Terrorismo, blitz contro i redutatori di kamikaze di Fabio Poletti

Terrorismo, blitz contro i redutatori di kamikaze I PROVVEDIMENTI ESEGUITI ANCHE A PADOVA E AMBURGO Terrorismo, blitz contro i redutatori di kamikaze Cinque arresti per ordine dei gip di Milano, tra loro anche una donna Fabio Poletti MILANO Cinque arresti eseguiti tra Milano, Padova e Ambui-go. Tra loro d sarebbe anche una donna. Un egiziano che risiedeva a Milano in zona Lorenteggio, ricercato e finito chissà dove. E poi i fili di una trama che dal capoluogo lombardo arriva fino in Iraq, in Siria e in Turchia, teatro degli ultimi due sanguinosi attentati firmati da Al Qaeda anche se non sembra che ci sia un collegamento diretto con le autobomba alle sinagoghe, al consolato britannico e alla sede di Istanbul della Hbsc bank che hanno provocato 53 morti. Sono questi i contorni dell'operazione - ancora in corso contro le cellule di un'organizzazione chiamata Al Ansar, che vede impegnata da ieri la Digos e i Ros dei carabinieri, dopo gli ordini di custodia cautelare firmati dal gip Guido Salvini su richiesta del pubblico ministero Stefano D'Ambruoso. All'origine di tutto le informative del Sismi sulle attività del gruppo che faceva capo al Mullah Fouad e che in Siria gestiva una serie di campi di addestramento. Cuore delle indagini condensate nelle 150 pagine dell'ordinanza, decine e decine di intercettazioni telefoniche ed ambientali dove gli integralisti islamici che si sentivano evidentemente al sicuro qui in Italia parlavano apertamente senza giri di parole, senza le cautele di sempre. I terroristi a cui dare asilo sono semphcemente definiti «gli ospiti». Gli attentati da compiere sono a base di esplosivo e devono avvenire in modo fragoroso: «Gente che colpisca la terra in modo da far saltare fuori le angurie». I militanti islamici devono essere poi pronti a tutto, devono avere nervi saldi e non arretrare nemmeno di fronte alla morte; «Gli ospiti devono essere svegli e preparati». Perché non ci siano dubbi, che si tratta di commando suicida, nelle intercettazioni telefoniche ed ambientali che coinvolgono anche la moschea e il centro islamico di viale Quaranta, più volte nel mirino degli investigatori, si fa riferimento apertamente ai kamikaze con un eufemismo suggestivo che rimanda ai piloti dei caccia nipponici impegnati nelrùitima parte del secondo conflitto mondiale: «Quelli che stanno in Giappone». Quelli che «stanno in Giappone» in Italia trovavano ospitalità, mezzi. finanziamenti cospicui, supporti logistici, addestramento e indottrinamento. Nei campi di Al Qaeda in Iraq - è uno dei punti chiavi delle indagini - sono stati trovati una settantina di documenti di riconoscimento falsificati in Italia. Si tratta di passaporti, patenti di guida, carte di identità, frutto di ima raccolta meticolosa e di una struttura capace di lavorare anche nel settore logistico e non solo nell'addestramento militare. A questo importante compartimento dell'organizzazione era impiegato un tunisino, detto Al Tunsi, fermato all'inizio della settimana su ordine del gip Salvini mentre stava cercando di lasciare l'Italia. Anche per lui, come per tutti gli altri arrestati, l'accusa principale è quella di terrorismo intemazionale. Ma'le indagini guardano anche agli «alleati» occiden¬ tali degli integralisti. Nelle intercettazioni degli ultimi mesi si parla di «stranieri. Ne abbiamo già di albanesi, di svizzeri e di inglesi». Gli investigatori sono convinti di avere fatto un passo in avanti nel definire il ruolo degli integralisti islamici in Italia. Fino ad oggi si era sempre parlato di raccolta di fondi nella comunità che gravita attorno alle moschee o di semphei aiuti logistici, come il procacciamento di documenti e l'ospitalità momentanea. Con questa operazione Digos e Ros avrebbero raccolto le prove che l'Italia era anche una base di partenza per missioni suicide e che almeno quattro degli arrestati avevano già combattuto in Afghanistan e in Iraq. E che erano pronti a tornare in Siria e in Iraq per combattere di nuovo. L'impulso alle indagini - oltre alle informative su cui per mesi hanno lavorato gli uomini dell'intelligence militare italiana - è arrivato anche dalla collaborazione con le autorità tedesche. In Germania è aperta l'unica indagine europea per i fatti dell' 11 settembre a New York. Ad Amburgo era attiva una delle cellule di Al Qaeda dove l'elemento propulsore riconosciuto era Mohamed Atta, l'egiziano che guidò il commando degli attentatori contro le Twin Towers e il Pentagono. E ad Amburgo è stato compiuto uno di questi cinque arresti, quello dello sceicco Abderrazak, mlercoUato dagli investigatori milanesi mentre parlava al telefono dall'Iran, arrestato e poi rilasciato dalle autorità tedésche la scorsa estate per mancanza di indizi. Il luogo di uno degli ultimi attentati di Istanbul

Persone citate: Abderrazak, Guido Salvini, Mohamed Atta, Mullah Fouad, Salvini, Stefano D'ambruoso, Towers