«Legalizzeremo aicuni insediamenti selvaggi» di Aldo Baquis

«Legalizzeremo aicuni insediamenti selvaggi» «Legalizzeremo aicuni insediamenti selvaggi» Lo annuncia il governo israeliano. Sharon all'Autorità palestinese: la mia pazienza ha un limite Aldo Baquis TEL AVIV Israele intende legalizzare a posteriori una parte degli avamposti selvaggi eretti dai coloni nei Territori, anche se la Road Map ne prevede lo smantellamento in blocco. Dei 90 avamposti contati in Cisgiordania nel novembre 2002 ne restano 36, hanno detto di recente agli Stati Uniti emissari del ministero della Difesa israeliano (mentre secondo Peace New il loro numero complessivo è ancora oggi di 100). Ma ieri il viceministro della Difesa Zeev Boim Via rivelato tìie una parte dei controversi avamposti è destinata comunque a sopravvivere. Alcuni hanno già avuto il permesso di asfaltare le strade d'accesso. L'iter burocratico per la loro legalizzazione è entrato infatti in una fase avanzata, ha detto Boim alla radio militare. Lo stesso premier Ariel Sharon, in una conferenza stampa, ha ieri suddiviso gh avamposti in categorie diverse. «Se l'avamposto è stato creato su terreni demaniali in una collina che domina un sottostante insediamento, e se la sua rimozione comporta il pericolo che domani da quella collina palestinesi sparino sull'insediamento, l'avamposto è destinato a restare», ha spiegato il primo ministro. Sharon - che da alcune settimane cerca di incontrare il premier palestinese Abu Ala - ha mostrato segni di impazienza. tfTotalmente inaccettabili» sono, secondo il premier, le condizioni avanzate da parte palestinese affinché il colloquio possa avere luogo: fra queste, il congelamento immediato dei lavori di costruzione della barriera a ridosso della linea di demarcazione con la Cisgiordania, la fine dello stato d'assedio nei Territori, la restituzione ad Arafat della libertà di movimento. ((La nostra pazienza ha un limite», ha avvertito Sharon, secondo il quale i palestinesi dovrebbero afferettarsi a riprendere con Israele un dialogo basato sulla Road Map e sulle intese maturate a giugno ad Aqaba fra lui stesso, il premier Abu Mazen e il presidente George Bush. «Non aspetterò un altro governo palestinese e poi un altro ancora)), ha chiarito Sharon. Se entro dodici mesi la realizzazione della Road Map (che comprende la lotta attiva al terrorismo da parte dell'Anp) non sarà iniziata, Israele si riserva di adottare una serie di misure unilaterali. Fra queste, il completamento della bar¬ riera di difesa e un riassestamento nei Territori al termine del quale «Israele, per megho garantire la propria sicurezza, non si troverà più in luoghi presidiati oggi)). Nel tentativo di trasmettere ai palestinesi il senso d'urgenza, Sharon ha inviato ieri il fighe Ormi, deputato del Likud, a un seminario organizzato in Inghilterra da parlamentari laburisti amici di Israele. Sharon Jr. ha fatto il viaggio assieme con Jibril Rajub, consigliere per la Sicurezza nazionale di Arafat. Ormi Sharon ha spiegato ai palestinesi che devono affrettarsi a «cogliere l'occasione» finché suo padre è alla guida di un governo stabile. «Solo lui, in Israele, è in grado di firmare intese», ha detto. Il premier non ha invece lesinato critiche nei confronti degli ideatori delle Intese di Ginevra, un modello di trattato di pace israelo-palestinese: la loro, ha detto, è stata un'invasione di campo, hanno preteso di negoziare un accordo nei minimi dettagli «come se fossero rappresentanti di un governo», e così facendo hanno «creato confusione e minato alla base la Road Map». Nei Territori l'elenco delle vittime palestinesi si è allungato di altri cinque nomi. Tre palestinesi sono stati uccisi di notte mentre si avvicinavano al valico di Kissufim, fra Gaza e Israele. Convinti che si trattasse di terroristi, i soldati li hanno uccisi. Solo all'alba si sono resi conto di aver commesso un errore di identificazione. Le altre due vittime sono un bambino e un adulto uccisi dal fuoco israeliano durante scontri nella striscia di Gaza.