«La formula? Slogan semplici e buonisti» di Klaus Davi

«La formula? Slogan semplici e buonisti» «La formula? Slogan semplici e buonisti» ROMA «Il primo criterio che deve caratterizzare lo spot per bambmi è quello di rispettare un buonismo di sottofondo». Il motivo? «Altrimenti spiega Klaus Davi - la pubblicità sarebbe vista male dalle mamme». «Gli altri criteri - prosegue - si differenziano in base all'età. Quando cominciamo a studiare uno spot per bambini, dobbiamo valutare prima di tutto il comportamento dei piccoli in un settore specifico. Poi si deve verificare qual è il punto di riferimento per la fascia di età a cui è rivolto lo spot: può essere la famiglia, la scuola, il gruppo. Da questo ultimo studio si ricaverà anche il tipo di linguaggio da utilizzare». Quali sono gli aspetti della comunicazione pubblicitaria che attirano di più l'attenzione del bambino? «Bisogna dire innanzitutto - risponde Davi - che sia lo spot televisivo sia la pubblicità in generale sono lo spettacolo preferito dai bambini da cinque-sette anni, perché si adatta con grande facilità alla loro mente. E' breve, c'è un'avventura che interessa, spesso ci sono dei bambini e allora scatta il meccanismo dell'identificazione. Inoltre le situazioni sono sempre positive e i bambini sebo degli ottimisti, E poi ci sono degli slogan, che sonò riisetùti nell'arco della giornata, e ai bambini piace la ripetizione, perché amano ritrovare e riconoscere ciò che già conoscono». «Il messaggio, poi, dev'essere breve - continua Davi - e semphee. Bisogna rifarsi a situazioni f amighari che il bambino riconosca facilmente. I modelli proposti lo devono attrarre e, quindi, in genere provengono dal "loro" mondo: quello dei cartoni animati oppure quello dei giocattoh». [a.tor.]

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