioso Centro studi sull'antisemitismo dell'Università tecnica di Berlino. La prima stesura fu consegnata nell'autunno 2002. A marzo il rapporto finale, intitolato «Segnali di antisemitismo nell'Unione europea», era pronto per la pubblicazione. Nove mesi dopo, di fronte all'ostinato rifiuto dei committenti di divulgarlo, l'Europa è accusata di voler nascondere la ricerca, controproducente per la politica comunitaria in Medio Oriente. Il documento di 112 pagine, in possesso di «Le Monde», parte dai dati dell'Eumc sugli episodi di xenofobia nei 15 Paesi dell'Unione. Gli autori hanno sintetizzato e organizzato il materiale secondo la stessa metodologia utilizzata per una relazione, pubblicata, sull'islamofobia in Europa. «Il rapporto evidenzia un chiaro aumento delle manifestazioni antisemite dopo l'escalation degli scontri in Medio Oriente, nel 2000, con un picco nella primavera 2002», scrive nellapref azione Beate Winkler, direttrice dell'Osservatorio, Gli elementi fomiti sono inequivocabili anche se è difficile renderli omogenei data la differenza nelle rilevazioni da un Paese all'altro. Ma l'interesse del rapporto consiste soprattutto nell'analisi di un fenomeno che si avvale di nuovi attori, mezzi e strategie, «Stavolta - si legge - non sono i partiti e i gruppi d'estrema destra ad avere un ruolo decisivo», anche se non sono assenti dalla scena. La coincidenza fra gli episodi registrati e il calendario del conflitto israelo-palestinese mostra poi uno stretto collegamento fra i due eventi. «In Spagna, in Francia, in Itaba e in Svizzera parte della sinistra e gruppi arabomusulmani hanno unito le forze per organizzare dimostrazioni filopalestinesi che, quando non erano intrinsecamente antisemite, scandivano slogan anti-ebraici e talvolta si sono concluse con aggressioni a ebrei o a centri ebraici», I ricercatori portano esempi, raccolti in diversi Paesi, di come «durante il periodo di monitoraggio, le aggressioni agli ebrei e la profanazione e la distruzione di sinagoghe siano spesso state opera di giovani musulmani». L'estrema sinistra sarebbe ugualmente coinvolta ((nel contesto di raduni filopalestinesi o antiglobalizzazione dove la critica a Israele è articolata su stereotipi antisionisti e antiamericani che sono parte importante nell'emergere di una cultura antisemita in Europa. Israele è visto come una potenza capitalista e imperialista, la "lobby sionista" e gli Stati Uniti sono descritti come i diabolici burattinai del conflitto mediorientale, che esercitano un'influenza nefasta sul mondo». Gli autori segnalano un volantino distribuito dai simpatizzanti tedeschi dell'organizzazione altermondialista Attac durante una manifestazione contro Bush nel maggio 2002 a Berlino. Uno zio Sam con un naso ((tipicamente giudaico» tiene in pugno la Terra, a suggerire l'influenza preponderante esercitata dagli ebrei sulla politica statunitense e sui destini del pianeta. Nel novembre 2002, incalzano Wetzel e Bergmann, alcuni neonazisti si erano infiltrati,senza esseme scacciati, in un corteo organizzato da Attac a Monaco. Grande spazio è dedicato a Internet che, con un risalto impossibile nella stampa scritta, veicola foto, testi e pamphlet antisemiti e dove i siti neonazisti spesso rimandano tanto a quelli islamici come a quelli no global. Ma anche l'editoria tradizionale di qualità non è innocente. Tra gli esempi riportati la vignetta uscita su «La Stampa» durante l'assedio israeliano a Betlemme, nel 2002. Gesù bambino dalla mangiatoia, guarda un carro armato israeliano e dice - l'accusa di deicidio è una vecchia solfa dell'antisemitismo cristiano - «Non mi uccideranno mica una seconda volta!». Nel rapporto non c'è nulla di davvero nuovo o sorprendente. Ma allarmano il grande numero di esempi raccolti e la diffusione senza frontiere dei comportamenti che mescola¬ no antichi e nuovi pregiudizi. Interrogata sui motivi che hanno portato alla censura della ricerca Beate Winkler ne ha chiamato in causa la qualità e il periodo preso in esame, ((troppo breve per essere significativo», annunciando per gli inizi del 2004 un nuovo rapporto sul 2002 e 2003, redatto dal consiglio d'amministrazione dell'Osservatorio, Secondo Jelane Wetzel i responsabili dell'Eumc «devono essersi trovati in imbarazzo perché il nostro lavoro designa come autori di atti antisemiti persone a loro volta spesso vittime del razzismo e che l'Osservatorio è incaricato di proteggere». Copyright Le Monde
Persone citate: Beate Winkler, Bergmann, Bush, Georges Marion, Gesù, Jelane Wetzel, Werner Bergmann, Wetzel
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