Record dell'euro che sfonda quota 1,20 dollari

Record dell'euro che sfonda quota 1,20 dollari LA MONETA USA PENALIZZATA DAI TIMORI DEI MERCATI PER L'ESCALATION DEL TERRORISMO Record dell'euro che sfonda quota 1,20 dollari In Italia 'inf azione a novembre cala al 2,507o, ma torna la polemica sui dati Vanni Cornerò L'euro vola e in Italia l'inflazione scende, muovendosi in controtendenza rispetto all'andamento europeo. Ma il nuovo record storico della moneta unica, oltre a non mettere di buon umore le Borse, preoccupa per la minor competitività delle esportazioni rispetto al dollaro, mentre sul fronte dei prezzi al consumo riesplodono le polemiche sulla realisticità dei dati. L'euro dunque ha segnato un nuovo massimo storico, sfondando la soglia del cambio ad 1,20 col dollaro (1,2017), un livello di grande importanza psicologica, per poi ripiegare leggermente ed archiviare la giornata a 1,198. Le Borse europee non hanno reagito con entusiasmo alla performance della valuta comunitaria e solo la positiva chiusura, anticipata perchè in giornata semifestiva, di Wall Street (Dow Jones +0I0^% e Nasdaq -1-0,41) è riuscita a contenere le perdite di Londra a -0,420Zo. Parigi è scesa dello 0,200Zo, mentre Francofprte (4-0,030Zo) e Zurigo (-0,0507o) sono rimaste praticamente invariate. Nel grigiore generale ha brillato Milano con il 4-3,8507o del Nasdaq. A pesare sul dollaro sono certamente le preoccupazioni per il terrorismo, più che mai vive sui mercati intemazionali, come dimostra l'apprezzamento del franco svizzeror tradizionale moneta-rifugio, che solò ià questa settimana ha guadagnato il 20Zo sul biglietto verde. Ma c'è anche chi, come gli analisti valutari di Lehman Brothers, sostiene che «Il problema principale del dollaro è la politica della Fed, con la scelta di mantenere i tassi all'1%, cioè al livello più basso degli ultimi 45 anni». Nell'eurozona, invece, le preoccupazioni riguardano soprattutto le conseguenze della forza della moneta unica sull'export, visto che una frenata delle esportazioni potrebbe creare seri problemi alla crescita economica. Timori sottolineati per l'Italia dal viceministro alle Attività produttive, Adolfo Tirso : «Il nostro export - dice Urso - ha già pagato duramente in questo anno il continuo apprezzamento della moneta europea nei confronti del dollaro e di conseguenza delle altre divise ad esso agganciato, come lo yaun cinese. Non vorrem¬ mo che il supereuro diventi la zavorra dell'economia europea che mostra accenni di ripresa. Proprio per questo auspico che la Bce sappia intervenire con maggiore realismo». Segnali tranquillizzanti vengono invece dai dati preliminari Istat sull'andamento dei prezzi al consumo in novembre: l'inflazione è scesa, su base annua, al 2,50Zo dal 2,607o di ottobre, mentre la crescita mensile è stata dello 0,207o. A contribuire al raffreddamento hanno contribuito la voce «comunicazioni» (-4,l07o su base annua, favorito in particolare dalla riduzione dell'l,507o registrata nel mese per i listini dei telefonini) e quella «alberghi-ristoranti-pubblici esercizi», che su base mensile ha registrato una variazione nulla. La frenata non riguarda però i prodotti alimentari, che continuano a rincarare, segnando un pesante -i-4,l07o rispetto al novembre dell'anno scorso. «Il rallentamento dell'inflazione a novembre è importante e promette bene per il futuro», dice comunque il direttore dell'Ufficio studi di Confindustria, Paolo Garonna, che sottolinea l'importanza delle componenti di fondo (la cosiddetta «core inflation») nelle quali si realizza la flessione. Non la pensa così Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, che parla di «calo virtuale» ed accusa i dati Istat di essere «fortemente sottostimati». «Ci aspettiamo una nuova impennata a dicembre avverte Fara -. Questo è il risultato della politica delle mani libere che il governo ha, di fatto, concesso ai commercianti fin dall'introduzione dell'euro». Ma secondo 1' edizione preliminare dell'Economie Outlook dell'Ocse il tasso d' inflazione in Italia dovrebbe attestarsi quest'anno al 2,807o per poi flettere al 207o nel 2004 ed all' l,907o nel 2005. Per l'area dell'euro, invece, il tasso d'inflazione 2003 dovrebbe essere del 207o, con una discesa all' l,507o l'anno prossimo ed all'1,4% nel 2005. Intanto, stando alla stima-flash di Eurostat, a novembre l'inflazione nella zona euro dovrebbe essere in crescita: al 2,207o rispetto al 207o di ottobre. In base a questa previsione il tasso annuo di aumento dei prezzi toma sopra la soglia che, se superata costantemente nel medio periodo, rappresenta per la Bce europea una perdita di stabilità monetaria, con possibili ripercussioni sui tassi. US; 1 GENNAIO 1999 Il debutto I/ANDAMENTO DEL CAMBIO EURO-DOLLARO 27 MAGGIO 2003 M2™

Persone citate: Adolfo Tirso, Fara, Gian Maria Fara, Paolo Garonna, Urso, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Italia, Londra, Milano, Parigi, Usa