Preso lo «sceicco» di Amburgo ricercato in Italia di Francesca Sforza

Preso lo «sceicco» di Amburgo ricercato in Italia L'ALGERINO ABDERRAZAK E' CONSIDERATO PUNTO DI RIFERIMENTO PER MOLTI GRUPPI IN EUROPA Preso lo «sceicco» di Amburgo ricercato in Italia Per due volte le autorità tedesche non avevano ritenuto sufficienti gli indizi personaggio Francesca Sforza corrispondente da BERLINO ERANO le sei del mattino, quando Madijoub Abderrazak è stato tirato giù dal letto dalla polizia tedesca, nella sua abitazione di Rahlstedt, un quartiere popolare di Amburgo. Trent'anni, di nazionalità algerina, Abderrazak è accusato di essere un potenziale terrorista e figura di spicco della cellula islamica attiva tra l'Italia e la Germania. L'arresto è stato possibile grazie a un mandato di cattura italiano e al meccanismo delle rogatorie intemazionali. Malgrado l'algerino fosse già stato identificato dalle autorità tedesche come attivista islamico «pericoloso», e già una volta fosse stato arrestato, non sembravano esserci a suo carico prove sufficienti per un fermo. Da ieri, però, dopo un intenso scambio di informazioni con gli inquirenti di Milano, Madijoub Abderrazak si trova nel carcere di Amburgo in attesa di essere ascoltato. I servizi segreti italiani avevano trasmesso alla polizia tedesca le prime informazioni sull'algerino circa un anno fa. Il suo curriculum assomigha a quello di Mohammed Atta - capo della cellula kamikaze dell'I 1 settembre - e degli altri appartenenti al gruppo di Amburgo: è arrivato in Gennania per la prima volta nel 1992 con un permesso d'asilo; alla scadenza, il permesso non gli era stato rinnovato, ma grazie a rinnovi temporanei è stato «tollerato» nel Paese ospite fino al 1994. Per i successivi quattro anni, di Abderrazak si perdono le tracce. Secondo alcune informazioni dei servizi tedeschi, avrebbe passato buona parte di questo tempo in Cecenia, in un campo di addestramento. Nel 1999 toma in Germania e sposa una ragazza tedesca convertita all'Islam, che gli permette di ottenere la cittadinanza senza alcun problema. Nel periodo compres,^ tra il 1999 e oggi, Abderrazak avrebbe coordinato, da Amburgo, l'organizzazione della cellula di Milano e la rete che collegava Italia e Germania. Il primo errore lo commette nel marzo scorso: stava per tornare in Iraq, ma la polizia siriana lo ha fermato a Damasco e rispedito in Germania. Curiosamente, la circostanza non ha insospettito le autorità tedesche al punto di far scattare per Abderrazak un mandato di arresto. Nel frattempo il suo nome appariva in un'indagine spagnola: insieme ad altri, l'algerino era sospettato di aver progettato un attentato ad alcuni turisti tedeschi in Costa del Sol. Anche in quel caso, le indicazioni provenienti dalle procure spagnole non sono state sufficienti a far scattare il fermo per lo «sceicco». «L'inchiesta va avanti - aveva detto allora il procuratore tedesco Ruediger Bagger - ma al momento non ci sono prove sufficienti per un mandato di cattura». Eppure gli indizi a carico di Abderrazak continuavano ad accumularsi con impressionante velocità: nell'agosto scorso, si sarebbe incontrato per più di venti volte nel reparto psichiatrico del carcere di Amburgo con il terrorista algerino Sahmir B., imprigionato per aver fatto esplodere ima bomba a mano e ferito un uomo vicino ad Amburgo. La polizia tedesca, già allora, temeva che le visite di Abderrazak mascherassero l'intenzione di fare di Sah¬ mir - al momento di un suo eventuale rilascio - un kamikaze ner altre operazioni. Intercettazioni dei servizi italiani confermerebbero l'intensa attività di reclutamento che Abderrazak portava avanti: in particolare - secondo le informazioni trasmesse ai colleghi tedeschi - si occupava di stringere contatti con terroristi specializzati nella produzione di armi chimiche. In un'inchiesta giornalistica, il settimanale tedesco Focus, nel settembre scorso, aveva inoltre mostrato un collegamento tra Abderrazak e alcuni dei kamikaze della cellula di Amburgo che avevano partecipato agli attacchi dell' 11 settembre. Una prima richiesta di arresto nei confronti dello sceicco era venuta dall'Italia circa un mese fa, ma le autorità tedesche riten- nero - per la seconda volta - che non ci fossero prove sufficienti. Ieri, evidentemente, le ultime resistenze sono definitivamente cadute e Abderrazak è stato trasferito nel carcere di Amburgo. L'operazione congiunta che ha portato all'arresto dello sceicco - riconoscono in via ufficiosa alla procura di Amburgo - è stata possibile in gran parte per la quantità e qualità di informazioni provenienti dall'Italia: «Da quando è cominciato l'allarme per il terrorismo intemazionale - dice un portavoce - l'attività quotidiana nelle procure tedesche è diventata frenetica. Ma il vero segreto per il successo delle operazioni è sempre più legato alle cooperazioni tra procure e servizi provenienti da diversi Paesb).